Ieri si è conclusa la maratona artistica HERE 2018 che dal 18 al 27 maggio ha accolto più di 400 artisti tra le stanze e le sale abbandonate della Cavallerizza di Torino. Questo concetto artistico ha trasformato le stanze abbandonate e fatiscenti dello stabile in scenari immaginari e nuovi e spazi surreali di interesse e sperimentazione artistica.
Dopo il successo della prima edizione del 2006, in cui 200 artisti hanno esposto in più di 100 sale, la Cavallerizza è stata inserita nella mappa internazionale di luoghi d’arte indipendenti a cura del MAXXI (Museo d’arte contemporanea di Roma), catturando l’attenzione di critici e media. Here 2018 è stato un altro successo, riconfermandosi una delle tra le più grandi manifestazioni auto-organizzate-indipendenti in Europa. Le sale della Cavallerizza sono state un grande museo sperimentale, dove tra il fatiscente e la ricostruzione sono nate piccole oasi di arte contemporanea e innovativa. Spazi rivestiti di sperimentazioni, dal poco probabile, assurdo, spettacolare, curioso, nuovo, sbalorditivo, strano, incomprensibile, brutto, insignificativo ed emozionante al bello, originale e interessante, tutto in un unico concetto d’indipendenza. L’aria che si è respirata è quella di grande voglia di esprimersi e dare voce alla propria originalità e anima. In un’atmosfera di festa dell’arte in tutte le sue forme: danza, teatro, musica, concerti, dj set, pittura, scultura, installazioni, la Cavallerizza si è trasformata in un grande laboratorio artistico. Il sodalizio e l’amicizia tra i partecipanti è un altro elemento che ha contraddistinto il mood del festival. Credo che spazi indipendenti di questo tipo non dovrebbero, come spesso succede, considerati ricettacoli di improbabili e ultime realtà artistiche e umane; al contrario la sperimentazione e la bravura di artisti provenienti dai circuiti indipendenti spesso supera e dà voce a personalità importanti, che senza questi spazi non avrebbero potuto esprimersi. A volte da questi mondi sono nati artisti diventati inseguito famosi a tutti i livelli. Proprio in questi giorni a Cannes ha vinto come miglior attore protagonista: Marcello Fonte con il film Dogman di Matteo Garrone. Era un uomo umile, uno degli ultimi, appartenente ad una famiglia semplice che impara recitazione quasi per caso, facendo il guardiano al Teatro Valli indipendente di Roma. E’ da uno spazio autogestito- alternativo che nasce Marcello Fonte. Esempio di come i circuiti indipendenti possano essere laboratori da dove attingere artisti di valore e bravura rara e nuova.
1 Comment
Leave a Reply. |
AutoreNata libera Archivi
Giugno 2024
Categorie:
|