Tutti gli ospiti del Nations Award 2024. Serata di gala il 21 luglio al Teatro Antico di Taormina7/16/2024 Le stelle del cinema pronte a illuminare Taormina. Dal 19 al 21 luglio la Perla dello Jonio ospiterà la 18esima edizione del Nations Award, il Premio Cinematografico delle Nazioni promosso da Michel Curatolo da 25 anni leader nell’organizzazione di grandi eventi, già ai vertici del Taormina Film Fest. Anche quest’anno sul red carpet artisti di assoluto prestigio in linea con le edizioni del passato che hanno visto la partecipazione di tanti volti del cinema internazionale come Woody Allen, Gerard Depardieu, Claudia Cardinale, Gina Lollobrigida, F.Murray Abraham, Jean Sorel, Ezio Greggio, Ferzan Ozpetek e il campione sportivo Ronaldinho.
L’evento porterà per la prima volta in Sicilia Kevin Spacey, fortemente voluto dall’organizzatore Michel Curatolo con la sapiente consulenza artistica di Marco Fallanca. Il noto attore, premiato lo scorso anno al Museo Nazionale del Cinema di Torino, si esibirà domenica 21 luglio in una breve performance nell’evocativo scenario del Teatro Antico. In questa occasione, al due volte premio Oscar per I soliti sospetti e American Beauty, sarà conferito il Nations Award alla carriera per la sua eccezionale dedizione al mestiere di attore sul palcoscenico, sul grande schermo e in televisione. Da un’eccellenza all’altra. Riceverà il Nations Award anche Giancarlo Giannini, tra gli esponenti più illustri del cinema italiano che ha portato la nostra cultura fino ad Hollywood ricevendo nel 2023 una stella nella celebre Walk of Fame. Giannini, vincitore di sei David di Donatello, sei Nastri d'argento e cinque Globi d'oro, è noto per la sua straordinaria capacità di dare corpo e sostanza a personaggi diversissimi tra loro, dalla commedia al dramma. Celebre la sua collaborazione con la regista Lina Wertmüller in capolavori come Film d'amore e d'anarchia, Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto e Pasqualino Settebellezze, solo per citarne alcuni. Al Nations Award non può mancare la musica d’autore. Verrà infatti assegnato un premio speciale a Paolo Conte, autentico esponente della cultura musicale e dell’arte in ogni sua forma. Attesissimi anche gli attori Gaetano Aronica, direttore del Teatro Pirandello di Agrigento, e Margareth Madè, autorevoli rappresentanti della “sicilianità”. Entrambi sono stati protagonisti nel celebre Baarìa di Giuseppe Tornatore. Aronica sarà tra i protagonisti di un cortometraggio per la promozione di Taormina, Giardini Naxos e Agrigento prossima Capitale della Cultura, con il supporto del Dipartimento regionale dei Beni Culturali, Parco della Valle dei Templi e Parco Archeologico Naxos-Taormina. Con loro, salirà sul palco del teatro greco la modella e attrice Madalina Ghenea, fresca vincitrice del Premio Osf, per il suo impegno per la tutela ambientale e la promozione della salute pubblica, tematiche che contraddistinguono il Nations Award-Thinkingreen. Ghenea, nel 2016 protagonista al Festival di Sanremo, ha lavorato con registi del calibro di Paolo Sorrentino, Ben Stiller e Ridley Scott che l’ha scelta per interpretare Sofia Loren in House of Gucci. Madrina dell’evento sarà Noemi Brando, bravissima a vestire i panni di Tina nella serie Netflix Sei nell’anima dedicata alla cantautrice Gianna Nannini. Noemi Brando, protagonista anche nella fortunata serie Supersex ispirata alla vita di Rocco Siffredi, riceverà il premio Thinkingreen Award Next Generation, come miglior attrice rivelazione. Momento clou della manifestazione la serata di gala al teatro greco in programma domenica 21 luglio alle 21.30. A condurre anche quest’anno l’attrice Barbara Tabita e il giornalista e direttore di Hot Corn Andrea Morandi. L’ingresso sarà gratuito e basterà inviare una mail a [email protected] per riservare i biglietti. Il Nations Award darà ampio spazio alla sostenibilità ambientale con il Thinkingreen, il ciclo di convegni all’NH Hotel di Taormina in cui si alterneranno esperti del settore, rappresentanti delle istituzioni, giornalisti e personaggi dello spettacolo. Tutti pronti a lanciare un appello per tutelare con ogni mezzo possibile il nostro pianeta. Nel programma spicca la presenza degli architetti di fama internazionale Doriana e Massimiliano Fuksas che saranno premiati nel corso dell'iniziativa. Entrambi dialogheranno con esperti ed esponenti istituzionali tra cui il vicepremier Matteo Salvini, sull’affascinante tematica del Ponte sullo Stretto, analizzando in particolare le opere connesse e la loro armonizzazione con il territorio. Atteso anche l’intervento del presidente del Fc Internazionale, Giuseppe Marotta, in una tavola rotonda dedicata allo sport e alla sostenibilità. Ma in primo piano c’è anche la solidarietà. Partner dell’evento è infatti l’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) e sul palco del teatro greco sarà rappresentata dall’attrice Ester Pantano, testimonial d’eccezione fin dall’inizio, della raccolta fondi per incentivare la ricerca contro questa grave patologia. Commedia superstar con ospiti e premi davvero speciali a Taormina venerdì prossimo 12 luglio con l’evento dei Nastri d’Argento che inaugura il Taormina Film Festival 2024 diretto da Marco Müller.
Con i premi dedicati a Christian De Sica e Carlo Verdone, straordinariamente insieme, una serata di aneddoti, immagini, memoria, dedicati alla lunga stagione dei Nastri d’Argento al Teatro Antico e, insieme, al Taormina Film Festival che sigla il suo 70mo compleanno con il ritorno del grande cinema fino al 19 Luglio. Un’occasione per festeggiare anche i 15 anni del palmarès che i Giornalisti Cinematografici dedicano alla commedia con un parterre davvero speciale: insieme a De Sica e Verdone ricevono il Nastro d’Argento Giovanni Veronesi, per aver rilanciato la commedia romantica con Romeo è Giulietta e i suoi protagonisti Pilar Fogliati e Maurizio Lombardi, vincitori 2024 nella categoria dei migliori attori che ha già premiato a Roma Virginia Raffaele con il regista Riccardo Milani e il produttore di Un mondo a parte Giampaolo Letta. Tra cinema e serie anche i Premi per il sicilianissimo Alessio Vassallo protagonista nella fiction di Camilleri e proprio quest’anno al cinema con la commedia di Gianluca Maria Tavarelli Indagine su una storia d’amore. Premiata per la commedia anche Margherita Buy, una delle protagoniste più amate ora anche regista di commedia con Volare candidata tra le migliori dell’anno. È stata spesso sul set anche con Carlo Verdone e Giovanni Veronesi e il Nastro segna un record assoluto: è la più premiata tra le attrici che hanno ricevuto i Premi dai Giornalisti. Due, infine, oltre la commedia, sono i Nastri d’Argento speciali 2024 che arrivano sul palco di Taormina per Giuseppe Tornatore e Luca Barbareschi. Per Tornatore ancora una volta un omaggio a Taormina, legato anche ai 70 anni del Festival: proprio sul palcoscenico del Teatro Antico - con i Nastri d’Argento - ha ricevuto il primo premio della sua vita. Era il 1987, Nastro d’Argento al miglior esordiente per Il camorrista, inizio di una meravigliosa storia d’amore con il cinema festeggiata sul palcoscenico dei premi più importanti e nel mondo fino agli Oscar®. A Luca Barbareschi che si avvia ai suoi primi 50 anni di cinema Nastro d’Argento per The Penitent, il film del quale è produttore, regista e protagonista: una critica al ‘politically correct’, alle convenienze, ma anche alle censure e a volte alle autocensure di un giornalismo non sempre all’insegna dell’onestà intellettuale. Una storia costruita ancora una volta con David Mamet, un grande autore tra cinema e teatro, che proprio Barbareschi ha il merito di aver fatto conoscere anche al pubblico italiano. Il Premio Nino Manfredi 2024 Alla sua 11.ma edizione il ‘Premio Manfredi 2024’ promosso dai Giornalisti Cinematografici con la famiglia Manfredi per ricordare il grande Nino va a Claudio Bisio nell’anno del debutto alla regia con L’ultima volta che siamo stati bambini e a Emanuela Fanelli, clamorosa new entry nel mondo della commedia, ma non solo. Fanelli è diventata a tempo di record una vera e propria regina della comicità aggiungendo alle sue corde ironiche in C’è ancora domani di Paola Cortellesi una sfumatura di autentico omaggio al neorealismo. Come proprio Manfredi ha saputo dimostrare, anche Bisio - dopo una galleria di personaggi irresistibilmente comici - ne L’ultima volta che siamo stati bambini ha raccontato una storia capace di divertire e, insieme, emozionare fino alla commozione dimostrando che il valore dell’amicizia tra i bambini riesce a sopravvivere a qualsiasi divisione ideologica. Consegna i premi a nome della famiglia Luca Manfredi che, a proposito di commedia, ha appena finito di girare Com’è umano Lui! film tv che racconta Paolo Villaggio. Beatrice Grannò e Nicolas Maupas Premi Guglielmo Biraghi Ancora un appuntamento, nella tradizione dei Nastri dedicata alle migliori attrici e ai migliori attori giovani inaugurata proprio a Taormina oltre vent’anni fa con gli esordienti di allora, Jasmine Trinca e Jamie Bell. Alla piccola squadra di talenti che hanno già ricevuto quest’anno a Napoli per la serialità e a Roma, pochi giorni fa, il Premio Guglielmo Biraghi si aggiungono a Taormina due protagonisti tra i più amati degli ultimi anni: Beatrice Grannò, tra i molti successi interpretati Doc - Nelle tue mani e White Lotus girato proprio a Taormina e Nicolas Maupas, in brevissimo tempo si è imposto come uno dei più amati giovani attori nella fiction grazie a Mare Fuori, ma soprattutto alla serie con Alessandro Gassmann Un Professore e quest’anno nel cinema con La bella estate, da Pavese, regia di Laura Luchetti, del quale è protagonista, tra le altre, accanto a Yile Yara Vianello, appena premiata a Roma e Deva Cassel. I Nastri d’Argento e Taormina “L’incontro con il pubblico di Taormina rinnova ogni volta per i Nastri d’Argento l’emozione di serate indimenticabili con i più grandi protagonisti del cinema italiano e spesso il debutto di tante ‘scoperte’ che a Taormina hanno regalato di anno in anno momenti straordinari” - dichiara a nome del Direttivo Nazionale la Presidente dei Giornalisti Cinematografici Laura Delli Colli. “A Taormina una serata due volte speciale per la quale ringraziamo con la Direzione Artistica del Festival e la Fondazione Taormina Arte Sicilia, l’Assessorato al Turismo dello Sport e dello Spettacolo della Regione Siciliana, la Sicilia Film Commission e il Comune di Taormina. Essere al Teatro Antico ancora una volta, proprio per questo compleanno speciale, dopo la bellissima serata dedicata un anno fa a La stranezza, è il nostro modo di dire buon compleanno al Festival con il quale abbiamo condiviso un percorso importante”. KEVIN SPACEY SI ESIBIRÀ AL TEATRO ANTICO DI TAORMINA E RICEVERÀ IL NATIONS AWARD ALLA CARRIERA7/3/2024 Taormina rinnova il suo speciale legame con il cinema internazionale in occasione del Nations Award, il premio cinematografico voluto e organizzato dal Presidente Michel Curatolo e dal consulente artistico Marco Fallanca in passato assegnato ad acclamate icone del cinema mondiale quali Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, F. Murray Abraham, Gerard Depardieu, Ferzan Ozpetek, Daniel Brühl, Nicola Piovani, Abel Ferrara e Vittorio Storaro. Organizzato sotto l’alto patrocinio del Senato della Repubblica e della Regione Siciliana, l’evento culminerà in una cerimonia di premiazione che si svolgerà il 21 luglio prossimo nella suggestiva cornice del Teatro Antico di Taormina, il più bel “cinema all’aperto” del mondo.
Nel corso della serata di gala, l’attore di fama mondiale Kevin Spacey – premiato lo scorso anno al Museo Nazionale del Cinema di Torino – si esibirà in una breve performance nell’evocativo scenario del Teatro Antico. In questa occasione, al due volte premio Oscar per I soliti sospetti e American Beauty sarà conferito il Nations Award alla carriera per la sua eccezionale dedizione al mestiere di attore sul palcoscenico, sul grande schermo e in televisione. Nel 2023, il premio è stato attribuito all’attore F. Murray Abraham – premio Oscar per Amadeus di Miloš Forman – che nel 1995 ha interpretato il ruolo del corifeo ne La dea dell’amore di Woody Allen e ha fatto ritorno a Taormina ventisette anni dopo, in occasione delle riprese della seconda stagione della serie antologica HBO The White Lotus. Nel corso della sua pluridecennale carriera cinematografica, Kevin Spacey ha dato un volto memorabile a personaggi come – tra gli altri – Keyzer Söze in The Usual Suspects, John Doe in Se7en, Jack Vincennes in L.A. Confidential, Lester Burnham in American Beauty, Lex Luthor in Superman Returns e Frank Underwood nella celebre serie Netflix House of Cards, ruolo valsogli un Golden Globe, due SAG Awards e cinque nomination consecutive agli Emmy Award. Tra le altre interpretazioni di Spacey si possono ricordare quelle in Glengarry Glen Ross, Consenting Adults, Swimming with Sharks, Midnight in the Garden of Good and Evil, The Negotiator, The Big Kahuna, Ordinary Decent Criminal, K-Pax, The Life of David Gale, Margin Call, Elvis & Nixon e Baby Driver. Ha inoltre diretto i film Albino Alligator e Beyond the Sea. “Kevin Spacey è un monumento senza tempo della storia del cinema e del teatro, che merita indiscutibilmente la possibilità di riavere indietro la sua brillante carriera” – dichiarano Michel Curatolo e Marco Fallanca, Presidente e consulente artistico del Nations Award – “Taormina è una delle più antiche sedi di celebrazioni cinematografiche in Italia ed è un vero privilegio poter assistere a un saggio della performance di uno dei grandi della recitazione del nostro tempo. Sia il pubblico che l’industria sentono ogni giorno la mancanza del suo sconfinato talento e noi siamo estremamente orgogliosi di stare al fianco di un così straordinario artista”. Dopo aver studiato arte drammatica alla Juilliard School e aver debuttato in teatro a New York nel 1981, Spacey è stato un attore camaleontico, ugualmente a suo agio sul palcoscenico e sul grande schermo: si è imposto sulla scena con interpretazioni di rilievo sia a Broadway che off-Broadway, dove ha recitato in produzioni come Enrico I, Parte I di William Shakespeare, Fantasmi di Henrik Ibsen, Il Misantropo di Molière, Il Gabbiano di Anton Čechov e Lungo viaggio verso la notte di Eugene O’Neill. Nel 1991 ha vinto un Tony Award per la sua interpretazione dello zio Louie nel successo di Neil Simon Lost in Yonkers, seguito dal Laurence Olivier Award e da un’altra nomination al Tony Award nel 1999 per The Iceman Cometh. Spacey ha interpretato il ruolo del titolo in Riccardo III nel 2011 e Clarence Darrow in una produzione del West End di Darrow nel 2014 e nel 2015. Dal 2003 al 2015 è stato direttore artistico dello storico teatro Old Vic di Londra.
Christian De Sica e Carlo Verdone saranno insieme sul palco del Teatro Antico nella grande serata dei Nastri d’Argento che inaugura venerdì 12 luglio la 70ma edizione del Taormina Film Festival diretto da Marco Müller, che conclude con un evento speciale la 78ma edizione dei Nastri e apre il Festival che dal 13 al 19 luglio vedrà protagonista il grande cinema. Un omaggio a due vere e proprie icone della commedia italiana, due artisti molto amati dal pubblico che si ritroveranno insieme per festeggiare i 70 anni del cinema a Taormina ma anche i primi 15 anni dei Nastri d’Argento che i Giornalisti Cinematografici dal 2009 assegnano alla commedia. Con De Sica e Verdone riceveranno Nastri d’Argento e Premi speciali altri popolarissimi protagonisti della commedia che anche in quest’edizione è stata votata dai giornalisti cinematografici tra le ‘cinquine’ dei candidati 2024 e, grazie all’invito del Festival, saranno ospiti a Taormina per una grande festa tra memoria e riconoscimenti dedicati alla lunga stagione dei Nastri d’Argento al Teatro Antico. Sarà un’autentica maratona di aneddoti, immagini, memoria e glamour in omaggio al Taormina Film Festival e a conclusione di un’edizione che si prepara a celebrare intanto a Roma, giovedì prossimo 27 Giugno - come tradizione nella grande arena del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo - i registi, i protagonisti, gli sceneggiatori e i giovani interpreti della stagione 2024 con l’intero cast artistico e tecnico del ‘Film dell’anno’, C’è ancora domani di Paola Cortellesi. “L’incontro con il pubblico di Taormina rinnova ogni volta per i Nastri d’Argento l’emozione di serate indimenticabili con i più grandi protagonisti del cinema italiano e spesso il debutto di tante giovani ‘scoperte’ che a Taormina hanno regalato di anno in anno momenti straordinari” - dichiara a nome del direttivo Nazionale la Presidente Laura Delli Colli. “Essere al Teatro Antico ancora una volta, proprio per questo 70mo del cinema al Teatro Antico, dopo la bellissima serata dedicata un anno fa a La stranezza, è il nostro modo di dire buon compleanno al Festival con il quale abbiamo condiviso un percorso importante. E saranno le risate, i ricordi e gli aneddoti con qualche tuffo nel passato, grazie alle immagini che accompagneranno i Premi, a siglare una serata due volte speciale per la quale ringraziamo con la Direzione Artistica del Festival e la Fondazione Taormina Arte Sicilia, l’Assessorato al Turismo dello Sport e dello Spettacolo della Regione Siciliana, la Sicilia Film Commission e il Comune di Taormina”. I Nastri e la commedia, quindici anni di Premi Ex, regia di Fausto Brizzi poi Mine vaganti di Ferzan Özpetek, Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno e poi Carlo Verdone, Maria Sole Tognazzi, i Manetti Bros., Edoardo Leo, Paolo Genovese, Ficarra e Picone… È ricca di nomi d’oro della commedia, specchio del costume di un Paese che per anni, nel cinema, ha reso protagonista anche nel mondo un genere molto amato. È questo il primo capitolo di un palmarès che ha visto protagonisti candidati e premiati fra i quali ovviamente spicca il primato di Carlo Verdone alla regia con molte partecipazioni di Christian De Sica e, fino a quest’anno, spesso nel cinema, l’assenza di quella commedia romantica che fa sorridere a Hollywood il pubblico ma anche i produttori. Dante Ferretti, Francesca lo Schiavo- foto ufficiale museo del cinemaI riflettori si sono accesi ieri sera presso la Mole Antonelliana di Torino per l'attesissima inaugurazione della mostra "Movie Icons", oggetti dai set di Hollywood (29 maggio 2024- 13 gennaio 2025), organizzata dal Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con Theatrum Mundi. L’esposizione è stata curata da Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino, e da Luca Cableri, direttore della galleria Theatrum Mundi di Arezzo. L'evento, che celebra i più grandi personaggi e film del cinema internazionale attraverso un’ampia collezione di oggetti iconici della cinematografia hollywoodiana, ha attirato una folla di appassionati, critici e studenti del settore. La mostra, allestita con grande maestria e attenzione ai dettagli, presenta infatti una serie di documenti e materiali di scena originali che offrono ai visitatori un’esperienza immersiva nel mondo delle star del grande schermo. I costumi, le maschere, manifesti e oggetti differenti sono un omaggio alle icone di tutti i tempi. Dalla piuma di Forrest Gump alla bacchetta magica di Harry Potter, dal casco degli Stormtrooper di Guerre stellari fino alla pallottola di Matrix, ogni sezione contribuisce a ricreare la magia e il fascino dello star system americano. Ogni visitatore durante l’inaugurazione, nonostante la confusione, dovuta al gran numero di presenti, ha potuto sicuramente immortalare in uno scatto il simbolo o “ricordo” del proprio film preferito. La mostra appare come un percorso all’interno dei generi cinematografici, tracciando un cammino dal “reale” al virtuale e digitale. Di qui l’importanza di tornare agli oggetti tangibili e a una riflessione sul collezionismo e sulla sua evoluzione. I pezzi in mostra provengono dal collezioni del Museo Nazionale del Cinema, di Theatrum Mundi e Propstore. All’evento sono stati presenti come ospiti d’eccezione i premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, due dei più grandi scenografi e decoratori di set del nostro tempo. Con una carriera che spazia da collaborazioni con registi del calibro di Martin Scorsese, Federico Fellini e Tim Burton, Ferretti e Lo Schiavo hanno condiviso con il pubblico i segreti del loro mestiere, illustrando il processo creativo che trasforma una sceneggiatura in un'opera visiva di grande impatto. Tra i loro successi scenografici Gangs of New York e Hugo Cabret. La coppia di “artisti” ha tenuto un’interessante masterclass che ha offerto un’opportunità unica ai giovani studenti e appassionati di cinema presenti che hanno potuto godere dei racconti di vita professionali dei due maestri. “Torino è una città che amo moltissimo e mi ha dato anche molta fiducia quando mi hanno affidato l’allestimento del Museo Egizio. Ho potuto fare qualcosa che all’epoca, qualcuno ha considerato – niente male-", ho inoltre lavorato per l’industria Lavazza e per una mostra su Leonardo alla Reggia di Venaria”, ironizza e commenta Dante Ferretti. Dal dibattito nato durante la masterclass è emersa una grande complicità e collaborazione tra la coppia che dalla vita privata si sposta anche nel lavoro, così Francesca Lo Schiavo parla del marito Ferretti: “Dante è veramente una persona geniale nelle proporzioni e velocità con cui crea. I suoi bozzetti diventano velocemente le sue creazioni, ha un’immaginazione rapida e quando impianta la sua idea, la visione del prodotto è proprio quella che aveva in testa. Riesce a dare vita ai suoi progetti. E’ veramente un genio delle misure, fa un lavoro eccezionale”. Il momento più emozionante della serata è stata la consegna a entrambi del premio “Stella della mole”, riconoscimento che il museo del cinema dedica ai suoi ospiti d’eccezione. La premiazione è stata condotta dal Presidente del museo Enzo Ghigo. Foto: NataliberawebCentodiciassette oggetti originali di scena, costumi e memorabilia, provenienti dai set cinematografici hollywoodiani, sono i protagonisti della mostra MOVIE ICONS. Oggetti dai set di Hollywood (29 maggio 2024 - 13 gennaio 2025), organizzata dal Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con Theatrum Mundi e ospitata all’interno della Mole Antonelliana. Curata da Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino, e da Luca Cableri, direttore della galleria Theatrum Mundi di Arezzo, la mostra sarà inaugurata il 28 maggio 2024 alla presenza degli scenografi tre volte vincitori del Premio Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.
Dalla piuma di Forrest Gump alla bacchetta magica di Harry Potter, dal casco degli Stormtrooper di Guerre stellari fino alla pallottola di Matrix: sono solo alcuni degli oggetti di scena originali che si potranno ammirare alla Mole Antonelliana e che hanno plasmato l’immaginario cinematografico negli ultimi 40 anni. L’esposizione non è un semplice censimento di memorabilia dei principali cult movie degli ultimi decenni. Movie Icons propone, infatti, un viaggio tra i generi cinematografici attraverso oggetti iconici, costumi, accompagnati dai manifesti e materiali pubblicitari della collezione del Museo per dare vita a una stratificazione di racconti: dalla semplice memoria del film e della sua storia fino al backstage e alle diverse professioni del cinema. Ogni oggetto racconta anche una ricerca artistica che, in pochi decenni, ha virato sempre di più verso il virtuale e il digitale. Di qui l’importanza di tornare agli oggetti tangibili e a una riflessione sul collezionismo e sulla sua evoluzione. I pezzi in mostra provengono dalle collezioni del Museo Nazionale del Cinema, di Theatrum Mundi e Propstore. “Con questa mostra il Museo Nazionale del Cinema prosegue un percorso artistico di grande spessore – dichiara Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. L’obiettivo è duplice: da un lato fare mostre spettacolari che attirino il grande pubblico e dall’altro ideare proposte che fidelizzino il pubblico più giovane. Ogni visitatore troverà oggetti iconici capaci di farlo viaggiare nel tempo e nelle emozioni, oramai entrati a far parte della storia del cinema, resi ancora più spettacolari grazie a quel fantastico luogo che è il Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana”. “La mostra si propone di delineare un diario di bordo, quasi una mappa dei veloci cambiamenti creativi e tecnologici del cinema, attraverso i suoi oggetti simbolici – dichiara il direttore del Museo e co-curatore della mostra, Domenico De Gaetano. Collezionare, tornare agli oggetti, al loro potere di trasmettere significati, emozioni e conoscenza significa anche analizzare e raccontare il backstage del cinema, i mestieri creativi della settima arte, l’evoluzione del costume e in ultimo quella del collezionismo stesso. Una sfida, quasi un’urgenza, in un’epoca in cui il confine tra materiale e immateriale si fa sempre più labile, non solo al cinema”. “Sono onorato che la mia collezione di props venga ospitata in un museo unico al mondo - dichiara Luca Cableri direttore della Galleria Theatrum Mundi e co-curatore della mostra. La passione che mi ha spinto a raccogliere questi oggetti di cinema è la stessa che ho ritrovato nello staff del museo e che mi ha convinto a esporli per la prima volta al pubblico. Per me è un sogno che si realizza e spero che anche i visitatori potranno sognare a occhi aperti vivendo o rivivendo le storie che questi oggetti iconici raccontano”. Paul Schrader, regista e sceneggiatore cardine della New Hollywood, riceverà il Premio Stella della Mole in occasione di una Masterclass in cui ripercorrerà le tappe della sua carriera, dalle collaborazioni con Scorsese e i successi di Taxi Driver e Toro Scatenato ai capolavori che lo hanno reso uno dei più celebrati autori contemporanei Sin dal suo primo credito cinematografico nel 1974 – nel corso di una carriera lunga cinque decadi e oltre 30 film – Paul Schrader si è imposto come autore e regista a tutto tondo capace di un’audace stilizzazione visiva e di un penetrante realismo psicologico intorno a temi profondi e stimolanti, riuscendo a creare un cinema riflessivo e provocatorio, caratterizzato da una forte personalità autoriale. Il Museo Nazionale del Cinema di Torino rende omaggio a uno dei creatori cruciali del cinema moderno, che ha tracciato un percorso artistico ed espressivo avvincente, singolare e talvolta contraddittorio, ponendosi quasi come l’unico americano ad aver dato contributi significativi come sceneggiatore, regista e critico cinematografico. Figura chiave della New Hollywood – che dalla fine degli anni Sessanta ha portato alla rinascita del cinema americano – Schrader ha collezionato una serie di successi scrivendo sceneggiature di film diretti da Sidney Pollack e Brian De Palma, senza dimenticare quelle di Taxi Driver e Toro Scatenato tra alcune delle sue più fruttuose collaborazioni con Martin Scorsese. Si è poi cimentato, passando dietro la macchina da presa, con tutti i tipi di soggetti, generi e stili nel corso di una carriera duratura, di alto profilo, solitamente imprevedibile e solo a intermittenza mainstream. Raffinato autore di numerosi classici moderni, Schrader terrà una Masterclass il 22 maggio 2024 alle 19:00 nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana e, alle 20:30 al Cinema Massimo presenterà una proiezione speciale di First Reformed (2017), con Ethan Hawke e Amanda Seyfried, valsogli la candidatura all’Oscar per la migliore sceneggiatura. “Paul Schrader è un grande Maestro del cinema americano e uno degli autori più importanti del nostro tempo ma anche un fine conoscitore del cinema e della cultura europea” – afferma Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. “È un vero privilegio per questa Istituzione rendere omaggio a un monumento della storia del cinema, che continua a realizzare capolavori sempre potentemente vivi di idee, evidenziando ancora oggi la tensione tra vecchi e nuovi modi di raccontare una storia”. “Il rapporto unico di Schrader con il ruolo di autore ha a lungo influenzato il suo cinema, che spazia dal realismo sociale, all’horror, alla satira, al thriller poliziesco, alla biografia, agli adattamenti letterari e al neo-noir; ma sempre in modo anticonformista, originale e intellettuale” – sottolinea Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. “Andando oltre l’affermazione di una visione registica con la sua capacità di svelare le complessità della realtà, Schrader eccelle nel ritrarre uomini che affrontano un percorso autodistruttivo, alle prese con una crisi esistenziale che viene poi enfatizzata da un evento violento e catartico. Questi uomini si siedono nelle loro stanze, scrivono i loro pensieri, vanno da un posto all’altro, aspettando che arrivi un cambiamento, sollevando al contempo la forte tensione morale e filosofica che ha sempre plasmato il cinema di Schrader”. Il regista di acclamati successi come Blue Collar, American Gigolo, Light Sleeper e Affliction converserà con il Direttore del Museo Domenico De Gaetano, sin dai primi successi ai progetti più recenti, passando per il suo cinema di solitari e anime perdute, spesso caratterizzato da personaggi ai margini della società – uomini autoisolati, perdenti e imbroglioni – alla ricerca di una strada verso la redenzione o la salvezza e che tentano di fuggire da un passato traumatico e profondamente travagliato mentre il loro mondo crolla intorno a loro. Prima dell’evento – a cura di Marco Fallanca – Paul Schrader riceverà il Premio Stella della Mole in riconoscimento della sua eccezionale dedizione all’arte cinematografica, tornando sovente a una serie coerente di temi, tipi di personaggi e scenari drammatici: spesso raffiguranti storie di “lavoratori notturni” o “uomini soli in una stanza” definiti superficialmente dalla professione che svolgono, la sua filmografia ha affrontato temi e motivi come l’ossessione maschile e l’alienazione ma anche questioni più difficili da definire che includono il disprezzo di sé e i suoi effetti sulla psiche, la disperazione, la repressione (sessuale), le responsabilità individuali e collettive, i complessi collegamenti tra violenza e comprensione della colpa umana. TUTTE LE CANDIDATURE AI DAVID DI DONATELLO 2024 Le nomination per le prestigiose statuette dei David di Donatello sono state ufficialmente annunciate, preparando il terreno per una serata indimenticabile dedicata al cinema italiano. Questi premi rappresentano l'eccellenza cinematografica nel Bel Paese, celebrando l'arte, la creatività e il talento dietro i migliori film dell'anno. La serata di premiazione, fissata per il 3 maggio in prima serata su Raiuno, promette di essere un evento pieno di sorprese, la conduzione è stata affidata ad Alessia Marcuzzi e Carlo Conti. I due presentatori guideranno gli spettatori attraverso una celebrazione del cinema italiano, mettendo in risalto i film che hanno lasciato un'impronta significativa nell'immaginario collettivo nel corso dell'anno precedente. Tra i film in lizza per i David di Donatello del 2024 spiccano titoli di successo e campioni d'incasso, che hanno catturato l'attenzione del pubblico e della critica con la loro originalità, la loro narrativa coinvolgente e le loro interpretazioni straordinarie. Ogni nomination è un tributo alla dedizione e al talento di coloro che lavorano dietro e davanti alla macchina da presa, contribuendo a creare esperienze cinematografiche che rimarranno nella memoria degli spettatori per anni a venire. Senza dubbio, tra le nomination dei David di Donatello di quest'anno emergono alcuni titoli che più di altri hanno riscosso maggior successo anche a livello internazionale. "C'è Ancora Domani" diretto e interpretato da Paola Cortellesi, si distingue con un notevole numero di candidature, ben 19, dimostrando il talento poliedrico della Cortellesi sia dietro che davanti alla macchina da presa. Segue, "Io, Capitano" di Matteo Garrone, con le sue 15 candidature, rappresenta un'opera cinematografica di grande rilievo, soprattutto dopo l'esperienza agli Oscar, confermando la reputazione di Garrone come uno dei registi più stimati del panorama italiano e internazionale. "La Chimera" di Alice Rohrwacher e " Rapito” di Marco Bellocchio" si distinguono entrambi con 13 nomination, dimostrando l'eccezionale talento e la profondità dei loro registi nel portare sullo schermo storie ricche di significato e complessità. Non possiamo dimenticare "Comandante" di De Angelis, che con le sue 10 nomination continua a raccogliere consensi e ad attirare l'attenzione del pubblico con la sua storia avvincente e ben raccontata. Film che credo meritasse ancora più candidature e riconoscimenti in questo evento e in diversi festival cinematografici. Infine, "Il Sol Dell'Avvenire" di Nanni Moretti, con le sue 7 candidature, porta il tocco distintivo e la sensibilità unica del regista italiano, offrendo al pubblico un'opera cinematografica che affronta temi significativi con grazia e profondità. I film candidati che personalmente penso meritassero più nomination “Stranizza d’amuri” di Giuseppe Fiorello “Misericordia” di Emma Dante Film dimenticati dai David di Donatello “Primadonna” di Marta Savina “Il primo giorno della mia vita” di Paolo Genovese Con una line-up così straordinaria, la serata dei David di Donatello si prospetta emozionante e carica di aspettative, promettendo di celebrare il meglio del cinema italiano e di riconoscere il talento straordinario di registi, attori e professionisti del settore. Chi sarà decretato vincitore dei prestigiosi David di Donatello? Quali film e talenti verranno celebrati come i migliori dell'anno? Per scoprirlo, non resta che sintonizzarsi sulla serata di premiazione il 3 maggio e lasciarsi trasportare nell'affascinante mondo della settima arte del Bel Paese. David di Donatello per il migliore film C'è ancora domani di Paola Cortellesi Io capitano di Matteo Garrone Il Sol dell'Avvenire di Nanni Moretti La chimera di Alice Rohrwacher Rapito di Marco Bellocchio David di Donatello per la migliore regia Nanni Moretti - Il sol dell’avvenire Matteo Garrone - Io capitano Andrea Di Stefano - L’ultima notte d’amore Alice Rohrwacher - La chimera Marco Bellocchio - Rapito David di Donatello per migliore attore protagonista Valerio Mastandrea – C'è ancora domani Antonio Albanese – Cento domeniche Pierfrancesco Favino – Comandante Josh O’Connor – La chimera Michele Riondino – Palazzina LAF David di Donatello per il migliore attore non protagonista Adriano Giannini - Adagio Giorgio Colangeli - C'è ancora domani Vinicio Marchioni - C'è ancora domani Silvio Orlando - Il Sol dell'Avvenire Elio Germano - Palazzina LAF David di Donatello per la migliore attrice protagonista Paola Cortellesi – C'è ancora domani Isabella Ragonese – Come pecore in mezzo ai lupi Micaela Ramazzotti – Felicità Linda Caridi – L’ultima notte di Amore Barbara Ronchi – Rapito David di Donatello per migliore attrice non protagonista Emanuela Fanelli – C'è ancora domani Romana Maggiora Vergano – C'è ancora domani Barbora Bobulova – Il sol dell'avvenire Alba Rohrwacher – La chimera Isabella Rossellini – La chimera David di Donatello per il migliore esordio alla regia Paola Cortellesi – C'è ancora domani Giacomo Abbruzzese – Disco Boy Micaela Ramazzotti – Felicità Michele Riondino – Palazzina LAF Giuseppe Fiorello – Stranizza d’amuri David di Donatello per la migliore sceneggiatura originale C'è ancora domani Il sol dell'avvenire Io capitano La chimera Palazzina LAF David di Donatello per la migliore sceneggiatura non originale Le vele scarlatte Lubo Misericordia Mixed by Erry Rapito David di Donatello per il migliore documentario Enzo Jannacci – Vengo anch’io Io, noi e Gaber Laggiù qualcuno mi ama Mur Roma, santa e dannata David di Donatello per il migliore film internazionale Anatomia di una caduta As Bestas Foglie al vento Killers of the Flower Moon Oppenheimer David di Donatello per la migliore produzione C’è ancora domani Comandante Disco Boy Io capitano La chimera David di Donatello per la migliore fotografia C’è ancora domani Comandante Io capitano La chimera Rapito David di Donatello per il migliore compositore Adagio C’è ancora domani Il sol dell’avvenire Io capitano L’ultima notte di Amore David di Donatello per la migliore canzone originale Adagio Il più bel secolo della mia vita Io capitano Mixed by Erry Palazzina LAF David di Donatello per la migliore scenografia C’è ancora domani Comandante Io capitano La chimera Rapito David di Donatello per i migliori costumi C’è ancora domani Comandante Io capitano La chimera Rapito David di Donatello per il miglior trucco Adagio C’è ancora domani Comandante Io capitano Rapito David di Donatello per la migliore acconciatura C’è ancora domani Comandante Io capitano La chimera Rapito David di Donatello per il migliore montaggio C’è ancora domani Io capitano L’ultima notte di Amore La chimera Rapito David di Donatello per il miglior suono C’è ancora domani Comandante Il sol dell’avvenire Io capitano La chimera David di Donatello per i migliori effetti speciali visivi Adagio Comandante Denti da squalo Io capitano Rapito David di Donatello per il miglior cortometraggio Asterion Foto di gruppo In quanto a noi The Meatseller We Should All Be Futurist David di Donatello Giovani C’è ancora domani Comandante Io capitano L’ultima volta che siamo stati bambini Stranizza d’amuri Il calendario culturale italiano a Barcellona per il 2024 inizia con un omaggio alla letteratura e al cinema: il film che narra la vita del sommo poeta Dante Alighieri, interpretato da Sergio Castellitto e Alessandro Sperduti, arriva oggi al Cinema Verdi con una proiezione speciale organizzata dall'Istituto di cultura italiana di Barcellona e Cinecittà.
L'agenda culturale degli italiani e di tutti gli amanti della cultura italiana ha già un primo appuntamento a Barcellona. Mentre si preparano i festeggiamenti dedicati al centenario della nascita di Marcello Mastroianni e del novantesimo compleanno di Sofia Loren, che saranno i protagonisti del 2024, l'Istituto Italiano di Cultura scalda i motori con un omaggio a Dante Alighieri grazie al film "Dante" di un maestro contemporaneo del cinema italiano, Pupi Avati, uno degli autori più prolifici del cinema italiano. Il lungometraggio racconta i capitoli più tormentati e meno conosciuti della vita del poeta, autore della Divina Commedia e considerato il padre della lingua italiana. Avati, con più di cinquant'anni di esperienza dietro la macchina da presa, narra le vicende attraverso gli occhi del poeta Giovanni Boccaccio, che intraprende un viaggio per riabilitare la memoria di Dante e svelare la vita dello scrittore fiorentino, dall'infanzia in solitudine alla morte in esilio. Il regista, sceneggiatore e produttor Pupi Avati ha indagato l'Italia attraverso più di 50 opere per il cinema e la televisione, dai suoi primi film indipendenti alla fine degli anni '60 ai più grandi successi degli ultimi trent'anni, e ha portato sul grande schermo generazioni di attrici e attori italiani popolari nel Paese. "La casa dalle finestre che ridono" (1978), "Regalo di Natale" (1986), "L'amico d'infanzia" (1993), "Il cuore altrove" (2003), "La cena per farli conoscere" "Il padre di Giovanna" (2008), "Lei mi parla ancora" (2021), sono solo alcuni dei titoli che ci ha regalato un'autore che utilizza il linguaggio del cinema per esplorare tutti i generi, dal gotico alla commedia, passando per film horror, thriller, racconti storici e persino drammi romantici. "Nei miei film – ha detto Avati – ho raccontato quanto possa essere eccezionale, persino eroica, la normalità degli esseri umani. Ora invece ho provato a dire che per quanto sublime possa essere il genio, condivide, come chiunque di noi, le ansie che la vita ha in serbo per noi. Poter raccontare Dante Alighieri per la sua umanità è stato il dono che aspettavo da vent'anni". "Dall'Istituto Italiano di Cultura – ha dichiarato la direttrice Annamaria Di Giorgio – siamo molto felici di poter aprire il 2024 celebrando due arti importanti come la letteratura e il cinema, grazie a un regista come Pupi Avati, che è un classico contemporaneo per la nostra cultura. Il regista ha scelto di portare sullo schermo un nuovo punto di vista su Dante Alighieri, di cui spesso si parla senza conoscere veramente l'uomo che c'è dietro l'opera più importante della nostra tradizione: la Divina Commedia. Per me, appena arrivata a Barcellona, è stato un onore accogliere la comunicazione del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani per presentare questo lavoro al pubblico. Sono sicura che potrà avvicinare ogni tipo di pubblico all'umanità di quello che siamo soliti definire il sommo poeta, la prima grande colonna della letteratura italiana". Il film "Dante", dopo essere stato proiettato al Tokyo International Film Festival e ai festival cinematografici italiani come Los Angeles, Berlino, Nantes e Malaga, arriva per la prima volta in Catalogna. La proiezione speciale avrà luogo oggi al Cinema Parco Verdi, organizzata dall'Istituto Italiano di Cultura di Barcellona e Cinecittà con il sostegno del Consolato Generale d'Italia a Barcellona. Interpretato tra gli altri da Sergio Castellitto, Alessandro Sperduti, Carlotta Gamba, Enrico Lo Verso e Alessandro Haber, il film sarà presentato al pubblico di Barcellona attraverso "Dante nel cinema", un'introduzione del professor Raffaele Pinto, docente di Filologia italiana all'Università di Barcellona e coordinatore del Seminario Internazionale di Studi Danteschi (SISD). La proiezione sarà in versione originale con sottotitoli in spagnolo. In questa intervista esclusiva con Simona Malato, talentuosa attrice siciliana che ha conquistato il cuore del pubblico con la sua intensa interpretazione in due film di grande successo: "Stranizza d'Amuri" di Giuseppe Fiorello e "Misericordia" di Emma Dante, entrambi presentati alla prestigiosa Mostra del Cinema Italiano di Barcellona lo scorso dicembre, mi sono addentrata nel suo mondo, esplorando la sua vita, la sua carriera e in particolare i retroscena della realizzazione di questi due progetti forti e significativi. Entrambi affrontano tematiche socialmente importanti e toccanti, regalandoci una prospettiva profonda sulla realtà e sulla condizione umana. Ho cercato di scoprire i dettagli della lavorazione di "Stranizza d'Amuri" e "Misericordia", esplorando il processo creativo di Simona nel dare vita ai suoi personaggi. Attraverso le sue parole, avrete l'opportunità di comprendere le sfide e le emozioni che ha affrontato, nonché il suo impegno nello studio dei ruoli, contribuendo così a rendere questi film autentiche opere cinematografiche. Un viaggio attraverso la passione, l'impegno artistico e la profondità emotiva di Simona Malato vi attende. Accendete la vostra curiosità e immergetevi nell'universo artistico di questa interessante attrice siciliana. Il successo di “Stranizza d’Amuri” di Giuseppe Fiorello e “Misericordia” di Emma Dante anche in Spagna a Barcellona che cosa ha voluto dire per te e che emozioni ti ha provocato? “Quando ho ricevuto l’invito per la partecipazione al festival di Barcellona, nell’oggetto della mail era stato nominato solo Misericordia, in comune accordo con Emma Dante che non sarebbe potuta essere presente, abbiamo deciso che sarei stata solo io a presentare il film. Quella fu una prima bellissima notizia poi però continuando a leggere la convocazione mi sono resa conto che anche Stranizza d’amuri era stato selezionato per l’evento…. e a quel punto ovviamente sono saltata sulla sedia perchè sono 2 film che amo tantissimo, sono vicinissimi tra loro, ho lavorato quasi contemporaneamente a entrambi; infatti mentre giravo Stranizza, lavoravo gia’ al personaggio di Betta del film di Emma. Con lei è stato un lavoro lunghissimo, perchè dovevamo farsì che funzionasse quello che aveva prefigurato per me, perchè questo personaggio lo aveva scritto pensando a me, ma Emma non lascia nulla al caso, quindi dovevamo passare dal quel corridoio stretto di confronto con Simone Zambelli e con le altre attrici. Doveva creare quel nucleo familiare come se lo era immaginato, doveva vederci insieme. Per cui ritornando alla domanda, posso dire che entrambi i film per mia fortuna sono 2 progetti che sono stati 2 famiglie, sono 2 lavori che hanno toccato il mio cuore. Questo perché abbiamo lavorato in entrambi i set con la finalità di creare un spazio di grande cura reciproca, familiare e confidenziale, e probabilmente anche per i temi che abbiamo trattato. Sia Beppe che Emma sono 2 registi che in diverso modo vogliono toccare il cuore e sensibilità dello spettatore ma prima ancora vogliono attraversare questa sensibilità nella carne degli attori e di tutta la troupe. In entrambi i progetti non c’è stata differenza tra cast artistico e tecnico. E’ stato un grande lavoro collettivo e di creazione con 2 grandi capitani di 2 navi che salpavano verso 2 grandi avventure; Lo scopo di tutti era quella di portare a casa un’opera umana sia per i contenuti trattati che per l’energia che scorreva tra di noi. Per cui io mi sento molto onorata di rappresentare questi 2 film, perche l’onore proviene proprio dal fatto che rappresento in entrambi i casi il lavoro di tutti i miei compagni. Ho accettato inoltre di essere qui a Barcellona perchè ho dato l’anima in tutte e 2 le vicende, nel senso che i 2 lungometraggi non sono stati solo dei lavori fini a se stessi ma progetti che mi rispecchiano; quindi solo qui a portare queste 2 storie quasi come se fossero i miei figli, accompagnandoli e vedendoli con il pubblico”. Come vivi l’esperienza di condividere una proiezione cinematografica insieme al pubblico in sala? “Vedere il film in sala con il pubblico è un’esperienza profonda e intensa. Con i ragazzi nelle scuole è un momento empatico fortissimo, loro esultano e vivono in maniera intensa le storie, per esempio quando Lina parla con Gianni con violenza, l’hanno insultata o quando i du protagonisti si sono baciati c’è stato quasi un urlo da stadio. Il cinema deve fare questo, deve smuovere il pubblico”. 2-3 momenti fondamentali sia personali che professionali che hanno cambiato la tua carriera di attrice. “Un momento importante è stata la crisi con i miei genitori quando ho deciso di lasciare l’università e fare teatro. Studiavo psicologia ma mi sono laureata solo in un secondo momento perché inizialmente ho lasciato il percorso accademico a 6 esami prima della laurea. Ho abbandonato gli studi nonostante fossi alla fine perchè mi ero infilata in un progetto teatrale per me molto scioccante e decisivo. Si trattava di un lavoro di Claudio Collovà regista di Palermo, che considero il mio primo maestro, che all’epoca lavorava al Malaspina con i ragazzi del carcere minorile. Io ero ancora un’ allieva che entravo in un cast di attori già professionisti di alto livello come Filippo Timi per cui mi rapportavo con persone che mi hanno insegnato molto. Eravamo un grande cast, un insieme di energie differenti, un lavoro collettivo, facevamo quello che per me è il teatro: nessuno insegnava a qualcuno ma ognuno imparava dall’altro. Tra attori e i ragazzi del carcere c’è stato uno scambio di insegnamenti. Il teatro deve essere un apprendimento continuo. Emma Dante è stato un altro incontro importante nel mio cammino, mi ha portato fuori da Palermo. All’epoca facevo “Palermu”, un suo primo spettacolo in tour per l’Europa. Essere in giro per il mondo, fare di continuo lo stesso spettacolo e cambiare pubblico e’ stata una formazione e un master continuo, ho imparato moltissimo. Altro momento decisivo è stato l’incontro con il regista e drammaturgo polacco Krystian Lupa; per me è stata una folgorazione, mi ha rivoltato come un calzino. Ero arrivata a un momento un po’ di stasi in cui le cose le fai quasi in maniera automatica, ad un periodo di crisi. Lui è arrivato al momento giusto, sono rinata. Vorrei inoltre citare un altro progetto che è stato determinante nella mia vita: il collettivo femminile nato 12 anni fa di cui faccio parte. Siamo un gruppo di 19 attrici dirette da Letizia Quintavalle, regista di teatro dell’infanzia da 30 anni. Ognuna di noi lavora nella propria regione e raccontiamo ai bambini dagli 8 ai 12 anni l’Antigone”. Cos’è per te il teatro? “Per me il teatro è un apprendimento continuo, il lavoro del teatro è un dono, un arricchimento in divenire, mi sento fortunata e lo vivo con meraviglia. La compassione e la gratitudine sono fondamentali in questo mestiere. Il personaggio di Lina di Stranizza mi ha insegnato molto. Nasco come attrice di teatro quasi autodidatta, non ho avuto una formazione accademica. La mia prima esperienza con Claudio Collovà mi ha insegnato che dovevo trovare i miei maestri da sola, cercavo nel cast le persone con cui volevo lavorare. A 25 anni ho iniziato a fare danza classica perchè dovevo lavorare sul mio corpo con disciplina e regole; questa auto formazione è stata un momento importante per quello che sono oggi. A 23 anni, quando è iniziato tutto, mi chiedevo che stessi facendo. Mi sentivo una ladra perchè volevo fare la psicoterapeuta e all’improvviso invece ho deciso di fare l’attrice, mi sembrava ormai tardi e non avevo nessuna formazione accademica. Soffrivo molto e sentivo che c’era qualcosa che potevo fare e dare ma non trovavo la mia strada. Avevo molta confusione ma questa è stata sempre la mia forza. Quando non c’è questo disordine, questo senso di non avere il pavimento sotto i piedi, se non c’è questa inquietudine nel mio mestiere, lavoro male, cerco spesso di mettermi in difficoltà. Credo sia una cosa inconscia, quando un progetto mi risulta facile, mi viene male. Il lavoro dell’attore ognuno se lo deve inventare, non c’è un unico modo sebbene ci siano delle tecniche e abbia dei miei registri, ma “ i muri alti”, le difficoltà mi piacciono”. Parlami del tuo personaggio Lina “Lina l’ho capita subito, nel mio approccio al personaggio dialogando con il regista Beppe Fiorello non abbiamo parlato molto, perchè lui già mi aveva scelto sapendo che io dovevo essere Lina, era sicuro di questa mia interpretazione; e in realtà non aveva sbagliato perché ho intuito subito cosa voleva questa donna da me, mi ha parlato immediatamente e molto chiaramente dicendomi “o mi fai cosi o non mi puoi fare”. Sono arrivata a lei, mi sono avvicinata al suo essere conoscendo Samuele, il ragazzo che ha interpretato Gianni. Nutrendomi di lui, di questo giovane attore, ho trovato i modi in cui Lina poteva parlare con questo suo figlio. Poi durante lo studio del personaggio ad un certo punto mi sono arrivate in aiuto delle donne della mia infanzia, che mi incuriosivano molto quando ero piccola. Mi tornavano in mente, mi arrivavano dei ricordi dall’infanzia e delle immagini di come erano. C’è quindi sicuramente qualcosa di mio in Lina che è generazionale ma non diretto”. Le tue figlie ti aiutano nell’interpretare il ruolo di una mamma? “Si certo mi aiuta molto essere mamma, in questo caso però si trattava di essere madre di un ragazzo, era tutta un’invenzione. Quindi ho creato una relazione speciale grazie al rapporto che si è creato con Samuele”. Lina è un personaggio cosi’ contradditorio e duro che si può addirittura odiare, entrano però in gioco diverse parti molte diverse tra loro, me ne puoi parlare? “Lei è una donna con i suoi problemi e vive male nella sua comunità, ha infatti il peso della vergogna di non essere sposata. Ho lavorato sul sentimento di essere impetuosi verso se stessi. E’ una mamma molto dura e severa. Forse la sua anima leggera, di bambina arriva solo nel momento in cui immagina che qualcosa possa cambiare nel futuro, ma questo sentimento viene subito modificato dal suo essere senza pietà verso se stessa. Come tutti quei genitori che proiettano sui figli la propria vita, Lina fa la stessa con Gianni, forse se avesse abitato in una città e non nella sua stretta realtà sarebbe scappata via con Samuele. Non avrebbe mai urlato al mondo siamo fatti così, ma lì non poteva scappare, non credeva nel cambiamento. Il personaggio lo interrompo, Lina è costruita a metà, è come se non vivesse fino in fondo tutto, vorrebbe fare ma non ci riesce e non lo fa. La prima scena che ho girato è stata quella della telefonata che Lina fa alla mamma dell’altro ragazzo, una scena che non avevo capito bene in fase di lettura della sceneggiatura, non sapevo fino a dove doveva spingersi lo script. Quella mancanza di parole nel testo e dell’ interlocutore dall’altra parte del telefono (ovviamente recitavo non parlavo realmente con nessuno) mi ha fatto pensare alla vita spezzata di Lina. Questo è stato il battesimo del mio personaggio. In questa scena viene fuori tutta la cattiveria di Lina ma anche la sua frustrazione, il suo essere sempre a metà e la sua vita non compiuta. “Tuo figlio ha tutta la vita davanti, Gianni è com’è…..” in quel momento Lina proietta sul figlio come si sente lei: Una vita spezzata”. Come ti sei approcciata e hai interpretato una donna realmente esistita protagonista di un fatto terribile e delicato realmente accaduto? “Tutto il cast ha avuto rispetto per questa storia vera e mi sono chiesta "come la faccio questa donna se non mi torturo un po’?" Ho sofferto per cercare di capire questo fatto terribile, per rispettare una persona vera che ha vissuto una storia così complessa e delicata; non oso immaginare come Lina abbia vissuto il resto della sua vita; anche se faccio l’attrice e cerco di essere vicina alla verità non si può avere la pretesa di sentire cosa provasse una donna in una situazione del genere”. C’è stata una scena particolarmente complicata in Stranizza? “Si, la scena della telefonata come già ti ho spiegato. Ma alla fine mi sono buttata ed è uscito quello che ho raccontato. Nella scena del ballo con Samuele invece stavo male fisicamente e fuori pioveva, ma nonostante tutto è venuta fuori una grande scena d’amore tra una madre e un figlio”. Cosa rappresenta e che peso ha oggi Stranizza d’Amuri ? “Ha un valore universale, è una storia che non ha tempo e spazio. Questa cosa l’abbiamo percepita con il pubblico durante il tour. Tante le reazioni di chi ha visto il film che mi hanno fatto riflettere sulla forza universale del film, una spettatrice per esempio fuori dal cinema mi ha detto: “Ma lei facendo questo personaggio ha rovinato tutti i sacrifici che un madre di un omosessuale fa per accettare il proprio figlio”; questa cosa mi ha colpito molto, così come la risposta di tanti ragazzi omosessuali ma anche etero che hanno fatto fatica ad accettare la storia. Questo perchè il film parla del problema in generale della non accettazione della diversità, tema centrale del film. La diversità e l’incapacità di accettare chi è diverso da te non solo come singolo individuo ma come comunità è il cuore della storia. La cosa violenta è che questi i ragazzi sono stati assassinati da tutto il paese, purtroppo è così. Ciò che è successo a Giarre negli anni’ 80 succede in tutto il mondo ancora oggi”. Partendo dal tema della diversità vorrei collegarmi a Misericordia. Film molto forte, violento e duro. Anche qui hai un ruolo difficile e complicato. Chi è Betta, come sei diventata lei? Anche qui sei una specie di mamma difficile. “Betta è una madre che da sola non andrebbe da nessuna parte, si ritrova a fare la mamma insieme alle altre 2 prostitute. Tra le 3 lei è la figura materna di quello strano nucleo familiare”. E’ una donna sbrigativa, d’istinto e dura”. Quale delle 2 sceneggiature ti ha colpito di piu’? “In realtà non riesco a fare un paragone tra le 2 storie, non c’è un di più perché appartengono a 2 mondi completamente diversi, non c’è stata una che ha superato l’altra. Tra i 2 personaggi però sicuramente ho amato tantissimo Betta. E’ una donna che è rimasta bambina, molto vicina alla sua parte infantile però sa anche che deve sopravvivere, “deve “magna’”, sa quanto è dura la vita. Nello stesso tempo è inoltre un personaggio ironico, fa il minimo indispensabile per arrivare a fine giornata, quando può scappa dai suoi compiti. E’ ovviamente una donna lontana da me però di mio c’è il suo aspetto maniacale per l’ordine e per la precisione sebbene viva in una catapecchia”. Perchè il titolo Misericordia? “La misericordia è qualcosa che ha a che fare molto con l’essere umano. È accoglimento e prendersi in cura un altro, quasi un portarsi addosso un’altra persona, è qualcosa fatta per l’altro senza un contraccambio. E’ un atto di dare senza ricevere. Rappresentiamo con la nostra misericordia la salvezza di Arturo, il figlio quasi adottivo che vive una situazione di ritardo mentale, centro intorno al quale gira la storia”. Voi vi salvate da questa crudele realtà? “C’è qualcosa di animalesco in questi personaggi, loro in qualche modo si salveranno sempre, sono donne pronte a tutto e capaci di cavarsela anche se la montagna dove vivono, da una parte madre e casa che le protegge, dovesse cadergli addosso e trasformarsi invece in mamma cattiva e mortale". Ambienti animaleschi e forti, crudi e veri, che legame hanno con i personaggi della storia? “Abbiamo girato a monte Cofano vicino San Vito lo capo. E’ una riserva naturale dove le falesie si staccano davvero, è un promontorio enorme sul mare, un posto mostruosamente affascinante. E’ un dio, un luogo spirituale. E’ una natura sia cruda che magnanima, è come una lingua di terra- madre che li accoglie con le sue baracche e nello stesso momento luogo di morte. La montagna è come una quarta madre dura e cattiva. Per contagio quindi i personaggi hanno preso il selvaggio di questo posto. Tutto è animalesco e inaccettabile, tutti sono ridotti ad uno stato quasi primitivo. Ma questo stato “naturale” in cui vivono è forse il migliore per Arturo. Qui voglio citare Emma Dante secondo la quale la montagna degradata è il luogo più giusto per il protagonista, lui va via per essere mandato in un istituto per avere una vita più dignitosa ma in realtà sta bene in quello spazio sospeso perché lui è mare, montagna, è un tutt’uno con l’ambiente. E’ un ragazzo disabile che vive in maniera naturale la sua diversità”. Qual è la forza di questo film che lo hanno reso quello che è? “E’ un grumo che si scioglie. Questo film pretende tanto dallo spettatore, gli chiede di prenderselo il grumo, di viverlo, di stare male. Soltanto con la presa di coscienza di questo nodo alla fine chi guarda la storia potrà sciogliere questa dura matassa e capirla. E’ un film molto difficile per il pubblico, devi cadere in quel selvaggio e stare anche male per capire e amare Misericordia”. Può essere un insegnamento Misericordia? “Non lo so se chiamarlo insegnamento, ma credo che la violenza e il degrado facciano paura, ma in quanto esistono bisogna affrontarli con coraggio per sconfiggerli ed evitarli. Anche il male va vissuto per poter capire la salvezza”. Simona Malato alla Mostra del cinema italiano di Barcellona |
AutoreCarlotta Bonadonna Archivi
Giugno 2024
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