A Palermo nella bellissima location di Santa Maria dello Spasimo il 20 e 21 settembre si è tenuta l’installazione per archi e vento del musicista Alessandro Librio a cura di Giusi Diana dal titolo “BirdsQuartet”. Si tratta di un’opera video-sonora, in cui è possibile vedere i 4 voli dell’artista e ascoltare questo brano suonato con gli strumenti in volo grazie alla pressione e velocità del vento.
Il luogo scelto per l’evento non è stato casuale, cosa che l’artista ha voluto precisare durante l’intervista che gentilmente ci ha concesso. Molti già conosceranno la bravura e la storia di un ragazzo amante della musica e professionista del settore che ha voluto mettersi in gioco in una sperimentazione che nessuno fino ad ora aveva tentato. La sua passione per gli strumenti ad arco lo ha portato alla creazione di una melodia suonata lanciandosi con un parapendio, un esperimento che potrebbe apparire azzardato ma che ha portato ottimi risultati nella resa finale. Questa una delle tante performance che Librio annovera nella sua carriera da artista e musicista. Ma cerchiamo di conoscere meglio una personalità che incuriosisce proprio per l’originalità e la difficoltà dell’opera. Perché si tratta proprio di un’opera in volo, dove il vento ha avuto un ruolo fondamentale e da protagonista. Alessandro Librio, puoi raccontarci le tue origini e la tua formazione? Sono nato ad Erice e vivo a Palermo da 7 anni, dopo un periodo trascorso a Londra sono tornato nel capoluogo siciliano perché nel 2011 alla Biennale di Venezia ho presentato un progetto realizzato a Palermo. Nel padiglione Italia ho fatto un’installazione che parlava di questa città. Ho portato nel centro di Venezia i rumori e il traffico di Palermo per 24 ore. Il lavoro mi ha quindi riportato nella mia isola. Provengo da studi musicali, ho fatto il conservatorio, mi sono laureato in violino, inseguito ho studiato musica elettronica e composizione. Crescendo professionalmente ho iniziato con la regia teatrale, per un anno mi sono dedicato al teatro. All’interno di spettacoli utilizzavo performance di installazioni di vario tipo, video e foto; è stato quindi un percorso naturale arrivare al mondo delle arti visive. Nel mio iter è stata soprattutto Londra la città che mi ha aperto molte opportunità, ho avuto la fortuna di essere preso come artista in una famosa galleria. Quando hai iniziato la sperimentazione del vento che ti ha aiutato a produrre questo suono diverso nel violino? Ho iniziato nel 2012 il primo esperimento l’ho fatto lanciandomi con il parapendio da monte Grifone a Palermo. Da dove ti è venuta l’idea di un simile esperimento? L’idea mi è venuta perché volevo creare un dispositivo che venisse attivato da un elemento naturale e incontrollabile, il vento è cosi, si può dialogare con lui ma sicuramente non si può controllare. Quindi ho iniziato a studiare il violino, cercando di trovare un ‘accordatura che funzionasse con il vento, mi sono preparato con i ventilatori e facendo prove con varie corde e diverse accordature, fino a quando ho trovato quella perfetta per il vento e quindi ho deciso di lanciarmi con il parapendio. Sei sempre stato un amante del parapendio? lo fai come hobby? è uno sport che poi hai unito alla musica, e a questo esperimento? No, assolutamente no. L’ho fatto solo per questo progetto, l’ho realizzato in collaborazione con Andrea Castellana, uno specialista di parapendio e con lui ci siamo lanciati ed abbiamo fatto questo video nel 2012. l video dell’esposizione a Santa Maria dello Spasimo sono fatti in diversi momenti e poi montati in maniera tale che si crei un suono unico? sono diversi voli? Si, sono 4 voli avvenuti nella stessa giornata, uno dietro l’altro, ho eseguito una partitura che ho scritto in grafica, non con il sistema temperato, tradizionale musicale. Ho utilizzato dei segni grafici e poi ho eseguito queste 4 parti, una per volta, ascoltando in cuffia il risultato. Prima il violino, seconda volta ascoltavo il violoncello e suonavo la viola, la terza ascoltavo il violoncello e la viola e suonavo il violino e così via. Sono quindi 4 video pensati per essere un unico lavoro, sono 4 parti, non potendo chiedere a nessun altro musicista di fare questa operazione, perché nessuno si azzardava, ho deciso di farlo da solo. E ho fatto 4 voli. Dove ti sei lanciato? A Palermo dal Museo del mare, dal fiume Oreto, lanciato e atterrato in questa zona, sorvolando il bellissimo mare palermitano. Lanciato dopo essere stato trainato da una barca che aveva un cavo molto lungo, quest’ultimo è stato rilasciato piano piano fino al raggiungimento di 1000 metri di altezza. Da questa quota ci siamo staccati ed è iniziata la nostra discesa. Hai provato diverse volte prima di arrivare al risultato finale, alla registrazione definitiva? No, una volta sola, come si dice “buona la prima” !... Sei soddisfatto del tuo risultato? Si, molto. Sono molto contento. Questa mostra che hai fatto a Palermo, pensi di proporla in altre città? La mostra l’ho realizzata pensando allo Spasimo e quindi adattabile a spazi simili, con le stesse tipologie, spazio aperto, senza tetto, perchè ad un certo punto il ciclo video finisce ed ho lasciato il buio, questa oscurità mi interessava per permettere una connessione con il cielo. Progetti per il futuro? Si, diversi. Sto pensando in particolare ad un progetto per Marsiglia. Diverso da questo o legato ancora agli strumenti e alla musica? No, con gli strumenti no. Non voglio però anticipare nulla. Inoltre ho in programma un’installazione a New York tra qualche anno. Ti muovi quindi molto a livello internazionale? Si, sono appena tornato da Tokio, sono stato in residenza in Giappone per alcuni mesi. Aspettando altre opere originali e particolari di Alessandro Librio non possiamo che non apprezzare la bravura, il coraggio e la professionalità di questo giovane artista siciliano di cui sicuramente sentiremo parlare in molti altri Paesi del mondo.
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AutoreNata libera Archivi
Giugno 2024
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