Di Gianmaria Tesei La pandemia da Covid Sars 2, con le sue lunghe e nequitose leve, ha purtroppo sconvolto la vita di milioni di persone con tante morti e malati, modificando anche la normale vita quotidiana, con risvolti negativi in tutti gli ambiti economici, marcatamente in quelli con il maggior contatto diretto con il pubblico come quelli dello spettacolo, dell’hôtellerie (et similia) e della ristorazione. La chiusura, resa indispensabile dalle dinamiche pandemiche, ha indotto ad una fase di resilienza a cui deve seguire e sta seguendo con sempre maggior convinzione uno stadio di riattivazione che solo con idee innovative può essere affrontata per un successo di lungo periodo. Lo stesso pensiero anima l’agire di Luigi Russo, attualmente Supervisor presso Grand Hotel Faraglioni del Faraglioni restaurant, nella meravigliosa Aci Trezza, località in cui bellezza e cultura (Verga ne fece teatro de”I Malavioglia”) si intrecciano per ammaliare il cuore di chi ne gode le peculiari sfumature. Russo ha alle spalle una carriera trentennale nel hôtellerie luxury in alberghi rinomati tra cui due tra gli eccellenti di Taormina (della catena Belmond) ossia Villa Sant’Andrea e Grand hotel Timeo (relazionandosi con tante star della cinematografia mondiale che si sono susseguite nei festival della citta del Monte Tauro) ed Orthea Palace (Ortigia). Nel corso del confinamento, a cui tutti abbiamo giudiziosamente accondisceso, ha potuto riflettere sulle cure necessarie per il rilancio nel suo settore, particolarmente provato dalle ripercussioni del Covid 19. Cosa ci ha insegnato questo momento? Per prima cosa la necessità di riscoprire un mondo fatto di quotidianità fatta da cose che davamo per scontate, ma non lo erano, di rivalutazione delle stesse, di esaltazione della capacità di resistere per sé e per chi ci è vicino. Come avete affrontato il lockdown? Abbiamo fatto di tutto per rimanere compatti, perché è stato un periodo in cui parecchie difficoltà si sono abbattute su di noi, ma abbiamo fatto squadra, soprattutto credendo nell’aspetto positivo della rinascita (tra un mese aprirà, ristrutturato,anche l’hotel) che consiste nell’investire nuove energie con maggiore entusiasmo. Qual è secondo te la ricetta giusta per uscire da questa crisi? Parto dal presupposto che ho la fortuna di svolgere l’attività di ristorazione in un luogo magico fatto di storia e splendore naturalistico unici. La clientela in questo momento ha la necessita di sentirsi “abbracciata”, nonostante il distanziamento sociale che ci ha fatto adoprare maggiormente le tele- tecnologie. Per cui viaggiare virtualmente nei gusti e nei piaceri è il primo step che ho voluto accrescere per i fruitori dei servizi del ristorante. Inoltre per me la giusta ricetta è fatta dalla valorizzazione, in ogni ambito, di uno sviluppo sostenibile, fatto di esaltazione delle peculiarità del territorio, dei suoi sapori, dell’incontrarsi degli uni con gli altri ed è per questo che ho deciso, in un ciclo di eventi che si terranno giorno 16, 23 e 30 luglio, di esaltare le fulgide realtà sicule vinicole, che per l’occasione saranno rispettivamente Tasca Conti D’almerita, Al- Cantara e Principe di Corleone, facendole incontrare ed accarezzare dalle prelibatezze culinarie che meglio ne esaltino le caratteristiche gustative, di modo da far respirare ad ogni accostamento il sapore dei contesti territoriali da cui traggono origine. Perché è il connubio tra gusto e la bellezza di ogni singolo contesto la strada da percorrere per rilanciare ogni settore della nostra splendente terra italica.
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AutoreCarlotta Bonadonna Archivi
Dicembre 2023
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