Da giorni si parla del popolare giornalista "culturale" Vincenzo Mollica che dopo una lunga ed emozionante carriera ha deciso di lasciare le scene per andare in pensione. Il suo sipario sembra concludersi con la 70° edizione del Festival di Sanremo. Proprio in occasione della kermesse canora è stato celebrato e omaggiato.
Rosario Fiorello che ha sostenuto nella conduzione del Festival, Amadeus, è da sempre amico del giornalista, tant'è che ha dedicato a lui un personaggio parlante con le sue somiglianze, doppiato dalla stessa voce di Mollica. Il giornalista è amato per la sua bontà, per la sua critica buona, per la delicatezza e sensibilità con cui ha intervistato e realizzato i suoi servizi intorno al mondo dello spettacolo e attualità. Da anni ha prestato servizio presso la Rai con serietà e amore per il suo lavoro. La sua voce ha segnato tutti noi giornalisti culturali. Personalmente è una figura che mancherà, un esempio di integrità e professionalità a cui ambire. Un modo di raccontare semplice, diretto e carico di passione, ciò che un giornalista di attualità e spettacolo dovrebbe fare: trasmettere non solo dati di botteghino, share e successi, ma anche emozioni e far venire la voglia di conoscere quello o quell'altro artista o vedere un film invece di un altro. Ovvio un giornalista deve saper criticare, esprimere anche dissenso e dare anche un guidizio negativo sull'oggetto della sua ricerca ma Mollica è stato il giornalista buono, colui che ha avuto sempre e solo parole buone per tutti. Il suo lavoro Vincenzo Mollica dal 1980 ha prestato servizio in Rai. Ha collaborato con testate famose come Linus, il Venerdì di Repubblica, Il Messaggero, l'Unità e scritto per suo inserto satirico, Tango. E' stato inoltre un disegnatore, ha diretto la rivista il Grifo e nel dicembre del 2006 ha esposto le sue opere al Complesso del Vittoriano a Roma. Ha curato la rubrica di approfondimento sullo spettacolo del TG1, DoReCiakGulp, ha prestato la sua voce al soldato Chien-Po nel film d'animazione Disney Mulan. Su Rai Radio 2 ha condotto Parole parole, storie di canzoni, una serie di appuntamenti radiofonici in cui ha intervistato i grandi autori ed interpreti della canzone italiana. Appassionato di Internet, ha inaugurato il suo sito ufficiale RAI, primo giornalista della Tv di Stato ad avere un sito dedicato, da lui gestito insieme a Riccardo Corbò. Dall'esperienza del sito, nel 2006, è nato il libro DoReCiakGulp, sempre curato da Corbò. Dal 2011, ha aperto una sua pagina ufficiale Facebook, che si chiama "Mollica Istantanee". In occasione del Festival del Cinema di Venezia e in concomitanza con la Biennale, ha ricevuto dai Giornalisti Cinematografici il Premio Pietro Bianchi, che ha dedicato alla moglie Rosa Maria, alla figlia Caterina ed anche a due amici scomparsi, il regista Federico Fellini e lo scrittore Andrea Camilleri. Mollica e Fellini Vincenzo Mollica è sicuramente non solo per me, ma anche per molto pubblico, una figura legata al nome di Federico Fellini. Una grande amicizia legava i due uomini, due personalità di grande cultura e animo. Lo stesso giornalista dichiara che tra tutte le sue interviste ha amato quella fatta a Federico Fellini, con il quale condivideva anche l'amore per il disegno. Il cinema per Mollica è stata sempre una enorme passione. Ha affermato:" Dopo le cerimonie degli Oscar ho realizzato le mie interviste più belle con Leonardo Di Caprio, Julia Roberts, Martin Scorsese, perchè in quel momento non sono più personaggi ma persone”. La situazione di salute di Mollica si è molto aggravata negli ultimi tempi, al punto da non riuscire quasi più a vedere e di conseguenza dal non poter più disegnare, ma in una sua intervista afferma: Il mio amico Andrea Camilleri mi ha insegnato che si può trovare un nuovo modo di scrivere, usando la fantasia. La mia memoria si è trasformata in un tablet in cui mi diverto a disegnare la Donna Cannone con le fattezze di Betty Boop”. Il "Mollichismo" Il 29 febbraio sarà l’ultimo giorno di lavoro per il grande Mollica, un uomo considerato sin troppo buono per essere un giornalista, Aldo Grasso così descrive Mollica e il “mollichismo”: «È un libro parlante, una sola moltitudine di arguzia e sapienza, un’intelligenza acuta che si è fatta TV. Non può neppure immaginarsi di cedere a un giudizio, a un appunto, a un dissenso. Parla sempre bene di tutti».
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AutoreCarlotta Bonadonna Categorie:
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