In Antartide fa caldo come in Norvegia. Realtà preoccupante, anzi direi triste e cinica, considerando il fatto che la colpa di un mondo sempre più malato, con dei cambiamenti climatici assurdi è dell'irresponsabilità umana e delle manovre politiche ed economiche che ci governano. L'urgenza ambiente e clima è tra le tematiche più discusse in tutto il pianeta. Il problema è che oggi ci sono dei dati che urlano la fine e forse si stanno sottovalutando le drastiche conseguenze.
Il caldo è arrivato al Polo Sud, non è uno scherzo. Per la prima volta al Polo Sud sono stati registrati 20,75 gradi alle 13 (ora locale) del 9 febbraio presso la base argentina Marambio sull’isola Seymour di fronte alla Penisola Antartica. Un record per il continente antartico, battendo il precedente primato di 17,5 °C di cinque anni fa. Questi dati devono ancora essere validati dall’Organizzazione meteorologica mondiale. Il Polo Sud malgrado la sua volontà, sta sopportando l’estate australe più calda della storia. La base Marambio si trova a oltre 2.800 chilometri dal Polo Sud. Il continente più meridionale è tra le zone che stanno subendo i maggiori sconvolgimenti dovuti ai cambiamenti climatici. Pochi giorni fa si è staccato un grosso iceberg di oltre 310 chilometri quadrati dal ghiacciaio di Pine Island, questo insieme ad altri già "in balie delle onde" sono sotto controllo dagli scienziati per l’accelerazione della fase di scioglimento, che potrebbe provocare l’innalzamento dei mari di diversi metri. Orsi polari ridotti a diete forzate perchè non trovano più cibo, pinguini in estinzione, trichechi del Mar Glaciale artico che si gettano sulle rocce per disperazione; scene terribili che ci gridano aiuto. Senza andare troppo lontano in Italia nord e sud si sono invertiti. Alcuni giorni fa è stato annunciato che quest'anno vivremo l'estate più calda degli ultimi 100 anni.... C'è qualcosa che non funziona credo? O è solo un'impressione? Amiamo il nostro mondo perchè ci appartiene.
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Da giorni si parla del popolare giornalista "culturale" Vincenzo Mollica che dopo una lunga ed emozionante carriera ha deciso di lasciare le scene per andare in pensione. Il suo sipario sembra concludersi con la 70° edizione del Festival di Sanremo. Proprio in occasione della kermesse canora è stato celebrato e omaggiato.
Rosario Fiorello che ha sostenuto nella conduzione del Festival, Amadeus, è da sempre amico del giornalista, tant'è che ha dedicato a lui un personaggio parlante con le sue somiglianze, doppiato dalla stessa voce di Mollica. Il giornalista è amato per la sua bontà, per la sua critica buona, per la delicatezza e sensibilità con cui ha intervistato e realizzato i suoi servizi intorno al mondo dello spettacolo e attualità. Da anni ha prestato servizio presso la Rai con serietà e amore per il suo lavoro. La sua voce ha segnato tutti noi giornalisti culturali. Personalmente è una figura che mancherà, un esempio di integrità e professionalità a cui ambire. Un modo di raccontare semplice, diretto e carico di passione, ciò che un giornalista di attualità e spettacolo dovrebbe fare: trasmettere non solo dati di botteghino, share e successi, ma anche emozioni e far venire la voglia di conoscere quello o quell'altro artista o vedere un film invece di un altro. Ovvio un giornalista deve saper criticare, esprimere anche dissenso e dare anche un guidizio negativo sull'oggetto della sua ricerca ma Mollica è stato il giornalista buono, colui che ha avuto sempre e solo parole buone per tutti. Il suo lavoro Vincenzo Mollica dal 1980 ha prestato servizio in Rai. Ha collaborato con testate famose come Linus, il Venerdì di Repubblica, Il Messaggero, l'Unità e scritto per suo inserto satirico, Tango. E' stato inoltre un disegnatore, ha diretto la rivista il Grifo e nel dicembre del 2006 ha esposto le sue opere al Complesso del Vittoriano a Roma. Ha curato la rubrica di approfondimento sullo spettacolo del TG1, DoReCiakGulp, ha prestato la sua voce al soldato Chien-Po nel film d'animazione Disney Mulan. Su Rai Radio 2 ha condotto Parole parole, storie di canzoni, una serie di appuntamenti radiofonici in cui ha intervistato i grandi autori ed interpreti della canzone italiana. Appassionato di Internet, ha inaugurato il suo sito ufficiale RAI, primo giornalista della Tv di Stato ad avere un sito dedicato, da lui gestito insieme a Riccardo Corbò. Dall'esperienza del sito, nel 2006, è nato il libro DoReCiakGulp, sempre curato da Corbò. Dal 2011, ha aperto una sua pagina ufficiale Facebook, che si chiama "Mollica Istantanee". In occasione del Festival del Cinema di Venezia e in concomitanza con la Biennale, ha ricevuto dai Giornalisti Cinematografici il Premio Pietro Bianchi, che ha dedicato alla moglie Rosa Maria, alla figlia Caterina ed anche a due amici scomparsi, il regista Federico Fellini e lo scrittore Andrea Camilleri. Mollica e Fellini Vincenzo Mollica è sicuramente non solo per me, ma anche per molto pubblico, una figura legata al nome di Federico Fellini. Una grande amicizia legava i due uomini, due personalità di grande cultura e animo. Lo stesso giornalista dichiara che tra tutte le sue interviste ha amato quella fatta a Federico Fellini, con il quale condivideva anche l'amore per il disegno. Il cinema per Mollica è stata sempre una enorme passione. Ha affermato:" Dopo le cerimonie degli Oscar ho realizzato le mie interviste più belle con Leonardo Di Caprio, Julia Roberts, Martin Scorsese, perchè in quel momento non sono più personaggi ma persone”. La situazione di salute di Mollica si è molto aggravata negli ultimi tempi, al punto da non riuscire quasi più a vedere e di conseguenza dal non poter più disegnare, ma in una sua intervista afferma: Il mio amico Andrea Camilleri mi ha insegnato che si può trovare un nuovo modo di scrivere, usando la fantasia. La mia memoria si è trasformata in un tablet in cui mi diverto a disegnare la Donna Cannone con le fattezze di Betty Boop”. Il "Mollichismo" Il 29 febbraio sarà l’ultimo giorno di lavoro per il grande Mollica, un uomo considerato sin troppo buono per essere un giornalista, Aldo Grasso così descrive Mollica e il “mollichismo”: «È un libro parlante, una sola moltitudine di arguzia e sapienza, un’intelligenza acuta che si è fatta TV. Non può neppure immaginarsi di cedere a un giudizio, a un appunto, a un dissenso. Parla sempre bene di tutti». Sulle tracce di Lady Florence Trevelyan. Un percorso intriso di storia, di amore e passione, di donne di altri tempi, di luoghi che sono stati in passato punti d'incontro, di cultura o semplicemente di contemplazione di quel magnifico panorama che ci offre la natura dalla cima di monte Venere. A due passi da Taormina e Castelmola si innalza l'incantata, selvaggia e romantica monte Venere. Arrivare in cima è un bellissmo viaggio nel passato. Un magnifico sentiero, alterna zone verdi, floride e ricche di vegetazione con punti più brulli e aridi. Dalle rocce bianche ai costoni ricoperti di fico d'india, dalle calendule all'erica, i visitatori possono trovare vari tipi di piante e alberi. Ma ciò che realmente colpisce è un maestoso panoroma. Sembra di essere sospesi, in alcuni punti è possibile la "signora" Etna, incorniciata tra i mandorli. Man mano che ci si allontana dalle zone abitate di campagna, il viaggio ci porta alle tenute, alla villa, alle passeggiate e a tutti quegli aneddoti sull'affascinante vita di Lady Trevelyan. Una donna nobile della corona reale inglese, esiliata dalla corte per un discusso flirt con il cugino, futuro re e figlio della regina, (pensate quindi allo scandolo....) dall'animo forte e sensibile, fu per Taormina una grande benefattrice. Ma chie era Lady Trevelyan? In Sicilia sposò il dott. Cacciola, sindaco del paese e si dedicò alla creazione di una grane giardino all' inglese, oggi l'attuale villa comunale; all'interno si possono ammirare le Victorian follies, costruzioni che fece realizzare per trascorrere il suo tempo libero, leggere e scivere. Palazzine che ricordano la sua passione per gli ambienti esotici, un parco in cui fece piantare fiori e piante rare; qui diede ricovero ad animali, costruì voliere per i suoi adorati ucceli; un vero paradiso, con punti strategici da dove poteva ammirare l'Etna, le sue campagne, il mare ed un paesaggio infinito. Un luogo in cui la sua filosofia di vita, il suo amore per la cultura e la natura si uniscono e trovano compimento a monte Venere. Proprio in questa montagna acquistò un terreno e costruì una residenza di campagna. Con Lady Trevelyan questa zona di paradiso naturale diventa un via vai di storie di incontri tra intelletuali del tempo, nobili, viaggiatori ed artisti. Con lei durante la Belle Epoque ed il famoso Grand Tour, Taormina ed i suoi spazi divengono famosi nel mondo: Goethe, Von Gloeden, Lawrence, D'Annunzio, Geleng, sono soltanto alcuni delle grandi personalità dell'epoca che con le loro poesie, foto, scritti resero omaggio e diffusero la bellezza dei luoghi. Ritornando al cammino, le prime tracce di Lady Trevelyan lungo il percorso, sono le Scalazze, una mulattiera che progettò come scorciatoia per il Monte Venere. Caratteristiche e non facili da percorrere ma molto suggestive. "Chissa quante storie d'amore tra i mulattieri, carrettieri, gente semplice del posto e quelle eleganti signore del nord Europa? Tanti sono gli aneddoti che rendono ancora più affascinante e intrigante la storia di questi posti. Luoghi una volta frequentati, come già detto, dai nobili ed artisti che da tutto il mondo arrivavano a Taormina. Simbolo di questa realtà sono i ruderi di quello che fu il Cafè Monte Venere, emblema aristocratico della Belle Epoque. I resti di questo cafè letterario si possono visitare durante la passeggiata. Qui si incontravano, viaggiatori e intellettuali che passavano da questo ristoro durante la visita alle campagne dell’entroterra taorminese. Oggi del Cafè Monte Venere rimane molto poco, da qui è possibile vedere un panorama mozzafiato. Poco distante dal sentiero che porta alla vetta di monte Venere si trova la casa di Lady Trevelyan così come la sua tomba, aveva infatti deciso di essere sepellita in quello che per lei era un paradiso, dove aveva passato parte della sua vita. Dalla Villa Comunale, all'hotel Timeo in cui aveva vissuto insieme al marito fino alle proprietà di monte Venere, la signora sembra compiere un viaggio, un cammino verso quel mondo poetico, intellettuale, artistico, naturalistico e puro che appare concludersi proprio a monte Venere, dove si trova la sua tomba. In questa zona fatta di eucalipti, querce e piante di vario genere, probabilmente volute da Lady Trevelyian ci si inerpica su un percorso che porta alla vetta, qui il paesaggio è davvero unico. In un solo sguardo: Etna, Taormina, Castelmola, Mazzarò, Letojanni, la costa fino al Castello di Sant' Alessio e di fronte la Calabria. Uno spazio infinito, contemplativo, meditativo, dove rilassarsi, perdersi nei pensieri e lasciarsi ispirare dalla bellezza della natura. Monte Venere deve probabilmente il suo nome al culto della dea dell’Amore. vivo da queste parti, 2500 anni fa. L'amore per la natura, per gli animali, per la gente del posto che Lady Trevelyan aiutò moltissomo, le attenzioni per i suoi ospiti e viaggiatori del tempo resero questo posto un paradiso mitico e fonte d'ispirazione per tutti coloro che ebbero la fortuna di conoscerla. Cosè Lady Trevelyan parlava dei suoi luoghi:"“La salita per Taormina dona un susseguirsi di piacevoli emozioni per paesaggi di grandiosa, enorme bellezza, con tutta una serie di vedute molto pittoresche dell’Etna, il mare azzurro, le baie, i promontori, le montagne e i villaggi costruiti sulle sommità rocciose. Il tutto diventa indescrivibile, tanto grande e rara è la sua bellezza!”. Ringrazioe il gruppo escursionistico Siculì e le sue guide Carmelo Siscaro ed Ennio Zappalà che ci hanno accompagnato in questo stupendo viaggio, fornendoci importanti e dettagliate informazioni sulle bellezze del luogo. Rudere Cafè Monte VenereScalazzenella foto: Rosalia Mifsud, Monica Diliberto, Rosalia Garofalo, Francesca Fantoni, Laureta Zyberi6 donne uccise in una settimana , 4 in 24 ore, un settimo corpo ritrovato dopo mesi. Emergenza nazionale, il virus degli orchi dilaga più del coronavirus, spostare l’attenzione sul femminicidio è un dovere del Paese. Intorno all’influenza “letale” cinese: panico, allarmismo esagerato, terrore, xenofobia, razzismo, come sempre causati da un’informazione di massa controllata e mirata. Con tutto il rispetto per la pericolosità del virus, per le vittime e per chi è in cura, in Italia sono stati accertati solo 2 casi di coronavirus e molti dei contagiati in Cina sono stati curati e sono fuori pericolo. Creare un clima del genere non aiuta sicuramente a risolvere questa epidemia che non è stata la prima né sarà l’ultima. In questi anni tanti sono stati i virus di cui si è parlato in maniera molto esagerata, il mondo ancora esiste, trasformare la realtà in un film di fantascienza, quasi fosse la fine dell’umanità è uno scenario che si ripete. Il problema non è certamente da sottovalutare ma la situazione sembra ultimamente sfuggire di mano. Mentre quasi tutta la stampa e mass media italiani sembrano concentrati sui 2 cinesi bloccati a Roma, unico caso di corona virus confermato, nel nostro paese in 24 ore sono state uccise 4 donne e in una settimana le vittime di femminicidio sono salite a 6. Ma chi sono le vittime di questi orchi? Solo in Sicilia a Mussomeli, Caltanissetta, le vittime sono state 2. Un uomo ha ucciso, a colpi di pistola, la compagna e la figlia 27enne della donna, poi si è sparato. La donna era più grande di lui di 20 anni, l’uomo forse non si è rassegnato alla fine ella storia. Rosalia Mifsud, 48 anni, e Monica Diliberto, 27, sono le 2 vittime. Sempre in Sicilia a Mazara del vallo un uomo ha massacrato di botte per 3 giorni la moglie fino ad ucciderla. Vincenzo Frasillo, dopo 3 giorni di percosse ha ucciso la compagna Rosalia Garofalo. Spostandoci su un’altra isola in Sardegna ad Alghero, Speranza Ponti, scomparsa mesi fa è stata ritrovata cadavere: il fidanzato è in stato di fermo. Tempo fa su fb il marito aveva dichiarato il suo folle amore per la donna. Al nord in Alto Adige una giovane donna pakistana è stata uccisa forse dal marito che è in stato di fermo. Fatima Zeeshan, aveva 28 anni ed era incinta all’ottavo mese. Ma suo marito Mustafa, 10 anni più grande non ha avuto alcuna pietà e l’ha riempita di pugni e calci. Infine, l’avrebbe soffocata fino alla morte. A Genova una donna, Laureta Zyberi, 42 anni, è stata accoltellata a morte dal marito Eduart Zyberi di 53 anni,“ E’ stata trovata senza vita nel Bresciano Francesca Fantoni, l'uomo che l'ha uccisa ha confessato dopo due giorni. Un elenco disarmante e triste. Dati allarmanti e tragici, se consideriamo l’Italia un Paese civile e rispettoso, molti signori italiani quando si parla di maschilismo si girano dall’altra parte, affermando che qui non esista e che certe cose appartengono solo ai Paesi arabi e asiatici, “Loro trattano male le donne”. In Italia diciamo come in altri stati del mediterraneo il maschilismo è più ipocrita, più nascosto ma c’è. Credo che bisognerebbe puntare l’attenzione a ciò che sta accadendo in questi giorni dal nord al sud della penisola. Il virus di uomini mostri, narcisisti patologici, deboli e feroci sia più letale e purtroppo dilagante di tutte le mascherine anti-cinesi che stanno circolando dovunque. Penso che le morti di queste 6 donne in pochi giorni debba fare veramente riflettere sull’arretratezza e ignoranza di molti uomini della nostra società attuale. Ritengo che le pene e la legge nei confronti di questi assassini debbano essere molto più severe e dirette. Non c’è giustizia reale, se facciamo un salto indietro al caso Melania Rea, uccisa dal marito Salvatore Parolisi, sappiamo che per buona condotta potrebbe avere la riduzione della pena, permessi speciali e forse uscire prima dal carcere. Un uomo che ha tolto la vita in maniera feroce, 35 coltellate, alla compagna. Questa è giustizia? Ma in Italia si sa chi dovrebbe stare in carcere è a passeggio. Come Parolisi, gli assassini di queste 6 donne sono uomini comuni, i così detti bravi ragazzi, i loro compagni, fidanzati e mariti; coloro che sicuramente giorni prima dell’uccisione hanno dichiarato amore eterno alle loro vittime. Purtroppo è così, la casistica fa emergere come da sempre i mostri siano all’interno della famiglia. Le violenze fisiche e psicologiche che si riscontrano ogni giorno sono infinite. Le donne uccise in Italia sono state 131 nel 2017, 135 nel 2018 e 103 nel 2019. Giovanni Salvi Procuratre Generale della Cassazione parla di emergenza nazionale. Speranza Ponti |
AutoreCarlotta Bonadonna Archivi
Settembre 2024
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