E' morto lo scrittore Amos Oz, uno dei più grandi autori israeliani conosciuti nel mondo. Un uomo che ha dedicato la sua vita alla scrittura e alla lotto contro le ingiustizie e le guerre. Si è spento a 79 anni a causa di un tumore. E' stato ospite lo scorso giugno a Taormina per il Taobuk Festival, che lo ha premiato con il Taobuk Award for Literary Excellence. In tale occasione affermava che si deve parlare di un libro quando è terminato, perchè "mentre si scrive è come essere nella condizione di una donna incinta e una donna in attesa di partorire non dovrebbe mai essere sottoposta ai raggi X". La lectio magistralis a Taormina si può considerare una delle sue ultime apparizioni in Italia, in cui con eleganza, semplicità e garbo ha mostrato la sua visione intellettuale nei confronti della politica, considerandola ormai un'industria del divertimento e ha raccontato in maniera critica i problemi della sua terra, affrontando la sua battaglia contro qualsiasi forma di conflitto e di estremismo contro il quale sarà difficile vincere. Una parola molto importante tra le sue teoria: il dialogo. Unica arma vincente contro la violenza.
Alcuni scatti di quella occasione.
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Auguro a tutti un felice Natale e Buone Feste. Ringrazio di cuore tutte le persone che mi seguono e mi accompagnano in questa avventura iniziata proprio quest'anno. Tutti coloro che mi hanno sempre incoraggiata e dato la carica per non fermarmi. Si è solo all'inizio ed ancora tanto da fare ma importante credere in quello che realizziamo e mettere calore e valore in ogni progetto. Senza le persone che ti vogliono bene non è possibile fare nulla. Iniziare qualcosa di nuovo è sempre un rischio e fa paura ma bisogna tentarci, le paure non possono fermarci anzi stimolarci. Oggi è difficile parlare di buon natale e serene feste, troppe cattiverie e ingiustizie ci tartassano appena accendiamo tv, leggiamo un giornale, alziamo il volume della radio e ci connettiamo a internet... passeggiando per le nostre città vediamo gente che muore di fame, ha freddo e subisce il male, l'unica cosa che mi sento di scrivere è che tutti nel nostro piccolo dovremmo fare di più per diventare più solidali, attenti, umani e sensibili verso chi ha bisogno. Ho visto troppa gente correre come pazzi da un negozio ad un altro, è bello farsi regali ed è giusto anzi è un piacere donare un pensiero a chi amiamo ma ricordiamoci che non solo a Natale ma per tutto l'anno dovremmo fermarci un attimo e riflettere sulle cose davvero importanti. Auguro a chiunque di passare le feste come meglio crede o come può, importante che sia felice: a casa con la famiglia, a casa con gli amici, da soli a casa, al mare con il panettone, in montagna con la sangria, in giro per il mondo, in viaggio, a fare volontariato, con i colleghi al lavoro o soli con se stessi. Il Natale è un sentimento. Questa è l'ultima immagine che ricordo di Ennio Fantastichini prima della sua morte (immagine di copertina). L'ho scattata più di un mese fa allo Sky Arte Festival di Palermo, in cui l'attore ha partecipato per presentare in anteprima la nuova serie "I maestri del noir". In quell'occasione vedendo l'artista tra le sale dell'evento e durante gli scatti ho notato una luce più cupa, più triste, uno sguardo in qualche modo spento. Forse il peso della malattia già era presente nella sua vita, beh un pensiero personale, ma quello che sicuramente è emerso anche in quei giorni è stata una forza unica e carismatica nel darsi al pubblico. Un uomo che fino alla fine ha usato la professionalità, la bravura e i sentimenti per dare corpo a personaggi teatrali e cinematografici indimenticabili. Non sapevo all'epoca della sua malattia ed oggi col senno di poi, quello sguardo e quell'immagine un po' trascurata aveva una spiegazione: una lunga sofferenza con la quale combatteva già tempo. Una leucemia che lo ha spento il 1 dicembre all'età di 63 anni. E' stato un artista che ci lascia un' eredità cinematografica e teatrale ricca di successi, personaggi importanti, premi e riconoscimenti. Il debutto sul grande schermo risale al 1982 con "Fuori dal giorno" e del 1989 invece il suo primo grande successo "Porte aperte" di Gianni Amelio, in cui il personaggio di Tommaso Scalia gli fece vincere tra i tanti premi, anche il primo Nastro d'argento, come miglior attore non protagonista. Tra i lungometraggi in cui più si è distinto e che rimangono nell'immaginario collettivo meritano di essere citati: Ferie d’agosto del 1996, di Paolo Virzì; Saturno contro di Ferzan Özpetek, del 2007 e Mine vaganti, ancora di Özpetek, per cui si è aggiudicato il David di Donatello e il secondo Nastro d’argento per il migliore attore non protagonista. Per la televisione voglio ricordarlo con la 'Piovra 7' ed ancora con l''interpretazione dell'anarchico Bartolomeo Vanzetti in 'Sacco e Vanzetti', sino all' aristocratico Raniero ne 'La freccia nera'. Infine la partecipazione nel 'Principe libero', dedicato a Fabrizio De Andrè e l'indimenticabile interpretazione di Giovanni Falcone nel film di Tavarelli "Paolo Borsellino". Ennio Fantastichini ci ha lasciati troppo presto, una carriera interrotta ma ricca di personaggi forti e indimenticabili. Ho solo un rimpianto, di non aver potuto intervistare questo grande attore proprio quel giorno di quell'ultimo scatto. Non consideriamo nulla per scontato e non rimandiamo mai a domani quello che l'istinto ci indica di fare oggi. |
AutoreCarlotta Bonadonna Archivi
Settembre 2024
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