Dieci anni sono passati dal momento in cui Franco Bonardelli ha perso le sue spoglie terrene, lasciando un grande vuoto nei suoi affetti più prossimi e nel mondo culturale siciliano e messinese in particolare. Bonardelli, il cui figlio Marco, giornalista ed ufficio stampa, ha organizzato “Viaggi nel pensiero”, un momento celebrativo del padre sulla pagina di Suggestioni Press e su Youtube, è stato un intellettuale completo che ha saputo immergersi e viver appieno tutti gli aspetti della critica letteraria, degli studi di semiotica e della letteratura, muovendosi anche tra il giornalismo e l’insegnamento scolastico. Nel suo percorso culturale si stagliano la laurea in Lettere, conseguita nella sua Messina, la successiva specializzazione ad Urbino e l’aver seguito le interessantissime lezioni parigine su “Semiologia e scrittura”di uno dei maggiori rappresentanti della nuova critica francese di orientamento strutturalista, oltreché saggista e notissimo semiologo, ossia il francese Roland Barthes . A caratterizzare la sua vita culturale è stata anche la grande stima reciproca, oltre il rapporto amicale, con Il grande filologo, critico letterario e partigiano Gianfranco Contini (ricordiamo ad opera dell’intellettuale messinese anche una rassegna di studi critici del 1981 sull’accademico di Domodossola). A contraddistinguere il suo percorso è stata una grande capacità saggistica che è emersa ad esempio pure in “Joseph Bédier tra ecdotica e narrativa “,Estr. da: «Micromégas», n. 1-2 (1984) del 1984, suo scritto sul noto e rivoluzionario, nel suo campo, filologo francese, elemento di spicco, a partire dagli anni ’20 del ventesimo secolo, dell’ 'Académie française. Il figlio Marco ha quindi assunto la duplice veste di moderatore, organizzatore dell’evento commemorativo (coadiuvato dalla madre, che già precedentemente aveva guidato i due momenti precedenti di memoria del compianto marito) e proprio di “figlio”, con quel sentimento, come egli stesso ha confessato, di rabbia per le domande che avrebbe voluto porre al padre, immaturamente scomparso a soli 57 anni, sul suo futuro e quello con il genitore. Le risposte sono comunque arrivate nella stima che egli e tanta parte della comunità nutre nei confronti di suo padre. Un uomo che aveva un rapporto molto particolare con “il libro”, che lo spinse ad essere protagonista costante del panorama culturale messinese, e non solo, con recensioni che hanno lanciato o preannunciato l’esplosione definitiva di alcuni grandi talenti dell’arte scritta, come nel caso di Catena Fiorello, scrittrice che ha realizzato otto opere d’arte letteraria. Fu proprio Bonardelli a presentare la prima edizione di “Picciridda”, romanzo che sarebbe poi stato trasposto cinematograficamente (“Picciridda - Con i piedi nella sabbia”, con la regia di Paolo Licata), premiato al Taormina Film Fest, con autentici attestati di stima di Oliver Stone, presidente di giuria quell’anno alla kermesse taorminese. L’autrice siciliana ha sottolineato come il sapere che un importante uomo di letteratura come Bonardelli si interessasse al suo libro l’avesse colpita e come temesse di incorrere in qualche errore dovuto all’ansia di confrontarsi con lui. Ma la grande preparazione culturale in Franco Bonardelli era corrispondente, come ha evidenziato la stessa Fiorello, ad una grande umanità, perché evidentemente in lui la cultura aveva plasmato interiormente la persona in senso positivo non esaurendosi in semplice nozionismo, tanto da mettere la stessa Fiorello a suo agio in maniera assoluao al momento della presentazione del libro, dimostrando profonda ed analitica conoscenza del romanzo e ponendosi con una gentilezza ed una semplicità disarmanti. Lo stesso Alessandro Notarstefano, direttore responsabile della Gazzetta del Sud, nell’affermare la sua sintonia culturale e di visioni, rafforzatasi in tanti anni di conoscenza e lavoro assieme, ha sottolineato i tratti distintivi appena enunciati, asserendo come per entrambi il libro e la scrittura fossero vita e la letteratura ”infinito intrattenimento”, come scriveva Maurice Blanchot. Il libro in questo contesto diventa un elemento caratterizzante della vita di chi si abbevera alla sua essenza, un elemento distintivo che crea in ogni persona una propria natura, ha aggiunto lo stesso giornalista, raccontando come Bonardelli avesse, quali riferimenti, tra gli altri Gadda, Landolfi, Manganelli, Pasolini e come l’la passione profonda per i libri venisse trasfuso nei suoi articoli con un grande amore per “la carta”. Un amore che derivava dal suo essere scrittore che poi diventa giornalista, il tutto riuscendo ad usare con sapienza sia “la parola trasparente”, che deve essere quella del giornalista, quanto “la parola opaca”, che è più propria dell’autore ed adoprando, ha aggiunto Notarstefano, anche il dialetto scritto in corsivo, per rialzarlo ed elevarlo nella sua singolartià. Anche Ignazio Pandolfo, creatore di romanzi distopici, tra cu l’ultimo “L’angelo e il Dio ignorante”, ha potuto giovarsi dell’opera di critico di Bonardelli per il suo primo libro, da lui stesso ritenuto troppo nichilista, non adatto alle scuole e magari in contrasto con il tipo di letteratura di Bonardelli. E invece ancora una volta la grande capacità di quest’ultimo nel riuscire a stabilire un’empatia umana e culturale con gli interlocutori, nonché l’acume critico, hanno consentito di fare star bene lo scrittore, come ha soggiunto Pandolfo. Tutti elementi ribaditi anche dagli altri ospiti Domenico Cacopardo, Giuseppina Torregrossa, Nino Genovese, Gustavo Ricevuto, Ignazio Vasta, Orazio Miloro e Salvo Trimarchi( che ha evidenziato anche la vicinanza di Bonardelli a chi ascoltava nel percorso di approccio ai libri) che hanno anche espresso il valore dell’operato svolto in campo didattico da Bonardelli. Lino Morgante, Direttore editoriale ed amministratore delegato della “Gazzetta del Sud”, a riguardo, ha asserito come Franco Bonardelli sapesse scrivere ottimamente ma al contempo avesse una fortissima, e forse prevalente, vocazione all’insegnamento ed alla valorizzazione della scuola, avendo ricoperto il ruolo di dirigente scolastico, con la scuola che, vista la sua “mission” nello stare con i ragazzi, è diventata tutta la sua vita. Una vita all’insegna della cultura e della gentilezza ed empatia di un intellettuale importante della storia messinese e siciliana. AutoreGianmaria Tesei
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AutoreCarlotta Bonadonna Archivi
Dicembre 2023
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