Wim Wenders si racconta al Barcellona Film Fest
In questi giorni nella cosmopolita ed eclettica citta’ di Barcellona si sta svolgendo la settima edizione del Barcellona Film Fest. Uno degli eventi internazionali cinematografici piu’ attesi e popolari della Catalogna. Una programmazione ricchissima di ospiti d’eccezione internazionali hanno reso la kermesse ancora piu' interessante. Tra il cinema Verdi ed altre location scelte ad hoc per l'evento si sono tenute proiezioni, dibattiti e appuntamenti speciali. Un nome piu'di altri e' stato il protagonista assoluto di questo evento: Wim Wenders. Un artista a 360 gradi, un uomo che ha fatto del cinema la sua vita. Un autore che ha visto nella settima arte l'unico e possibile modo di mescolare e unire insieme tutte le discipline artistiche che lo hanno accompagnato nella sua crescita personale e professionale. Pittore, artista, autore e regista, Wim Wenders si e' raccontato non solo ai giornalisti, durante la conferenza stampa, ma anche al grande pubblico in un incontro molto intimo e rivelatore. L'apertura del Festival ha inoltre dedicato un momento unico al cineasta tedesco, onorondalo con un premio speciale alla carriera.-"Sono molto felice che il Festival mi abbia voluto consegnare un premio, ma questo riconoscimento non e' mio, va ai miei film e alla Fondazione Wim Wenders, sono contento che Barcellona possa vedere le mie 12 pellicole cosi' che possa conoscermi di piu' e apprezzare il mio lavoro". Profondi sospiri, secondi di silenzio e sguardi fissi nel vuoto sono stati gli incipit di ogni singola risposta del regista. E' apparso come se avesse dovuto iniziare una meditazione sulle sue parole. Nulla lasciato al caso, quasi come un viaggio a ritroso nel suo passato ed esperienze. Durante i suoi discorsi ha piu' volte parlato del "cuore" e dell'anima come sinonimo di intuizione verso la creazione, percezione che a volte puo' apparire come dolore ma che attualmente si puo' tradurre "in passione". La passione che ha sempre animato il suo percorso di vita. Ha iniziato a colloquiare con i giornalisti lasciandosi scappare alcune indiscrezioni sui suoi ultimi progetti: "Sto lavorando a quello che sara' il mio progetto per gli anni futuri.... parlero' di pace, oggi c'e' mancanza di un concetto omogeneo di verita', la verita' e' qualcosa su cui nessuno e' d'accordo, la verita' e' attualmente una specie in via d'estinzione, così come il progressivo declino della nozione di bene comune. Per le nuove generazioni forse non hanno piu' importanza, i bei tempi probabilmente non torneranno, dobbiamo quindi chiederci come possiamo fare a risolvere questo vuoto.. e la mia ricerca a che fare con la pace, senza di essa non c'e' verita' ne' bene comune". In questa sua lunga dissertazione sulla ricerca della verita', nonostante un netto cambiamento nella societa' dovuto alla pandemia, all'11 settembre ed altri fatti di attualita', dice di non smettere di essere ottimista- "Se non fossi stato un eterno ottimista, non sarei diventato un regista. Sono ottimista e mi occupo del futuro del cinema e del futuro della societa', perche' solo gli ottimisti possono cambiare il mondo. I pessimisti seppelliranno la testa sotto la sabbia". Perche' ha deciso di fare cinema? "Io nasco come pittore, sono un artista, il cinema e' l'arte che mi ha permesso di mettere insieme tutte le discipline. I miei film sono come quadri, un immagine e' come una pittura in cui metto insieme fotografia, arte, musica e immagine". Avvicinandomi al cinema e iniziando a farlo ho amato Antonioni, Godard e Kurosawa. Sono stato affascinato da autori per cui il cinema e la vita sono un tutt'uno. Io e il cinema ormai siamo una cosa unica. Il cinema e' un elemento vitale per ogni vero autore. Sono cresciuto nel dopo guerra, ero povero, per me il cinema era un momento speciale per uscire dalla tristezza della vita". Cosa ci rivela riguardo i suoi ultimi film? "I miei film torneranno in competizione nelle prossime settimane al Festival di Cannes. Proprio 40 anni fa ho ricevuto la Palma d'oro Per "Paris, Texas", film che ha consolidato il mio successo e che stato scelto come immagine del manifesto del Barcellona Film Fest. Non voglio parlare molto alla stampa di questi due lavori, perche' sono felicissimo di averli fatti senza che nessuno lo sapesse. Li abbiamo fatti senza riflettori. Nessun giornalista ne ha parlato o scoperto che esistessero fino alla conferenza di Cannes, e penso che questa sia la prima volta che mi succede e voglio mantenere questa situazione. Un film e' un documentario in 3d e l'altro si chiama Giorni perfetti ed e' un film di finzione. Questo e' tutto quello che vi diro'". Ha affermato inoltre in maniera scherzosa ed ironica che non ha paura di presentarli a Cannes proprio perche' sono film diversi e unici. Una domanda che il regista ha considerato molto bella e interessante ha messo in risalto il rapporto tra il cinema e i giovani. "Penso che la prima cosa che i giovani si sentiranno dire e' che se vuoi dedicarti al cinema devi pensare ad un film come ad un prodotto e che c'e' un modo per far sì che abbia successo. Questo e' un pericolo e un'enorme bugia, se pensi che il film che stai girando sia un prodotto, progetta auto. Fai qualcos'altro, ma non fare un film. Il cinema e' molto di piu', il cinema fa parte della nostra cultura europea, come i libri, come Cervantes, come i quadri di El Greco. Fa parte della nostra tradizione e quella tradizione non e' tradizione industriale. Se vuoi, fai finta di pensare che siano solo prodotti, perche' non te li lasceranno fare se non fai finta di farlo, ma nel tuo cuore devi sapere che un film e' molto di piu'. Devi sapere che puoi offrire qualcosa che nessun altro puo' dare. Sono sicuro che un giovane che fa un film realizza qualcosa che nessuno puo' creare". Wim Wenders e' un grande maestro, diversi cineasti si sono ispirati ai suoi film, dopo anni ritorna al cinema ma senza essersi mai fermato, dedicandosi a corti, videoclip e altro. Un uomo dalla forte personalita' e brillante che fa dell'ottimismo l'elemento principale del suo successo- " Se non fossi stato un eterno ottimista non avrei fatto cinema, "Non so- afferma scherzando- come Woody Allen possa fare film essendo un vero pessimista". Questa carica ed energia e' arrivata anche al grande pubblico in un incontro davvero speciale che si e' aperto con una grande lezione di vita e di umilta'. "Citando Jimy Hendrix ed il suo album Experience, io "sono esperienza", sono un uomo che ha iniziato molti anni fa, quando sono andato a Cannes per la prima volta non capivo bene quello che mi stesse succedendo, ora sono un "esperto", navigato, ma questo non deve farmi sentire arrivato, c'e' sempre da imparare, non bisogna cullarsi sull'esperienza ma attingere sempre dalle nuove situazioni". Cosa ha imparato dal cinema americano? Il suo rapporto con gli USA "Sono stato attratto dai film western di Jhon Ford per i colori e la fotografia. Do molta importanza a questi elementi perche' nel mio cinema valorizzo molto quet' ultimi. I paesaggi western hanno spesso ispirato i miei film. Il mio intento non era fare western, non era il mio genere di film. Le mie pellicole si basano sulla ricerca. Il soggetto della mia vita e' la ricerca, che e' certamente alla base della mia cinematografia". Con forza Wenders sottolinea: "Io ricerco l'identita', l'amore, l'anima e il senso della vita. Tutto questo deve riflettersi nei miei film. Co il mio lavoro ricerco risposte". Che rapporto ha con il cinema tedesco? "Da giovane lo percepivo come un cinema lontano, troppo scuro e cupo, in quel periodo vivevo a Parigi ero squattrinato, volevo fare il pittore per cui avevo in mente un altro .... Con il tempo pero', avvicinandomi al cinema ho iniziato ad apprezzare il cinema tedesco, rivalutando Lang e tanti altri, dedicandogli alcuni die miei film. Non li ho mai considerati i miei "padri", ma i miei "nonni", (parlando di film). Cosa ci dice sul cinema spagnolo? " Il primo set che ho visto della mia vita era spagnolo. Ho avuto diverse coproduzioni e collaborazioni". Come si rapporta alla sceneggiatura? " Io le sceneggiature non le vedo. Amo fare film senza script, posso partire anche una sola pagina, da dove iniziare e poi elaborare la storia. Non voglio sapere molto, mi piace l'incertezza, la curiosita' di fare nascere un film senza tanta sicurezza. Trovo piu' stimolante non sapere, mi blocca conoscere troppo". Cosa pensa del cinema 3d, del montaggio e del cinema di oggi? "Credo che il 3d sia molto interessante, rappresenta la nuova frontiera, ma bisogna usarlo sempre con moderazione, senza eccedere. Il montaggio e' una cosa lenta. Sono "un pessimo cuoco", l'editing e' una "cottura lenta", e' un processo molto affascinante. Credo che il cinema di oggi sia molto cambiato, Netflix e Amazon stanno rovinando la bellezza delle sale, il fascino delle proiezioni. Un giorno credo il sistema delle piattaforme implodera'. Il giorno in cui riscopriremo quanto sia bello ritornare al cinema e stare insieme sara' una nuova Era. Bisogna ritrovare la bellezza di andare al cinema. Le piattaforme dovrebbero essere piu' educative". Wim Wenders ha di sicuro lasciato al Barcellona film fest una grande testimonianza di quella che lui chiama "experience" ma soprattutto di grande artista, amante di tutte le arti e delle ricerca della verita' attraverso l'esplorazione del cinema. |
AutoreCarlotta Bonadonna Archivi
Giugno 2024
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