Al Lovers film Fest si è tenuta domenica 22 Aprile una lunga masterclass intitolata: “About fighters” in cui è intervenuto il regista, autore e montatore Robin Campillo, moderata da Frank Finance Madureira, fondatore della Queer Palm di Cannes. L’incontro si è svolto nella sala 2 del cinema Massimo. Una lezione interessante in cui il regista ha ripercorso la sua vita artistica e personale, in quanto i due cammini, durante la sua maturazione sessuale, si sono intrecciati, crescendo e dando vita al suo cinema e filmografia. Lungometraggi che rispecchiano un modo di indagare la realtà in cui lo spettatore è catapultato in una nuova realtà, quella mostrata dal regista. Un mondo in cui chi guarda deve perdersi, indagare e farsi delle domande per giungere alla propria ricostruzione di ciò che ha visto. Il concetto di metamorfosi, come forza che domina il cinema, come elemento che porta al cambiamento e ribaltamento del punto di vista dello spettatore è denominatore comune dei suoi racconti. Il cinema mostra un altro lato della vita che va oltre gli schemi della normalità. Epidemia AIDS che negli anni ’80 ha causato morti e terrore a livello mondiale, ritorna più volte nella biografia del regista. L’autore ha diverse volte citato grandi registi e direttori del cinema italiano internazionale che lo hanno ispirato e formato nel suo modo di intendere la cinematografia. Fellini con Satyricon, Visconti e Hitchcock con “Uccelli” sono alcuni dei suoi maestri, senza dimenticare l’influenza di Godard e della Nouvelle Vague. Durante il piacevole incontro con Campillo , il direttore si è più volte soffermato sul ruolo dell’attore e il rapporto con il regista. L’attore deve essere lasciato libero di dare voce al suo personaggio senza mai porsi al di sopra di lui, acconsentire che l’anima dell’attore venga fuori nelle sue interpretazioni. Parte della masterclass è stata dedicata al film, presentato al festival per omaggiare la sua presenza, “120 battiti al minuto” vincitore a Cannes del Grand Prix speciale della giuria 2017. La storia ambientata negli anni 90 racconta la lotta attivista del movimento ACT UP sull’emergenza AIDS in atto. I due protagonisti percorreranno insieme amore, sesso e lotta. Con questo lungometraggio Campillo viene consacrato vincitore a Cannes. Un grido di denuncia, forte e deciso delle ipocrisie di cui è stato vittima il mondo LGBTQI francese, scatenando una serie di polemiche internazionali.
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Ieri si è concluso il Lovers film fest di Torino. Tanti artisti, registi, attori e personaggi hanno arricchito i diversi eventi e momenti del Festival. Un'atmosfera di festa, gioia e voglia di "rivoluzione colorata" si è respirata per tutte le sale della rassegna. Un programma variegato in cui le tematiche LGBTQI, lotta dei diritti, amore oltre ogni frontiera hanno fatto da collante tra perfomance teatrali,film, presentazioni di libri e momenti di riflessione. Il ribaltamento della tradizionale forma di vivere l'amore tramite l'occhio critico del cinema è riuscito nel suo intento. Il tema dei sentimenti e le emozioni oltre ogni limite generazionale e di sesso è stato discusso e cuore del festival, tra i film che ho avuto il piacere di vedere, vorrei attenzionare "The Cakemaker" di Ofir Raul Graizer e "A Glòria e a Graca " di Flavio R. Tambellini. Entrambi dalle atmosfere Almodoriane, in cui la vena poetica e nello stesso tempo il mordente e la freddezza della realtà riescono a spiegare tematiche importanti e forti in maniera poetica e naturale. I film vincitori del Festival: Concorso internazionale lungometraggi All the Lovers, TINTA BRUTA di Marcio Reolon e Filipe Matzembacher (Brasile, 2018,118') e una menzione speciale a TIERRA FIRME di Carlos Marques-Marcet (Spagna, 2017, 111').
Concorso internazionale documentari Real Lovers, BEYOND THE OPPOSITE SEX di Bruce Hensel (USA, 2018, 89'). Per la sezione iconoclasta Irregular Lovers, la miglior pellicola è stata FLORES di Jorge Jácome (Portogallo, 2017, 26'). I giovani giurati del concorso cortometraggi Future Lovers coordinati da Massimiliano Quirico hanno scelto come vincitore MALIK di Nathan Carli (France, 2018, 15'). La giuria Young Lovers ha voluto premiare TINTA BRUTA. Si aggiudica invece il Premio Stajano BIXA TRAVESTY (TRANNY FAG) di Claudia Priscilla e Kiko Goifman (Brasile, 2018, 75'). La serata finale e di chiusura è stata presentata da Pino Strabioli con la partecipazione di Valeria Golino alla quale il presentatore ha dedicato un'intervista. Ospite in concerto Nina Zilla. Durante i giorni del festival proprio Torino è stata la città dove per la prima volta in Italia un sindaco ha riconosciuto la possibilità di avere un figlio a una coppia di donne. "Torino - spiega la sindaca Chiara Appendino - è la prima città italiana a consentire alle coppie omogenitoriali di veder riconosciuto il diritto ai loro figli di avere entrambi i genitori". Un grande passo in avanti in un clima di cambiamenti sociali e culturali. Discutibile, criticato, giusto o non giusto ma è successo e questo vuol dire che anche l'italia si sta avvicinando a delle trasformazioni di carattere sociologico. |
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Luglio 2024
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