Red Carpet Mario MartoneLa Festa del Cinema ha omaggiato il regista napoletano Mario Martone che è stato protagonista di un Incontro Ravvicinato durante il quale ha discusso con Concita De Gregorio del caso editoriale di Elena Ferrante, famosa in tutto il mondo per la serie “L’amica geniale”, edita in Italia da E/O. A unire il percorso dei due autori è stata la trasposizione cinematografica de L’amore molesto, opera seconda di Martone tratta dal primo romanzo di Ferrante. Il film è stato proiettato dopo l’incontro in una versione restaurata in 2K eseguita da Lucky Red in collaborazione con 64 Biz e Augustus Color. La riedizione del film ha visto inoltre l’intervento dell’autore e del direttore della fotografia sugli inserti del passato del film, che sono stati riportati in bianco e nero come da sceneggiatura originale. Tanto pubblico in sala che con piacere ha ascoltato e soprattutto rivisto questa nuova versione commentata dal direttore della Lucky Red Andrea Occhipinti. E’ intervenuta anche la protagonista del film Anna Bonaiuto presente in sala, che ha commentato il suo personaggio e la calda accoglienza ricevuta a Napoli per girare il film e come l’energia sul set di questa città l’abbia aiutata in un ruolo che inizialmente non sentiva suo. Ciò che è venuto fuori durante l’incontro è il forte legame tra Mario Martone e la scrittrice Elena Ferrante, oggi popolare, un vero e proprio fenomeno letterario che con “L’amore molesto” Martone era stato già precursore di tanta bravura e adattabilità cinematografica. Il regista racconta così i vari aneddoti che lo hanno portato alla conoscenza letteraria della Ferrante, un’autrice che con la quale ha scambiato una serie di lettere, mai conosciuta personalmente, mai vista. Oggi nonostante nuove tecnologie rimane tra i 2 una relazione di non conoscenza diretta. Martone spiega come l’incantamento con l’autrice sia avvenuto per la sua grande capacità di narrare Napoli, con immagini, odori e dettagli che diventano una mappa nella sceneggiatura del film “L’amore molesto”. Anche la protagonista del libro sembra per il regista adatta per Anna Bonaiuto che voleva in questo film come protagonista. Prosegue poi raccontando il successo del film dai David di Donatello a Cannes. Elogia ancora la bravura della scrittrice arrivando alla serie tv “L’amica geniale” di Saverio Costanzo, lo stesso Mario Martone ere stato presente nella lista dei possibili registi della serie. Il restauro è certamente la parte più interessante. Le parti in bianco e nero ed i flash back delle scene del passato si alternano con le scene decolorate del presente. Un restauro digitale. Un film che uscirà in blu ray, in dvd, nelle sale per eventi speciali e arriverà anche in America per proiezioni cinematografiche importanti. A cento anni dall’epilogo della prima guerra mondiale, la Festa del Cinema l’ha ricordata con La grande guerra di Mario Monicelli, nella versione lunga ricostruita con un restauro realizzato da Aurelio De Laurentiis e dalla Cineteca Nazionale, con la supervisione del direttore della fotografia Giuseppe Rotunno (Sala Petrassi ore 18). Leone d’oro 1959 ex aequo con Il Generale della Rovere di Roberto Rossellini, il film di Monicelli è stato uno dei primi del cinema italiano ad affrontare un tema fino ad allora considerato tabù, i massacri del conflitto ’14-’18, e lo ha fatto con un affresco corale in equilibrio fra il realismo della tragedia e il cinismo beffardo della commedia, fra epica e antiretorica, guardando la guerra dal basso delle trincee, raccontando aneddoti ora umoristici ora amari, parlando la varietà delle lingue dialettali in un periodo in cui in Italia si stava diffondendo una lingua unitaria, seguendo personaggi che erano tipi, maschere, macchiette e insieme figure umane vere, come i due protagonisti, il milanese Giovanni e il romano Oreste (interpretati rispettivamente da Vittorio Gassman e Alberto Sordi), due fanti che cercavano continuamente di imboscarsi, due opportunisti lavativi e codardi che, catturati dagli austriaci, sono morti da eroi, trovando il riscatto in un lampo di fierezza, in uno sbocco di dignità personale. Il film di Monicelli, mostrando campi di battaglia che si palesano come sporchi e fangosi mattatoi, pronuncia il rifiuto caustico e al contempo accorato di una guerra sanguinaria e assurda come tutte le guerre. Per l’evento la sala era gremita di autorità, personaggi dello spettacolo, militari, registi e attori. Ospite d’eccezione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che con la sua presenza ha onorato questa celebrazione ed omaggio ad un periodo importante della nostra storia. Nell’articolo, video del discorso di Aurelio De Laurentiis in cui presenta l’evento e ringrazia le autorità intervenute, De Laurentiis presenta " La grande guerra" di Monicelli. Festa del cinema di Roma video
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La Festa del Cinema ha celebrato uno degli autori più amati e premiati del cinema italiano: Giuseppe Tornatore. Il regista è stato protagonista di un Incontro Ravvicinato con il pubblico. Il Direttore siciliano è stato in grado di produrre un linguaggio universale a partire da uno stile assolutamente personale, firmando storie che hanno spesso varcato i confini nazionali: dall’Oscar con Nuovo Cinema Paradiso alla nomination per L’uomo delle stelle, da Malèna a Baarìa, da La leggenda del pianista sull’oceano a La sconosciuta, da La migliore offerta a La corrispondenza. Alla Festa del Cinema, Tornatore ha approfondito con il pubblico la sua passione per il noir, fra cinema e letteratura. Forse ci si aspettava un racconto più autobiografico dell’artista partendo dai frammenti dei suoi capolavori, in realtà il regista ha regalato al pubblico il suo sapere, conoscenze e grande amore per il genere noir. Ha manifestato una grande passione per registi che hanno fatto la storia di questo genere, lasciando il segno nell'immaginario collettivo internazionale. Lo stesso Tornatore nella sua carriera ha saputo spaziare dal dramma al melodramma, dai film più propriamente “siciliani” al thriller, dal sentimentale al poliziesco. Con la “Sconosciuta”, “Una pura formalità e “La migliore offerta” si è avvicinato con i suoi film ad esplorare il suo amato mondo noir. Interessante durante l’incontro è stato vedere un regista molto discreto e riservato che ha commentato e raccontato aneddoti sui suoi noir preferiti. “La fiamma del peccato” di Billy Wilder di cui ha raccontato alcuni dettagli tecnici scenografici, “La donna del ritratto” di Fritz Lang, “Lo specchio oscuro di Robert Siodmak , “Ho ucciso” di Jonas Sternberg, in cui si è discusso sul valore di un adattamento cinematografico da un’opera letteraria, in questo caso da “Delitto e castigo” di Dostoevskij, “Le catene della colpa” di Jacques Tourneur, “Detour” di Edgar Ulmer, “Il buco” di Jacques Becke e “Delitto perfetto” di Alfred Hitchcock sono gli 8 film scelti dall’autore per parlare di noir filo conduttore della Festival Del cinema di quest’anno. Tanto pubblico e applausi per un Giuseppe Tornatore sempre amatissimo apprezzato a livello internazionale. Ieri alla Festa del cinema di Roma due eventi speciali musicali. Il 23 ottobre è stato un giorno in cui la musica è stata la protagonista. “Il flauto magico di Piazza Vittorio” e “Noi siamo gli Afterhours”. Presenti durante la conferenza stampa, red carpet e presentazione in sala, gli attori e registi di entrambi i film. “Il flauto magico di Piazza Vittorio” di Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu è una rivisitazione, re-interpretazione e per certi versi un’attualizzazione dell’Opera di Mozart; i registi arricchiscono infatti la versione originale adattandola ad un setting moderno. E’ un film musicale a metà strada tra musical e opera, in 8 lingue dove i musicisti della multietnica Orchestra di Piazza Vittorio ripropongono l’Opera arrangiandola alle proprie tradizioni e culture musicali. L’orchestra di Piazza Vittorio è un grande laboratorio dove non ci sono leader, dove ognuno si sente protagonista e partecipa con le proprie conoscenze. Una mescolanza di generi e culture musicali che proprio in questa opera vengono fuori. Tutte le arti si mescolano, musica, canto, danza e recitazione. Ciò che colpisce inizialmente sono le scenografie, i colori e i costumi a meta’ strada tra vibrazioni surrealiste, postmodernismo e la favola. Riferimenti a diverse culture nei costumi e dettagli scenografici. Bravissime le attrici protagoniste: Petra Magoni nelle vesti della Regina della notte e Violetta Zironi che interpreta la principessa Pamina. Entrambe affermano di essere state contente di questa partecipazione in cui la difficoltà maggiore è stata la recitazione, abituate a cantare ed a esprimersi tramite il canto, il controllo della voce nel parlato è stata una sfida importante. Tra i protagonisti maschili del film Fabrizio Bentivoglio (Sarastro) amante della musica che si è prestato al film. I personaggi femminili nel film sono molto più forti rispetto l’originale. Un flauto magico più femminista, in cui le donne predominano e determinano la storia. “Il montaggio, come i costumi e le scenografie, è stato un costruire continuo, un lavoro di gruppo in cui si è cercato di superare le difficoltà e trovare soluzioni migliori.” Sostiene il regista. I costumi come gli effetti speciali sebbene di carattere volutamente artigianale hanno un ruolo importante e fondamentale per tutta la riuscita del film. Tutto si svolge nei giardini di Piazza Vittorio, che si animano per magia durante la notte, dando vita alla storia del “Flauto magico” secondo la sensibilità e cultura musicale dell’orchestra multietnica. Altro evento musicale evento aspettato è stato il docufilm “Noi siamo Afterhours di Giorgio Testi che prendendo spunto dal concerto sold out al Forum di Assago del 10 aprile scorso, racconta i 30 anni di storia della band guidata da Manuel Agnelli. Il film narra la vita del gruppo dagli esordi fino alla formazione finale. Le immagini del concerto si alternano a quelle del passato; il racconto è guidato dalla voce di Manuel Agnelli, io narrante che conduce gli spettatori in un viaggio intimo, attraverso la musica, di una band che ha fatto la storia del rock italiano. Dopo la proiezione del film il gruppo si è esibito in un breve showcase elettroacustico. Cast Il flauto magico di Piazza VittorioAfterhoursDopo il successo dell’incontro Ravvicinato, Martin Scorsese torna alla Festa per presentare il restauro di San Michele aveva un gallo di Paolo e Vittorio Taviani. Dopo lo straordinario successo dell’incontro Ravvicinato, Martin Scorsese è tornato all’Auditorium Parco della Musica per presentare al pubblico, la proiezione di San Michele aveva un gallo scritto e diretto da Paolo e Vittorio Taviani: la Festa del Cinema ha reso così omaggio a Vittorio, da poco scomparso, attraverso uno dei capolavori realizzato con il fratello e restaurato dal Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca Nazionale e dall’Istituto Luce Cinecittà. Sold out per questo incontro in cui oltre la stampa e pubblico di interessati, molti studenti di cinema dell’Università di Roma pronti a rivolgere le loro domande al grande maestro Martin Scorsese, ospite d’eccezione del Festival. In sala presenti Paolo Taviani, molto emozionato per l’omaggio ricevuto da parte della manifestazione e commosso dalle parole di Scorsese. Insieme a lui Lina Taviani e la moglie e i figli di Vittorio. E’stato sicuramente un momento molto importante in cui il cinema americano si è unito al grande cinema italiano ed in cui Il maestro americano ha elogiato e sottolineato la grandezza del cinema italiano in particolare della cinematografia neorealista, ricordando i grandi film ed i grandi registi di questo periodo. Scorsese evidenzia inoltre l’importanza del restauro e della storia del cinema in generale, puntando l’attenzione all’universalità dei film neorealisti che sono stati capaci di arrivare fino ai cuori dei grandi cineasti d’ Oltreoceano. Il maestro americano ha senza ombra di dubbio utilizzato parole di passione e grande orgoglio per il nostro cinema, enfatizzando l’oggettività e la forza con cui Rossellini, De Sica ed i fratelli Taviani abbiano raccontato la storia dell’Italia in un periodo difficile e complesso. Parole di stima e ammirazione al momento della presentazione del film “San Michele aveva un gallo”, più volte ha osannato la bravura con cui i Taviani hanno realizzato questo capolavoro. Quinto film dei registi del 1972. E’ un adattamento del racconto “Il divino e l’umano” di Lev Tolstoj. Una storia nella vita politica ed umana di quel periodo italiano. Un appuntamento che ha reso onore e omaggio alla grandezza del nostro cinema. Nel programma degli Incontri Ravvicinati, la Festa del Cinema ha ospitato la grande attrice newyorkese Sigourney Weaver. Grazie a una miscela di talento e doti attoriali che l’anno resa una delle interpreti più versatili del cinema contemporaneo, Weaver ha affrontato ruoli e generi profondamente diversi, dalla fantascienza al thriller, dalla commedia al cinema di impegno civile. Straordinaria la lista dei registi che l’hanno scelta come protagonista dei loro film da Ridley Scott a Ivan Reitman, da Mike Nichols ad Ang Lee, da Roman Polanski a David Fincher e James Cameron. Memorabili le sue interpretazioni nelle saghe di film di maggior incasso della storia del cinema.
Un incontro guidato dal direttore artistico del Festival di Roma Antonio Monda che insieme a 6 frammenti dei film più rappresentativi e celebri dell’attrice ha ripercorso la carriera e successi indimenticabile dell’artista. Una donna carismatica, dalla forte personalità che ha dimostrato molta ironia e professionalità per tutta la durata del dibattito. I film che hanno raccontato la sua storia con relativi commenti sul rapporto con i diversi grandi registi sono stati: “Alien”, “Ghostbusters”, “Gorilla nella nebbia, “Una donna in carriera”, “La morte e la fanciulla” e “Avatar”. Si è discusso molto sulla commedia come genere cinematografico e sulla difficoltà di far ridere, cosa molto difficile. L’attrice ha più volte ribadito la sua volontà di fare ruoli più comici e non solo di donne “cattive e proveniente dalla fantascienza. Ha parlato con affetto del lavoro con Polanski e Cameron. Alla domanda con quali regista le piacerebbe lavorare ha fatto onore all’Italia, oltre aver citato Scorsese, ha parlato infatti di Guadagnino. Il film che ama di più? I segreti di Brokeback Mountain, perché è una storia parla di amore, amore oltre tutto, sesso e pregiudizi. Amore oltre la diversità. Una grande donna, attrice e un domani forse regista, non le dispiacerebbe infatti realizzare un film, ma in maniera molto ironica afferma di non voler entrare in competizione con il marito regista. Tanti applausi e affetto da parte di tante generazioni che da Aliene ad Avatar non smettono di «Essere diversi è come un elefante con la proboscide corta: una rarità». Lo afferma Nino, un bambino di dodici anni a cui è stato diagnosticato a due anni e mezzo un autismo infantile severo. Oggi, Nino è il protagonista, il centro, il fulcro di un film che riguarda non solo coloro con cui condivide la sua particolarità, ma tutti quelli che, in un modo o nell’altro, sono diversi. Diversi perché emarginati, perché parte di una minoranza, per il loro orientamento sessuale, diversi perché di un’altra etnia, religione, cultura rispetto a quella del Paese in cui vivono. BE KIND, sii gentile è un film d 83’, autoprodotto, quasi familiare, nato dal desiderio di Sabrina Paravicini di fare un regalo al proprio figlio, nel corso dei mesi di lavorazione si è trasformato in un vero e proprio film e racconta il viaggio da piccolo co regista di una persona diversa all’interno della diversità. La presenza dello scrittore Roberto Saviano, con cui Nino conversa sul tema della felicità secondo la teoria di Epicuro, dell’attore Fortunato Cerlino che aiuta un giovane attore nello spettro autistico a prepara la scena madre di Robert De Niro in Taxi Driver e dell’astronauta Samantha Cristoforetti che racconta a Nino il valore della diversità, si alternerà a tanti incontri, tante vicende che comporranno un grande racconto a lieto fine. Be Kind è stato proiettato in concorso in anteprima mondiale alla 64esima edizione del Taormina Film Fest e ha avuto una menzione speciale da parte della giuria. Il 13 novembre nella giornata mondiale della gentilezza il film sarà proiettato a Milano e nella stessa settimana ci saranno alcune anteprime nelle città di Torino, Bologna, Firenze, Roma, Napoli in attesa della distribuzione a inizio 2019. Supportato da Gucci, da sempre attivo nella sensibilizzazione verso tematiche come diversity ed inclusione. Sabrina Paravicini è la regista di BE KIND. Autrice, regista e attrice, ha lavorato con registi come Maurizio Nichetti, Mario Monicelli, Gianluca Tavarelli, Carlo Lizzani. Ha pubblicato libri di narrativa con Baldini & Castoldi, Feltrinelli e Rizzoli. Nino Monteleone è co-regista di BE KIND, ha dodici anni e ha la sindrome di Asperger. A oggi è il più giovane regista italiano iscritto ufficialmente alla SIAE. Il suo sogno è di incontrare il regista Tim Burton e regalargli il suo piccolo romanzo. Lorenzo Messia per BE KIND ha realizzato fotografia, riprese e montaggio. Romano, classe 1989, nel 2013 cura fotografia e montaggio del documentario “Medea dalla Cassia a New York”. CAST: Nino Monteleone, Sabrina Paravicini, Roberto Saviano, Fortunato Cerlino, Samantha Cristoforetti, Helen Nonini, Iacopo Melio, Giulia Vaninetti, Fabiola Peregalli, Giulia Bertini, Valerio Arancio Febbo, Giovanni Caso, Alessio Paravicini, Francesca Sofia e Bea, Gilda Cascelli e Sofia Calcagni, Diego Melis, I bambini della prima F elementare Pistelli, Sara El Debuch, Jonis e Mila Bascir, Laura Boerci, Gianluca Pinto, Brunella Maiolini, Francesca Biscetti, Roberta di Scipio, Matteo Palamara, Flaminia Pricolo, Giulia Giovannelli, Danilo Buonsenso, Marco Cherubini, Alessandro Paleri, Erich Kustatscher, Silvia Gilardoni, Giulia Ronconi, Umberto Fortunato. Durante intervista video abbiamo cercato di indagare i sentimenti e le emozioni che hanno reso possibile questo bellissimo, significativo, educativo, vitale e toccante documentario. Dovrebbe essere, a mio avviso proiettato nelle scuole , carceri e lì dove si respira la pesantezza della diversità; ma non solo è un messaggio infatti di sensibilizzazione per tutti, perché ognuno di noi deve fare i conti con se stesso e con i propri limiti, in una società ancora non completamente pronta al concetto di diversità. cast al completo filmNino Monteleone e Sabrina ParaviciniPer il secondo anno consecutivo, continua la collaborazione tra la Festa del Cinema di Roma e la Casa Circondariale femminile di Roma Rebibbia con una speciale programmazione a cura di Giulia Merenda. Durante la mattinata di giorno 22 si è tenuta la proiezione nella sala “Melograno” (proiezione riservata alle detenute). Ieri invece presso l’Auditorium del MAXXI alle ore 15.00 si è svolta l’anteprima del documentario “Prove di libertà. Roma, quelli dell’Articolo 21, regia di Carlo Bolzoni e Guglielmo Del Signore, due giovani registi siciliani di Caltanissetta. La proiezione è stata preceduta da “Parole in semilibertà”, regia di Francesca Tricarico, con il monologo teatrale di Daniela Savu, una ex detenuta, attrice della compagnia “Le donne del muro alto”. E’stato molto emozionante sentire le parole di passione e amore verso il teatro, come elemento che ha permesso alla ex carcerata di risentirsi libera e viva. Sono stati presenti tra le figure istituzionali del festival: Laura Delli Colli, che ha espresso l’importanza ed il valore di questo evento all’interno della manifestazione, un valore aggiunto, in cui il cinema diventa tramite tra le sbarre e la libertà fuori. In sala inoltre l’assessore Daniele Frongia e la garante delle persone prive di libertà di Roma, Gabriella Stramaccioni, che hanno sostenuto il progetto con il Dipartimento di amministrazione penitenziaria. Protagonisti assoluti presenti durante la proiezione, i detenuti, che hanno partecipato come attori al progetto. Grazie all’articolo 21 che permette loro un regime di semilibertà hanno potuto vivere questa esperienza di vita. L’atmosfera in sala è stata molto rilassata e tranquilla nonostante la presenza delle guardie penitenziarie, che ovviamente per chi non è abituato può risultare strano, i detenuti hanno mostrato grande partecipazione e rispetto per il lavoro svolto e soprattutto hanno creato un ambiente leggero e divertente con le loro batture e risate rivedendosi nel documentario. Toccante è stato notare l’abbraccio di molti loro con la famiglia e figli presenti. Ciò che viene fuori da questo evento è come la libertà sia un bene prezioso che va oltre le sbarre ed un carcere. La libertà di sentirsi vivi e utili è ciò che dà vera forza e senso alla vita di ogni essere umano. Il progetto del documentario insieme all’idea di impiegare i detenuti nella pulizia del verde pubblico della città ha ridato animo e fiducia ai detenuti. Nel cortometraggio i ragazzi esprimono l’importanza del lavoro, di questo progetto, parlano di Roma, dei suoi problemi ma anche trattano le loro vite e storie. Viene fuori il bisogno di rinascere e di ritrovare se stessi anche dentro il carcere. Dalle celle ai parchi di Roma, dalla monotonia dell’istituto penitenziario alla riconnessione con la realtà, dalla rassegnazione alla fiducia. Per molti di loro è stata la prima esperienza di lavoro, per altri un mestiere da giocarsi una volta liberi, per altri un contatto diretto con la natura mai avuto prima. Il messaggio forte che tutti i protagonisti sembrano lanciare è quello di una detenzione in cui si possa recuperare e “rinascere” attraverso il lavoro e progetti. Diventare persone migliori tramite l’apprendimento e l’impiego in attività utili. Abbiamo incontrato i registi del film ed in una breve intervista possiamo capire meglio come si siano approcciati a questo lavoro. E’ il primo documentario che fate? No, abbiamo già realizzato un documentario di carattere sociale sui contadini rumeni girato in Romania. Come avete realizzato questo secondo cortometraggio, con chi avete collaborato? Tramite la garante dei detenuti Gabriella Stramaccioni, siamo venuti a conoscenza di questa iniziativa e siamo riusciti a farne parte. Da chi è stato finanziato? Siamo stati aiutati da un’Associazione ed altri piccoli finanziamenti. C’è stata una collaborazione con altri enti? Si, sicuramente è stata importante la collaborazione con il Comune di Roma e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che ci hanno facilitato in tutto, accessibilità al carcere e permessi. E’ stato facile realizzare il progetto? Sicuramente la sinergia con tutti i coinvolti ci ha aiutato in ogni passo del progetto. Parliamo del lavoro con i detenuti, è stato facile rapportarsi con loro e loro con voi, sono stati partecipativi, avete avuto problemi con alcuni che non volevano parlare e proporsi? Con alcuni è stato più facile, con altri inizialmente il rapporto che si è instaurato è stato più complicato e difficile; nel senso che hanno avuto bisogno di avere fiducia e credere in questa cosa, c’è voluto del tempo per aprirsi. Altri ancora non hanno lasciato la liberatoria e non sono stati ripresi ma è stata la minoranza, la maggior parte ha partecipato. Anche per noi non è stato semplice all’inizio, è stato un approccio forte per entrambi le parti. In quanto tempo avete girato? 5 mesi ma in maniera frammentaria. I ragazzi ancora lavorano? Ancora lavorano, è un progetto che avanti, hanno avuto bisogna di metabolizzare l’iniziativa e capire il lavoro. In base a cosa sono stati scelti i detenuti? Tramite buona condotta, articolo 21 e curriculum carcerario impeccabile. La libertà di essere se stessi anche dietro le sbarre. Il lavoro rende l’uomo capace di migliorarsi. Carlo Bolzoni, Assessore Daniele Frongia e Guglielmo Del Signore“CineMigrare – Festival Internazionale di Cinema senza Frontiere” torna per il secondo anno a raccontare storie di carattere sociale usando come palcoscenici diverse città siciliane. Ciò che caratterizza questa manifestazione è il fatto di essere itinerante permettendo così di arrivare in varie località. Lo scorso anno sono state 4 le tappe realizzate: Catania, Castellamare del golfo, Taormina e Gravina. Quest’anno dopo Catania e Palermo, il Festival arriva di nuovo a Taormina per la sua 7° tappa. Evento di chiusura sarà nuovamente Gravina a dicembre. Il Festival mette insieme il cinema e il tema sociale e difficile della immigrazione. Mai come oggi si è tanto parlato e dibattuto intorno a questo argomento. La sensibilizzazione appare toccare incontri culturali e cinematografici e CineMigrare con il suo programma punta proprio a far riflettere su emarginazione e migrazione. Domani la manifestazione si sdoppierà in due appuntamenti ideati per coinvolgere il pubblico di ogni età. Luogo scelto, come suddetto, la meravigliosa città di Taormina, crocevia di incontri culturali nazionali e internazionali. Per capire meglio come si svolgerà la giornata di domani intervista a Cirino Cristaldi uno dei due organizzatori dell’evento che insieme a Giampiero Gobbi si sono occupati della manifestazione, entrambi membri del direttivo dell’associazione Culturale No Name. Cirino Cristaldi oltre ad occuparsi di questo progetto è anche Giornalista pubblicista e collaboratore per diverse testate giornalistiche; inoltre si occupa da anni di organizzazione di festival, tra cui Taormina Film Fest, Taobuk e Via dei Corti. Amante delle scrittura ha pubblicato il romanzo thriller Ousmanne Olman - Il Predestinato, il saggio La mafia e i suoi stereotipi televisivi, ultimo libro, Onorata Società, romanzo scritto a quattro mani con Mirko Giacone. Cirino Cristaldi, come si svolgerà la giornata di domani? La prima parte dell’evento si svolgerà presso l’II.SS. Pugliatti, scelto per arrivare ai cuori e alla sensibilità dei ragazzi; una delle mission di CineMigrare è proprio quella di arrivare nelle scuole e università e sensibilizzare i giovani. La mattinata con i suoi incontri partirà alle ore 9.00 Chi saranno gli ospiti di questa prima parte a scuola? Inaugurerà la mattinata, Cono Cinquemani (autore di Zia Favola, una storia Siculish) seguito dal regista Luca Lepone che discuterà con lo scrittore Antonio Ciravolo il suo Amira, tra i cortometraggi italiani più apprezzati degli ultimi anni. Gli incontri, saranno moderati dal critico storico Franco La Magna e dal giornalista Andrea Maglia. Durante la mattinata inoltre verranno presentati i cortometraggi internazionale in concorso, il cui vincitore sarà scelto dal pubblico di studenti. Quali sono i cortometraggi giunti in finale? LA FESTA PIÙ BELLISSIMA di Hedy Krissane (Italia, 2018) TORINO ‘63 di Noemi Pulvirenti (Italia, 2017) WHERE IS EUROPE? di Valentina Signorelli (Italia, 2018) TUNISIA 2045 di Ted Hardy-Carnac (Francia, 2016) Cosa succederà invece nel pomeriggio? L’incontro del pomeriggio si svolgerà alle ore 17.00 nel bellissimo Palazzo dei Duchi di Santo Stefano di Taormina, con il patrocinio dell’Ordine degli avvocati di Messina. Presenti i registi Antonella Barbera e Fabio Leone e lo scrittore Cono Cinquemani. I cineasta, ennesi, presenteranno il loro ultimo lavoro, Advenae, cortometraggio realizzato in collaborazione con l’ERSU di Enna. Cono Cinquemani, invece, col suo volume Zia favola, una storia siculish analizzerà il fenomeno linguistico che prende oggi il nome di “siculish” ennesima dimostrazione della mescolanza tra lingue e culture. I lavori saranno aperti da Vincenzo Ciraolo (Presidente Ordine degli Avvocati di Messina), Nunzio Cammaroto (Consigliere Ordine degli Avvocati di Messina) e Giovanni Villari (Componente Commissione diritti umani CNF). Qual è l’obiettivo e funzione del Festival? Sensibilizzare il pubblico di tutte le età al tema dell’immigrazione e integrazione ma non solo deve essere anche un modo per celebrare e valorizzare il lavoro e le ricerche di chi sene occupa. Per questa ragione saranno premiati cono Cinquemani, Luca Lepone e i registi Antonella Barbera e Fabio Leone. E’ necessario dare voce a chi con impegno si dedica a temi importanti e scottanti. I cortometraggi tratteranno tutti la stessa tematica? Si, immigrazione e integrazione culturale Sei soddisfatto dei risultati finora raggiunti da CineMIgrare? Si, CineMigrare continua a tirare fuori il meglio di noi insieme alla voglia di mettersi in gioco di volta in volta. Cambiando sede, è bello avere un pubblico diverso e che mostra interesse a questa tematica che ci sta particolarmente a cuore. Ci piace pensare che siamo riusciti a legare la nostra passione per il cinema al tema dell’immigrazione e dell’integrazione, punto focale della Sicilia degli ultimi decenni”. Appuntamento a domani con CineMigrare a Taormina per la sua 7° settima. Cirino CristaldiIntervista all’attrice Tea Falco. Primo documentario da regista. Raccontare la Sicilia con 20 volti oltre i soliti stereotipi.
Attrice catanese Tea Falco è stata tra gli ospiti dello Sky Arte Festival che si è svolto il 12 e 13 ottobre a Palermo. In tale occasione ha presentato il suo primo cortometraggio da regista. Amante della fotografia, attrice per il teatro, cinema e televisione ha deciso di passare dall’altra parte della camera e realizzare “Ceci n’est pas un cannolo”. Un documentario che vuole planare con leggerezza e ironia su tematiche profonde e importanti radicate in Sicilia. Tea vuole raccontarci un’isola al di là degli stereotipi a cui questa terra è stata sempre legata. Per capire meglio di cosa si tratti una breve intervista ad una poliedrica artista. E’ il primo documentario che fai? Si, il primo approccio alla regia. E’ un omaggio alla Sicilia, puoi raccontarmi come nasce l’idea del documentario e qual è il cuore della storia? Nasce fa 3 anni fa, volevo raccontare la Sicilia ed i siciliani di oggi, però cercando di dare un nuovo volto all’ isola, non solo da presentare ai siciliani perché fatto per i siciliani ma da presentare all’estero perché è come se all’estero avessero un’idea di Sicilia stereotipata e volevo andare oltre gli stereotipi, mostrando una Sicilia buona, i siciliani di oggi, gli aspetti positivi, naturali e veri, senza giudicarli. Ho intervistato 20 persone facendoli parlare e presentarsi per come sono realmente nel loro quotidiano. Sono quindi delle reali interviste che fai ai personaggi? In realtà non sono interviste con un giornalista che interroga ma li lascio parlare, ho detto loro di fare quello che normalmente realizzano nella loro vita e di mostrarsi per quello che sono. Sono quindi persone comuni, come le hai scelte in basi ai loro racconti, visi? Casting? Ho scelto 20 persone tra tutti i lavori possibili immaginabili, quindi tipologie diverse: dal panettiere al fisico, dal filosofo allo stalliere di Palermo. Perché volevo dare una visione totale della vita in Sicilia attraverso il vissuto e di racconti di queste persone. Uso l’ironia. E’ un documentario dunque dalla lettura ironica? Non proprio, perché in realtà i temi toccati sono profondi e seri ma cerco di planare con leggerezza e ironia su realtà dure e discutibili. Sappiamo che esiste la criminalità in tutto il mondo, quindi volevo parlare di altro nel mio documentario. Andare oltre il concetto di Sicilia mafia e stereotipi. E’ la prima volta che presenti il documentario ad un Festival? No, è stato già proiettato al Biografilm Festival di Bologna dove è andato molto bene. Da questa intervista viene fuori la voglia di regalare alla Sicilia una nuova immagine, raccontarla con facce comuni. Si sente dalle parole della regista l’amore per la sua terra, una passione che è trapelata anche da un suo testo letto prima della presentazione del corto di cui riporto il video. Parole toccanti e profonde che denotano grande sensibilità e cuore che l’artista ha voluto donare al pubblico. Il documentario è sicuramente ben riuscito, un’ottima fotografia e scelta delle location. Ogni personaggio appare come un quadro a parte, come mosaico di una rappresentazione nella sua totalità. Quest’ interezza è la Sicilia, le sue storie i suoi 1000 volti. Il puparo, lo psichiatra, la prostituta trans, l’anziano che parla del figlio, sono tra i volti più interessanti e carismatici che con spontaneità e verità raccontano le loro storie, senza filtri e veli. Non vediamo grandi paesaggi dell’isola ma tramite i racconti di questi volti è facile immaginare le tanti facce della Sicilia andando oltre le solite storie. Da pochi giorni si è concluso lo Sky Arte Festival, seconda edizione che si è svolta il 12 e 13 ottobre a Palermo, capitale della cultura 2018. E’stata una vera maratona all’ insegna della cultura e dell’arte in tutte le sue forme. Un appuntamento dietro l’altro e una serie di incontri gratuiti e aperti al pubblico si sono alternati tra Santa Maria dello Spasimo di Palermo e il Teatro Garibaldi. Tanti gli artisti intervenuti, regalando a Palermo pillole di bellezza artistica e professionalità.
Durante la conferenza stampa che si è tenuta la mattina del 12 presso il teatro Garibaldi, moderata dalla presentatrice Sky Denise Negri, sono stati presentati gli ospiti e gli appuntamenti del Festival. Sono intervenuti nella presentazione dell’evento: Roberto Pisoni (direttore Sky Arte), Leoluca Orlando (sindaco di Palermo), Andrea Cusumano (assessore alla Cultura di Palermo) e Roberto Amigoni (direttore generale Manifesta12). Tra gli artisti, che hanno preso parte con le loro performance al festival, presenti in sala: Gianluca Di Marzio, Dario Massara, Brunori, Manuel Agnelli, Tea Falco, Vittorio Cosma, Isabella Arnaud, Laura Barreca, Dario Nepoti e Corrado Fortuna. Bellissima la sigla del Festival come il promo della manifestazione. Emozionante e d’impatto. Grande l’accoglienza e la passione con cui Il sindaco di Palermo ha parlato della sinergia tra la città e lo Sky Arte Festival. Ha mostrato una forte apertura nel rendere la sua città sempre più accogliente nei confronti di iniziative artistiche e dell’integrazione umana e interculturale. Lo stesso Roberto Pisoni, Direttore di Sky arte, spiega perché la scelta di Palermo come sede dell’evento. Città effervescente culturalmente, Capitale italiana della cultura 2018 e sede di Manifesta 12, da sempre anticipatrice di temi importante dell’arte e contemporaneità. Considera inoltre la scelta di Palermo come un atto d’amore per una città ricca, ricettiva e accogliente. Tutte le attività collaterali al Festival, come manifesta 12 rendono questo atto d’amore ancora più coinvolgente. Dopo gli interventi di Brunori, Cosma, Manuel Agnelli, Tea Falco e Corrado Fortuna che hanno anticipato i loro interventi e spettacoli sono stati presentati tutti gli ospiti ed incontri che tra il 12 e 13 hanno animato Palermo. Tutti gli incontri tenutesi tra lo Spasimo e il teatro Garibaldi sono stati di ampio respiro culturale confermando ancora l’altissimo livello ed il lavoro magistrale di Sky Arte nell’organizzazione dell’evento. Tanto pubblico ad ogni appuntamento, riempendo le sale adibite per gli incontri. Chiesa dello Spasimo Brunori Sas canta “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla: concerto esclusivo di apertura Festival. Carlo Lucarelli racconta “Inseparabili”: Michele Cogo, Carlo Lucarelli e Antonio Monti Palermo: la cultura e l’impresa tra presente e futuro: Anrea Cusumano, Dario Nepoti, Leoluca Olando, Constanze Reuscher, Josè Rallo Iaia Forte legge “Caffè Amaro” di Simonetta Agnello Hornby: Adriana Falsone, Iaia Forte Leonardo da Vinci tra arte e tecnologia: Carlo Francini, Franco Losi Pif incontra Geppi Cucciari Oliviero Toscani: Solo arrivare in anticipo è peggio che arrivare in ritardo Da True detectivea George Clooney. Come produrre una serie di successo: Richard Brown, Antonio Visca. Teatro Garibaldi Le donne nell’arte,.Le donne per l’arte: Laura Barreca, Fulvia Carnevale, Hedwig Fijen, Stefania Galegati, Shines, Paola Nicolin Michelangelo Infinito: Emanuele Imbucci, Enrico Lo Verso 33 giri Italian Masters-Fossati: Manuel Agnelli, Rodrigo D’Erasmo. Stefano Senardi C’è un mare da salvare: Martina Capriotti, Daniele Moretti Le conversazioni. Omaggio al Gattopardo. Roberto Andò, Gioacchino Lanza Tomasi, Antonio Monda I maestri del Noir: Ennio Fantastichini, Elena e Michela Martignoni, Alba Solaro, Hans Tuzzi Rock and talk: Massimo cotto Isabelle Ragonese: letture in forma di Rosa Manuele Agnelli racconta Afterhours vs Forum Tea Falco presenta “Ceci n’est pas un cannolo" Botanica-l'universo vegetale tra scienza e musica-un progetto di Deproducers, sTefano mancuso e Aboca. Evento di chiusura. Due iniziative importanti hanno animato il Festival una di carattere sportivo e sociale: “L’Arte di far crescere i talenti che si è tenuta nel centro di accoglienza Padre Nostro, fondato da Don Puglisi e una campagna di sensibilizzazione ambientale “Un mare da salvare”. Evento di chiusura Festival è stato il concerto all’Orto Botanico di Palermo “Botanica- l’universo vegetale tra scienza e musica. Uno spettacolo eccezionale, magico, emozionante, suggestivo, interessante, coinvolgente e socialmente utile. Un messaggio moderno verso la sensibilizzazione nei confronti del mondo vegetale e delle piante. Stefano Mancuso, Scienziato di prestigio mondiale, professore all'Università di Firenze, dirigente del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale ha condotto quello che posso definire un “musidocumentario”. Sul palcoscenico infatti i Deproducers, l’eccezionale collettivo musicale formato da Vittorio Cosma, Riccardo Sinigallia, Gianni Maroccolo e Max Casacci insieme a ABOCA, si sono esibiti in uno spettacolo che ha fatto già sold out in altre tappe. Gli interventi musicali di raffinate melodie elettroniche e strumentali dallo stile ambient sono state la colonna sonora di giochi di luce ed effetti speciali di animazione che hanno arricchito la scenografia dell’evento. La voce narrante sull’ambiente durante la parte musicale da parte di Riccardo Sinigallia è stata di grande impatto emotivo e suggestivo. L’eleganza, la cultura, la professionalità e la semplicità con cui il professore Mancuso ha spiegato l’importanza delle piante come essere viventi dotati di un’ intelligenza da rispettare e salvaguardare è stata magistrale. Standing ovation finale ha applaudito tutta la formazione e partecipanti al progetto. Un evento che non può non colpire e far riflettere sulla nostra natura. Una regia eccezionale. Lo Sky Arte Festival è stato sicuramente un evento che ha davvero portato una vera rigenerazione culturale a 360° con talenti, professionalità, tante emozioni e suggestioni in una città che ha bisogno di essere celebrata per le sue bellezze e storia andando oltre le parti più oscure che da sempre si cerca di combattere. Tanti i partner e sinergie: il Comune di Palermo, manifesta 12, Aboca, l’università di Palermo, Zacapa/Diageo, Zanichelli, Virgin Radio, Artribune, Cineteca di Bologna, la casa cinematografica Titanus, la Fondazione Federico II, l’ARS Assemblea regionale siciliana e il Dipartimento regionale dei Beni Culturali. |
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Luglio 2024
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