Da pochi giorni presso la Fondazione La Verde La Malfa - Parco dell’Arte di San Giovanni La Punta, si è conclusa “NEEEV. Non è esotico, è vitale”, personale di Begoña Zubero, curata da Giorgio Agnisola ed ideata da Alfredo La Malfa e Dario Cunsolo. La mostra ha messo in risalto diciotto fotografie di grande formato che, realizzate nel dicembre 2018, ritraggono la città di Mosul, in Iraq, nel momento della ricostruzione, pochi mesi dopo il terribile attacco che ha portato alla resa dello Stato Islamico. L’evento ha costituito, pertanto, l’ultima occasione per osservare da vicino le opere dell’artista basca, opere che ne attestano non soltanto il grande talento, gratificato negli anni da una lunga serie di pregevolissimi eventi espositivi, ma costituiscono l'ultima tappa di un percorso artistico che, fin dagli esordi, l'ha vista definire ed approfondire una fotografia a tesi, contraddistinta da una tecnica, formale ed estetica, ineccepibile in cui la documentazione e la ricerca hanno consentito di dare vita a rappresentazioni di grande intensità intellettuale. L’esposizione ha consentito di far vedere ad un ampio pubblico gli scatti della Zubero e di dimostrare, in questo angosciante momento storico, quale importante contributo possa portare l’arte per costruire una cultura profonda a favore della pace. «Quando arrivi in una zona di conflitto per la prima volta, con un progetto aperto, oltre a una grande incertezza, sei accompagnato da notizie e immagini di quella realtà costantemente generate dai media. Ti accompagna anche il dubbio su quali potranno essere la tua reazione e la tua risposta nei confronti di un contesto che fino a quel momento hai percepito in maniera piuttosto distante e distorto», ha spiegato Begoña Zubero. «NEEEV non è un progetto prettamente documentaristico, benché in parte si basi saldamente su questo registro; non si tratta nemmeno di fotogiornalismo, sebbene non avessi mai lavorato con un materiale così vicino a zone di conflitto. Questo lavoro vuole essere un’interpretazione plastica di una realtà della quale ci arrivano, costantemente, infinite informazioni, ma che di fatto è avvolta in una continua distorsione. Un caleidoscopio, dal grandangolo al teleobiettivo, per avvicinare lo spettatore alla sensazione di incertezza e di dualismo di un presente avviluppato in una perversa ripetizione storica». L’appuntamento che si è celebrato presso la Fondazione La Verde La Malfa è stato anche il secondo di un nuovo ciclo di conferenze organizzato dalla Fondazione Casa della Divina Bellezza di Forza d’Agrò con il titolo: “Essere sui crocevia. Scegliere la possibilità, in un itinerario di vita, arte e fede”. Quella di inserire l’evento conclusivo della personale di Begoña Zubero all’interno del percorso portato avanti dalla Casa della Divina Bellezza è stata una scelta non casuale, dettata dalla consapevolezza che le fotografie esposte alla Fondazione La Verde La Malfa palesano quel desiderio di empatia e quella voglia di (ri)socializzare dopo la guerra che sono parte integrante della tematica proposta quest’anno. L’incontro è stato introdotto da una riflessione teologica di Don Carmelo Raspa e ha visto Giorgio Agnisola proporre le sue consuete considerazioni finali su “NEEEV. Non è esotico, è vitale”.
0 Comments
Leave a Reply. |
AutoreCarlotta Bonadonna Categorie:
|