Sta per salpare la barca più sociale, solidale, divertente, artistica e piena di sonorità musicali popolari e originali di qualsiasi Carnevale degli ultimi tempi. Il porto da cui tutto avrà inizio saranno le vie e le strade cittadine di Catania. La città si sta preparando al “Carnevale Sociale”. L’ idea nasce dal ricreare una festa in cui tutti coloro che ne vorranno fare parte, senza differenze di nessun genere, potranno partecipare 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗶𝗲𝗺𝗽𝗶𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗲 𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗹𝗲 vie del centro di Catania. Il tema della festa sarà il “Mare” interpretato attraverso le sue 1000 onde e dalla creatività di chi avrà voglia dargli voce. Artisti, musicisti, ballerini, gente comune, adulti e bambini avranno la possibilità di farne parte. Due gli appuntamenti: L’ allegra carovana è pronta a prendere il largo SABATO 2 MARZO e dare vita al Quartiere di San Cristoforo con tanta musica, balli, costumi, giochi, risate e divertimento. Programma di sabato 2 marzo h. 16.00 partenza dal Midulla Centro Polifunzionale - San Cristoforo, sfilate per le strade di San Cristoforo con un brioso Corteo Musicale e Danzante tra musica, canti, maschere dedicati al mare. h. ore 19.30 rientro al Midulla, Sfilata delle creazioni della Sartoria Sociale Midulla San Cristoforo e dei gioielli di Alessandra Di Tommaso h. ore 20.30 Cena Sociale h. ore 21.00 Festa Danzante (rigorosamente in maschera!) con le selezioni musicali di Romina Adorno Pincha. Programma di domenica 3 marzo: La gioiosa Banda del Carnevale Sociale è pronta a ripartire per un nuovo Corteo tra le vie del Centro Storico Etneo, questa volta si salperà da Via Etnea-Villa Bellini e si approderà al Castello Ursino in Piazza dei libri. Il progetto è quello di creare un grande gruppo come una forte onda in cui decine e decine di persone canteranno e balleranno insieme sugli stessi ritmi e melodie. Artisti voci del cuore del corteo UnicaVuci - Coro Popolare Siciliano con gli antichi canti del nostro mare, i passi di danza di Bal FolKatania, la musica risuona nell’accordo di decine di strumenti musicali, quelli tradizionali siciliani dell’Orchestrina Popolare diretta da Simona Di Gregorio, musica brasiliana dell’Orchestra di percussioni Sambazita diretta da Manola Micalizzi Brasil, musica africana dell’Afro Band con Piergiorgio Dugukolò Pappalardo Kouyate e Romina Adorno Pincha L'invito a partecipare è rivolto anche a tutti gli strumentisti della Sicilia Orientale (ottoni, fisa, friscaletti, tamburelli, brogne, putipù, etc... c’è posto per tutti) che vogliano unirsi a questo grande evento "sonoro” Zza za za Prove Orchestrina Popolare - Carnevale Sociale Le improvvisazioni delle maschere di Commedia dell’Arte di Malerba; Le acrobazie dei giocolieri del Collettivo Ursino Buskers, CircO StortO, SbadaClown; Le scenografie marittime create da Dona Ursula con i laboratori creativi aperti a tutti In trash we trust! Laboratorio di Scenografia-Carnevale Sociale Costumi cuciti dalla Sartoria Sociale Midulla San Cristoforo Gli strumenti musicali nati dal riciclo creativo di Bhaktananda Cazumba Do Rio I laboratori, trucca-bimbi e le creazioni di Lapilli D'Arte Sabato 2 e Domenica 3 Marzo, Catania si popolerà di sirene, pesci, esseri mitologici, pirati e briganti. Chiunque può diventare co-creatore e protagonista di tutto questo. In questi giorni proprio per la preparazione del corteo si stanno svolgendo presso diversi centri, laboratori creativi per allestire strumenti, abiti e organizzare quello che sarà il defilè e la grande festa. Un progetto quindi che vede l’unirsi della volontà di tutti di realizzare una grande festa popolare. Sono tante le realtà artistiche e sociali cittadine, donne e uomini (UnicaVuci - Coro Popolare Siciliano, Bal FolKatania, Sambazita, Associazione MoMu Mondo di Musica, Isola Quassùd, Palestra LUPo, Comunità Resistente Piazzetta - CPO Colapesce, Gammazita, Ursino Buskers, Midulla Centro Polifunzionale - San Cristoforo, Sartoria Sociale Midulla San Cristoforo, Malerba Gruppo indipendente Capoeira Catania, Lapilli D'Arte, Romina Adorno Pincha, Piergiorgio Dugukolò Pappalardo Kouyate, Bhaktananda Cazumba Do Rio, Dona Ursula, Vanessa Viscogliosi, SbadaClown, CircO StortO, Alessandra Di Tommaso) che stanno collaborando alla creazione dell’evento. Ma la magia del carnevale sociale sta proprio nella possibilità di lavorare in gruppo, partecipando ad un percorso collettivo creativo comune, tutti possono partecipare al Carnevale Sociale di Catania: scuole, associazioni, singoli cittadini e cittadine, gruppi artistici Tutti sono invitati a mettersi in gioco per tradurre il tema scelto, quello del Mare, in prodotti visuali come maschere e costumi, ma anche pensieri, poesie, strumenti musicali, performance teatrali e musica, tanta musica. 𝘼𝙩𝙩𝙧𝙖𝙫𝙚𝙧𝙨𝙤 𝙡𝙖 𝙧𝙞𝙨𝙘𝙤𝙥𝙚𝙧𝙩𝙖 𝙙𝙞 𝙢𝙪𝙨𝙞𝙘𝙝𝙚, 𝙘𝙖𝙣𝙩𝙞, 𝙘𝙤𝙨𝙩𝙪𝙢𝙞 𝙚 𝙩𝙧𝙖𝙙𝙞𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙡𝙤𝙘𝙖𝙡𝙞 𝙡𝙚𝙜𝙖𝙩𝙞 𝙥𝙧𝙤𝙥𝙧𝙞𝙤 𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙛𝙚𝙨𝙩𝙖, gli organizzatori vogliono 𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙣𝙚𝙡 𝙘𝙤𝙧𝙩𝙚𝙤 𝙙𝙞 𝘾𝙖𝙧𝙣𝙚𝙫𝙖𝙡𝙚 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙞 𝙫𝙖𝙡𝙤𝙧𝙞 𝙘𝙝𝙚 oggi più di ieri dovrebbero essere ribaditi.: 𝙡’𝙪𝙜𝙪𝙖𝙜𝙡𝙞𝙖𝙣𝙯𝙖, 𝙡’𝙪𝙢𝙖𝙣𝙞𝙩𝙖̀, 𝙡’𝙞𝙣𝙘𝙡𝙪𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚, 𝙞𝙡 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙣𝙖𝙩𝙪𝙧𝙖, 𝙙𝙚𝙡 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙤 𝙈𝙖𝙧𝙚 𝙚 𝙙𝙞 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙞 𝙞 𝙨𝙪𝙤𝙞 𝙖𝙗𝙞𝙩𝙖𝙣𝙩𝙞. Simona di Gregorio e Matilde Politi sono le direttrici dell’orchestra popolare e anche responsabili del progetto UnicaVuci cuore dei canti popolari e voci che si esibiranno durante il Carnevale. UNICAVUCI nasce a Catania nell’autunno 2017 all’interno del progetto “Voci della Tradizione”, dedicato alla valorizzazione e al recupero dei repertori della musica tradizionale in Sicilia, a cura dell’associazione MOMU Mondo di musica, con il nome di Coro Omfalos. Il Coro è composto prevalentemente da non professionisti, e si è esibito già diverse volte a Catania in contesti sia di spettacolo che di partecipazione sociale, con l’obbiettivo di recuperare, insieme ai repertori e alle tecniche del canto polivocale in Sicilia, anche i contenuti e il valore sociale della musica come “tecnologia collettiva” per creare aggregazione e condivisione. IL CORO E’ DIRETTO DA MATILDE POLITI E SIMONA DI GREGORIO. Il loro intento è produrre e stimolare BENESSERE, individuale e comunitario attraverso il canto. Inoltre fondamentale è la diffusione e la divulgazione della bellezza dei canti polivocali popolari siciliani perduti nel tempo, esplorando e indagando la musica e la tradizione. S𝗮𝗹𝗶𝗮𝗺𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗯𝗮𝗿𝗰𝗮, 𝗶𝗹 𝗖𝗮𝗿𝗻𝗲𝘃𝗮𝗹𝗲 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗲̀ 𝗽𝗿𝗼𝗻𝘁𝗼 𝗮 𝘀𝗮𝗹𝗽𝗮𝗿𝗲!”
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Sanremo: passato e presente a confronto. Scelte azzardate? Vecchio il pubblico o il Festival?2/7/2019 Il Festival di Sanremo il più chiacchierato e famoso evento della canzone italiana arriva alla sua 69° edizione. Ma come ci arriva? Che aspetto ha oggi questo grande carrozzone mediatico che anno dopo anno sembra cambiare andatura? Tutti ne parlano, tutti lo criticano ma molti lo guardano, anche se non lo vogliono ammettere perché vedere Sanremo per qualcuno vuol dire: “Mamma mia, come fai a sopportare 3 ore di lagne, sketch e stacchetti nazional-popolari stupidi e banali!?” Beh dare completamente torto a questa osservazione è impossibile perché si sa il Festival è per tutti, è per le famiglie e deve in qualche modo rappresentare quella vecchia tradizione di momento storico della televisione in cui ci si riuniva per ascoltare i “Grandi della nostra canzone”. Sanremo rappresenta per molti, soprattutto per chi vive all’estero quasi un contatto, una finestra sulla nostra cultura, nella nostra musica, usi e costumi. Dal 1951, anno di esordio del Festival, ad oggi sono passati ben 69 anni, ma non solo, sono passate diverse mode, stili, epoche, cambi generazionali, colori, politiche e gusti. Insomma è cambiato tutto. La televisione si è trasformata, la musica e i mercati discografici, ci sono i talent, youtube e varie piattaforme social. Volere un Festival vecchio stampo o criticare perché non ci sono solo grandi big, grandi autori ma anche giovani emergenti e facce quasi sconosciute è anacronistico e inutile. Ciò che conta è la qualità delle canzoni e la scelta di giovani talentuosi che possano raccontare nuove tendenze e problemi sociali. E’ questo che oggi vuole essere Sanremo una vetrina non solo per chi è già famoso ma un trampolino di lancio per quelli considerati spendibili a livello commerciale e discografico. Si, perché chiaramente ormai sono quest’ultime che comandano le vendite e dettano le mode. Sanremo è diventato una grande kermesse di quello che è il panorama musicale attuale. Deve essere democratico e non può esimersi da escludere generi e tendenze, deve piacere a giovani e adulti, deve riuscire a raccogliere un pubblico sempre più vasto fatto di coloro che comprano i dischi e di quelli che si aspettano il rappresentante della canzone italiana d’autore. Niente di più iper-democratico e attuale. Ma la qualità per Claudio Baglioni, per la seconda volta, Direttore artistico del Festival è stata davvero importante? E questo evento 2019 è davvero così moderno e a passo con i tempi? Eliminare la distinzione tra big e giovani è stata una mossa corretta? Portare generi diversi è davvero la volontà di essere democratico o nasconde la necessità di portare cantanti che vendano e che creino un pubblico sempre più vasto, più audience e più soldi? Il carrozzone Baglioni, Bisio e Raffaele appare più vecchio e impostato del solito. C’è come un preconfezionamento troppo forzato e limitante, due comici che a parte alcuni momenti appaiono imbavagliati e spenti della loro verve e umorismo che tutti noi conosciamo. Due grandi artisti che fanno fatica a essere se stessi, imbrigliati nel politicamente corretto e sketch abbastanza banali in cui le risate quest’anno sembrano arrivare col contagocce. Un Claudio Baglioni forse troppo presente, un ‘andatura lenta e sotto tono. La scelta di fare un’unica categoria non è a mio avviso una delle migliori, è come dire mettere due mondi diversi insieme. E’ uno sminuire artisti di un certo livello con chi sta iniziando da poco. E’ mettere sullo stesso piano conosciuti ma meno venduti e primizie con tanti dischi. Baglioni ha sostenuto che creare un’unica grande categoria voleva rappresentare la musica nella sua totalità, voleva essere una festa dedicata solo alla musica, l’intento è stato quello di dare spazio alla musica a 360° mettendo insieme generi e gusti vari. Ma in realtà le tre fasce che ogni sera dividono le preferenze delle giurie popolari e della stampa già dalla prima sera hanno ben evidenziato 3 gruppi abbastanza prevedibili, in cui le primizie figlie dei social, youtube e internet che dovrebbero portare più voti e vendite in realtà sono state tutte catapultate tra i meno graditi. Forse scelte troppo azzardate, testi poco piacevoli, personaggi troppo di nicchia o poco capiti a livello democratico? Parlare di Rock quando si tratta di trap, portare un trap che a livello musicale possa ricordare il primo Vasco ma con un testo da 1000 interrogativi, per me fa confusione. Portare un gruppo che ha aperto il concerto dei Radiohead ma che ricordano Jovanotti? Briga e Patti Pravo? Niente contro le novità e la sperimentazione, si tratta di gusti e scelte in un panorama fatto di bravissimi emergenti e giovani. A metà strada i super prevedibili quelli che vendono, che piaciucchiano ma che non hanno molto seguito. E poi tra i preferiti canzoni con testi impegnati, orecchiabili, conosciuti e che mettono insieme ancora i big cantautori con quei giovani che fanno canzoni che vendono con testi significativi. Per cui da questa prima panoramica diciamo che è ancora il buon testo, la poesia e la critica sociale a primeggiare. Il volere accozzare generi ma direi cantanti da testi troppo forzati, da un’identità non ben definita e forse troppo di nicchia mettendoli tutti in un grande calderone non è stato forse proprio azzeccato. Tutto potrebbe cambiare visto che alla finale mancano ancora alcuni giorni. A questo punto visto i gusti del pubblico viene spontaneo chiedersi? Vecchi gli spettatori o le scelte del Festival? |
AutoreCarlotta Bonadonna Categorie:
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