La rassegna internazionale Taomoda abbinata ai Tao Awards, nata a Catania e
poi trasferita a Taormina ideata e diretta dalla giornalista Agata Patrizia Saccone, in occasione della 25esima edizione, celebra le sue origini con un appuntamento culturale che anticipa la rassegna taorminese, la mostra “The Homo Sapiens”. Una raccolta di 40 scatti a firma di Arturo Delle Donne, che inaugurata il 27 giugno durerà fino al 19 luglio presso il Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane. All’inaugurazione della mostra che si e tenuta giovedì 27 giugno alle 17.30, sono stati presenti tra gli altri il Magnifico Rettore dell’Università di Catania Prof. Francesco Priolo, l’artista di fama internazionale autore della mostra Arturo Delle Donne e la Prof.ssa Germana Barone, Direttrice del Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane. Questo progetto fotografico e antropologico itinerante, che ha debuttato presso il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma, vuole testimoniare le unicità dei popoli della Terra attraverso lo studio attento degli abiti tradizionali, simbolo di appartenenza e cultura, oltre che di legame con la terra natia. Un itinerario di scoperta e di esplorazione, che nasce da un’idea di conoscenza di una diversità culturale spesso dimenticata in nome dell’omologazione. Con il flusso migratorio in entrata, che dagli anni Settanta del secolo scorso ha superato quello in uscita, hanno iniziato a far parte del nostro sistema culturale nuove tradizioni, religioni, usi e costumi, lingue. Ma non solo. Sono entrati nuovi beni etnici, come l’abbigliamento, che è universalmente considerato la prima forma di comunicazione di un popolo. Il primo linguaggio messo in moto quando due persone si incontrano sono la fisiognomica e l’abbigliamento, inteso in senso visivamente ampio, quale vestiario, accessori, acconciatura, segni permanenti. Un punto fermo, insomma, in un tourbillon di contrasti materiali e immateriali evidentemente riscontrabili in ogni perimetro urbano. The Homo Sapiens è quindi una ricerca intorno a una “moda” che racconta storie, leggende, riti e culture tramandate. Il racconto è un’esplorazione di ricordi e legami che ognuno dei soggetti raccontati ha con sé nel proprio viaggio alla ricerca di un mondo nuovo. Il costume tradizionale viene indossato come ricordo o legame alla propria terra di origine. L’abito diventa appartenenza, consapevolezza e orgoglio. Indossarlo rappresenta un atto evocativo dei legami e delle proprie radici. È un lungo racconto di persone, usi e costumi che si trovano in nuove terre. Costumi che si mescolano o si nascondono, ma che rimangono cari e preziosi per i propri possessori, nei ricordi o nei momenti intimi. Con lo sbarco a Catania, l’artista Arturo Delle Donne arricchisce il suo viaggio tra gli Homo Sapiens del Mondo di una nuova tappa. Quaranta ritratti di grandi dimensioni, sono l’incipit di un patrimonio potenzialmente infinito, conservato negli armadi o nei bauli di molte case sparse sul territorio italiano. Splendide opere di artigianato, un tripudio di forme, colori e materiali che affermano l’orgoglio e senso di appartenenza.
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Fino al 15 dicembre 2024 la Fondazione La Verde La Malfa - Parco dell’Arte, in occasione del suo XVI anniversario, ospiterà la mostra Scolpire gli Elementi di Lorenzo Reina, a cura di Daniela Fileccia, promossa e ideata dal presidente della Fondazione Alfredo La Malfa e da Dario Cunsolo, con il patrocinio del Comune di San Giovanni La Punta (CT). Lorenzo Reina, nato nel 1960 a Santo Stefano Quisquina (in provincia di Agrigento) incarna appieno la figura dell’artista pastore, avendo saputo coniugare l’amore per la natura con quello per l’arte. Questo connubio si è realizzato attraverso la creazione, nel suo luogo natio, in circa trent’anni, della “Fattoria dell’Arte Rocca Reina”, realtà in cui la land art si combina sintonicamente con l’arte concettuale, in una relazione di commistione virtuosa tra l’umano e l’infinito. Assecondando, suo malgrado, i voleri del padre, che voleva continuasse la sua professione di pastore, Reina, nel suo approccio rispettoso, curioso, visionario e anche creativo verso la natura, ha imparato a lavorare la creta, la pietra calcarea e il legno. Con queste sue propensioni e competenze artistiche ha costruito, pezzo per pezzo, un ensemble artistico ed emozionale unico, a 1.000 metri sul livello del mare. La “Fattoria” si contraddistingue per una vera perla d’arte, ossia un teatro in pietra all’aperto, dalle atmosfere magiche e contemplative, dedicato, in primis, alle donne, essendo rivolto alla Costellazione di Andromeda, da cui trae il nome, e all’umanità tutta. Al contempo annovera un laboratorio d’arte e un museo a pianta ottagonale, che mutua la struttura federiciana di Castel del Monte, affermandosi anche come luogo in cui la pastorizia e l’agricoltura divengono attività didattiche, sempre con una prospettiva di armonia a governare il rapporto tra paesaggio e cultura. Il tutto con un sentimento, anche ieratico, verso il cielo e l’infinito che l’artista, protagonista di alcune esposizioni, tra cui quella alla XVI edizione della Biennale Internazionale di Architettura di Venezia (2018), ha miscelato con elementi che trasudano stille di storia umana, anche ancestrale, che riecheggiano l’intimo rapporto dell’uomo con il cosmo, con legami antichi con il magico e l’eterno. Con queste premesse il genio creativo di Reina ha dato vita alle sue opere. Scolpire gli Elementi, a partire da ieri 23 giugno, dà al visitatore la possibilità di ammirare otto sculture dell’artista e una serie di fotografie di grande formato che, scattate dal figlio Christian Reina, restituiscono tutto il fascino del Teatro Andromeda. «Le otto opere della mostra Scolpire gli Elementi - ha dichiarato Lorenzo Reina - sono state selezionate dalla curatrice e storica dell'arte Daniela Fileccia, che ne ha individuato le tematiche e il filo conduttore nella disamina critica. I lavori scelti fanno parte della collezione privata custodita nel mio museo personale, una torre ottagonale di ascendenza federiciana, dove contenuto e contenitore si fondono in un percorso indivisibile. Le opere trattano il processo alchemico della trasmutazione degli elementi attraverso il loro accostamento e opposizione, spesso conflittuale, ma che risolve o coagula in unità e catarsi la materia scolpita. L'arte per me deve necessariamente coincidere con il lavoro su sé stessi, che equivale a dire, alla propria vita, e le opere esposte ne sono una quintessenza». A descrivere l’essenza del portato creativo dell’artista sono le parole di Daniela Fileccia, curatrice della mostra: «La natura contemplativa di Lorenzo Reina e il quotidiano contatto con la natura gli hanno permesso di affinare i sensi e amplificare le sue percezioni. Lo studio, la poesia, gli incontri, la disciplina hanno risvegliato il mago dentro il pastore. Questa mostra vuole andare alla sorgente che ha alimentato l’energia creativa di un archiscultore in grado di accordare gli elementi nell’unico suono dell’origine. Il Teatro Andromeda è un tempio solare in cui si manifesta la quintessenza eterica di terra, acqua, fuoco e aria. Le sculture sono scrigni energetici che nutrono il Teatro, sono immagini cosmiche che dischiudono l’immaginazione creativa, sono strumenti accordati alla musica delle sfere». Occorre infine sottolineare, come sostiene Alfredo La Malfa, che la mostra può essere letta come un richiamo per l’uomo di oggi a riabbracciare il vero significato della vita. Per il presidente della Fondazione La Verde La Malfa - Parco dell’Arte l’esposizione vuole mostrare della vita «non solo gli “Elementi”, ma anche come sia necessario vivere per essi, ripensarli sempre come richiamo all’origine di senso di tutto. Lorenzo Reina non è, pertanto, un semplice artista e la sua opera non si può leggere soltanto attraverso una semplice critica d’arte, è qualcosa di più. Ricollego la sua figura agli antichi profeti-filosofi che, agli albori dell’Occidente, richiamavano l’attenzione degli umani per costruire misteriosi ponti di senso fra il divenire e il mistero racchiuso nell’Infinito». Scolpire gli Elementi di Lorenzo Reina rimarrà in permanenza fino al 15 dicembre 2024 e sarà visitabile su prenotazione da giugno a dicembre 2024 negli spazi della Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte, istituzione attiva nella valorizzazione dei quattro fondi patrimoniali di cui dispone (il Parco dell’Arte che fa parte del circuito di Grandi Giardini Italiani; la sezione di opere d’arte moderna e contemporanea; la collezione di abiti d’epoca e quella di libri antichi) e nella promozione artistica attraverso l’organizzazione di attività ed eventi culturali. Per l’occasione è stato realizzato un catalogo che, corredato dalle immagini delle opere di Lorenzo Reina, oggetto dell’esposizione, propone un testo critico della curatrice Daniela Fileccia. Inoltre, per meglio illustrare la figura dell’artista, il catalogo proporrà altri due scritti, uno dello storico e critico d’arte Giorgio Agnisola e l’altro degli architetti Agostino De Rosa e Alessio Bortot. Giorgio Agnisola interverrà nel corso del vernissage che sarà allietato da alcuni momenti musicali curati dall’arpista e cantante Ginevra Gilli e dal cantautore Libero Reina. Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte, San Giovanni La Punta (CT) 23 giugno – 15 dicembre 2024 Redazione L'artista romano Massimiliano Frumenti trasferitosi da anni a Catania è il protagonista di ben 2 esposizioni che si terranno nella città siciliana. Un doppio appuntamento con l'arte moderna, astratta e trascendentale di un autore elegante e sensibile, capace di suscitare interesse ed emozioni negli occhi di chi guarda le sue opere. Frumenti infatti è un artista dall'anima eclettica e poliedrica, in cui la fragilità e la sensibilità si intrecciano con la forza e il tocco deciso delle sue linee e figure geometriche. Colori, dalle varie sfumature più o meno forti si mescolano con ombre e chiaroscuri, gli spettatori avranno l'impressione di vivere in una dimensione in cui curve, cerchi e linee si rincorrono creando uno spazio astratto e metafisico. Un vero e proprio viaggio, un percorso che dal concreto, dal più materiale, dall'opera più "terrena" e fisica giunge al frammento, all'astratto, a qualcosa di più spirituale e trascendentale. Un cammino a ritroso verso l'essenza delle cose e dell'anima.
La prima esposizione di Open Up dell'artista è stata inaugurata ieri 6 settembre alla GAM- Galleria d'Arte Moderna di Catania. La mostra con le sue opere inedite sarà aperta al pubblico fino al 6 ottobre. Oggi 7 settembre altra data importante per Massimiliano che ha dato il via alla seconda sezione dell'Open Up presso la Catania Art Gallery, le opere resteranno in galleria fino al 22 settembre. Un momento sicuramente stimolante e gratificante per Frumenti soprattutto dopo la stasi dovuta alla pandemia. Ed è stata proprio questa chiusura forzata, che noi tutti abbiamo vissuto, a plasmare "Open up"; ce la spiega così il suo autore: "Open Up è un progetto dedicato a Catania, realizzato nella città siciliana dove vivo da 4 anni. Ho scelto questo nome che vuol dire "aprire", in contrapposizione alla chiusura- al lockdown, in opposizione alla situazione in cui ci siamo trovati a vivere durante la pandemia e al conseguente inasprimento di tutta una serie di dinamiche relazionali che questo ha comportato. E' un progetto grande di ben 40 opere inedite, diviso in 2 sezioni. Cosa molto interessante e una sfida stimolante per Catania: riuscire a mettere insieme il pubblico e il privato senza creare conflitti. La prima sezione è un'installazione alla Gam di Catania. Una parte di questi lavori li ho infatti creati e ideati pensando solo agli spazi della Gam; il concetto infatti è stato quello di realizzare un'installazione ambientale; le opere sono state pensate per creare un percorso e una leggibilità in questo luogo. Per questo motivo le creazioni sono di diversa misura fino a diventare piccoli frammenti. L'idea nasce in coproduzione con l'assessorato della cultura di Catania. La seconda parte del progetto è invece ospitata dalla Catania Art Gallery che ha anche prodotto il catalogo. In galleria sono visibili 19 opere inedite, montate su telai di diversa misura, esposte in maniera tradizionale. Tutti i lavori in entrambi gli spazi sono realizzati con tecnica mista su tela". Le riproduzioni in miniatura di città e monumenti hanno rivestito nei secoli una grandissima importanza. Gino Castorina, artista ecclettico, suona il pianoforte da piccolo, dipinge, compone, ottenendo molti apprezzamenti in Italia e all’estero, negli ultimi dieci anni ha inseguito un sogno che realizzerà il 22 luglio all’ex Chiesa del Carmine di Taormina. Mostrare al pubblico Piazza IX Aprile, cuore pulsante della Perla dello Ionio, in tutta la sua bellezza, in miniatura. La complessa realizzazione dell'opera è stata preceduta da una gran mole di misurazioni sul campo, nonché progetti, calcoli e studio dei materiali da utilizzare per riprodurre financo il più infinitesimale dettaglio, alla costante ricerca delle migliori soluzioni per non discostarsi minimamente dal modello originale. Per rendere l'opera più veritiera e dunque “viva”, Gino Castorina ha anche realizzato oltre 200 figure ispirate in gran parte a personaggi del luogo, che contribuiscono a ricreare un'atmosfera simile a quella che si respira nella quotidianità. Sebbene oggi la tecnologia non ponga limiti alla realizzazione in copia di qualsiasi oggetto, magari utilizzando la stampa 3D, Gino ha ritenuto prezioso sostenere e promuovere ciò che viene creato con le proprie mani. Un grande amore per la sua città natale, una passione tramandatagli dal padre Nino, noto fotografo taorminese anche lui miniaturista, un briciolo di pazzia e tanta determinazione hanno fatto sì che quest’opera unica nel suo genere venga montata e mostrata ai tanti turisti ospiti a Taormina. L’intento è proprio questo dichiara Castorina: “Mettiamoci nei panni del turista: siamo appena giunti in un posto bellissimo ma ancora non ne conosciamo a fondo tutte le peculiarità, vederne il centro storico riprodotto in tutti i suoi dettagli può trattarsi di un’accattivante anteprima. Potrebbe trattarsi anche d’una sorta di “ripasso” di tutto quanto già visto ed apprezzato, magari da concedersi appena prima di lasciare la nostra Città”. Gino Castorina prima di giungere a questa “colossale” miniatura, unica in Europa per dettagli e misure aveva già incuriosito e tanto con una miniatura incastonata dentro uno scrigno di legno che raffigura la Natività ambientata nel Teatro Greco-Romano di Taormina, con l’Etna in eruzione e la baia di Giardini-Naxos sullo sfondo e una seconda miniatura che riproduce un caratteristico vicolo del centro storico di Taormina racchiusa in una teca di vetro. L’interesse suscitato da questi primi lavori gli ha consentito di partecipare ad una puntata della trasmissione "Buona Domenica”. In quella circostanza, Gino Castorina aveva anche auspicato l'avvio di un progetto riguardante la realizzazione di un museo delle miniature, visto che Taormina abbonda di scorci mozzafiato, piazze panoramiche ed angoli incantevoli da cui prendere spunto per realizzare un’infinita serie di opere a tema.
Foto esposta al Branciforte di Palermo: "Dentro una supplica"Dopo il successo della mostra di Ferrara "Oltre lo sguardo", la talentuosa fotografa Arianna Di Romano continua a raccogliere consensi e critiche positive con la nuova esposizione "Universi Silenziosi" inaugurata da pochi giorni a Palermo a Palazzo Branciforte. Arianna è sarda ma di origini siciliane e con quest'ultimo lavoro ha voluto omaggiare il silenzio delle sue due isole, capace di narrare e raccontare storie. L'evento è stato curato da Gabriele Accornero, è un percorso di sguardi che travalicano i confini insulari. Momenti catturati, inaspettati o ricambiati. foto scattata a Palermo a Palazzo Comitini. "Ama, conforta, lavora, salva"- omaggio alle crocerossine. Opera esposta al Branciforte. "Ho rubato centinaia di sguardi per renderli eterni negli spazi vuoti della memoria". Con questo pensiero dell’artista Arianna De Romano inizia il viaggio all’interno di: “Oltre lo sguardo”, mostra inaugurata da alcune settimane a Ferrara. L'evento è stato organizzato dalla Fondazione Ferrara Arte ed è stato presentato da Vittorio Sgarbi, Presidente di quest'ultima. Arianna è una bravissima fotografa contemporanea. Ma prima di tutto una donna, dotata di un’anima particolare, profonda, in cui una rara e spiccata sensibilità innate nutrono la sua capacità di cogliere attimi e raccontare in immagini storie di vario genere e appartenenti a mondi diversi. Chi ha avuto il piacere di incontrarla e di guardare i suoi occhi o meglio di entrare in contatto con il suo sguardo avrà sicuramente percepito quasi un senso di imbarazzo misto a emozione, perchè Arianna ha il dono di saper entrare nei cuori di chi osserva e percepirne l’anima. Una donna minuta e dolce ma dalla grande forza e coraggio. Uno sguardo sognatore e nello stesso tempo impattante e determinato. Queste due componenti sono alla base della bravura artistica che la identificano e conraddistinguono. Ringrazioe Arianna per avermi donato nella intervista che segue alcuni sui cari e intimi pensieri legati al suo percorso di artista professionale e umano. “OLtre lo sguardo, una mostra di ampia visibilità e di prestigio, che cosa ha significato per te? Qual è l’idea di fondo e concetto che vuole esprimere questa esposizione?” “Oltre lo sguardo è il titolo che spinge il visitatore ad andare oltre l'apparenza per spingersi ad una bellezza "altra", quella dell'anima e non legata ai modelli di riferimento che la nostra società ci impone. Racconto viaggi come scoperta di un'umanità dimenticata, dei più fragili, degli ultimi, di coloro che vivono ai margini. Una ricerca costante nell'intimo, nell'essenza più pura e incontaminata dello sguardo.” Ho chiesto ad Arianna di parlarmi della sua vita e di scelte importanti fatte nel suo lavoro. Non è facile indagare e raccontare certe intimità e a volte le nascondiamo perchè sono nostre “private”, Arianna però con delicatezza e determinazione mi ha donato momenti della sua vita, pensieri forti ed emozioni a volte contrastanti, delusioni e soddisfazioni. “Arianna qual è stato il suo percorso professionale che ti ha portato fino ad oggi, ci sono stati dei momenti spartiacque che hanno influenzato le tue scelte e cammino?” “Ho iniziato a raccontare la quotidianità quando ero poco più che una bambina, usavo l'analogica di mio padre, il quale mi incoraggiava a fermare il tempo su ciò che colpiva maggiormente la mia curiosità. Ho continuato per anni a raccontare senza mai mostrare il mio punto di vista. Temevo che questo non interessasse a nessuno e forse ero spaventata all'idea di far scorgere la mia più autentica essenza. Intanto mi sono formata come Tecnico dei Servizi Sociali e Animatore di Comunità (terapeutiche) dedicarmi alle persone con difficoltà. In questa fase ho avvertito spesso il desiderio di documentare fotograficamente le persone con le quali trascorrevo le mie giornate lavorative. Ma non l'ho mai fatto. Col passare del tempo però ho deciso di mostrare a qualcuno alcuni miei scatti. Queste immagini sono piaciute, sono stata spronata a renderle pubbliche. Ma non avevo il coraggio di farlo così ho chiesto ad alcune persone di farlo per me, per sondare un po' il giudizio della gente relativamente ai miei lavori. Desideravo rimanere nell'ombra e ho spinto alcuni a fingersi autori dei miei scatti per fare un esperimento sul livello di gradimento. Solo che qualcuno, tra queste persone, ha deciso di sfruttare le mie immagini e non ha voluto restituirmi la maternità/paternità dei lavori. Questo dolore, questa profonda delusione nei confronti della fiducia tradita, mi ha spinto ad affermare il mio punto di vista e a riconoscere sempre il mio lavoro come personale e privato, capace di descrivere il mio sguardo sul mondo. Da condividere senza chiedere aiuto o pareri esterni. Una lezione che ho imparato molto bene a mie spese.” Arianna si è mostrata molto emozionata e felice di raccontare la sua storia. Una donna che ha imparato a essere sè stessa e a credere nelle sue grandi capacità. Andando oltre le proprie paure e limiti ha costruito la storia della sua fotografia: quello di una donna e di un’arte LIBERA. "Stanza 5" di Massimiliano Frumenti a "Spazio Urbano arte contemporanea". L'artista si racconta...10/28/2021 L'arte contemporanea arriva a Catania, grazie ad un progetto artistico impegnato a promuovere e dare voce e immagine ad artisti che vogliono manifestare senza filtri le proprie idee e mondi. L'iniziativa è stata chiamata: "Spazio Urbano Arte Contemporanea", si tratta infatti di un vero proprio "luogo" indipendente realizzato a San Giovanni la punta, inaugurato nel 2020. Il progetto verte a creare uno spazio di ricerca artistica e culturale dove gli artisti possono sentirsi liberi di “manifestarsi”. Tanti gli appuntamenti durante l'anno, il mese di ottobre ha come protagonista Massimiliano Frumenti con la sua istallazione sitespecific dal titolo "STANZA 5, show me". L'artistia, uomo con tanta voglia di raccontarsi e di condividere le proprie emozioni, creerà un suggestivo happening dove non sarà solo lui a mostrare qualcosa, ma lo farà anche il visitatore che non sarà un fruitore passivo ma un elemento attivo dell’evento. STANZA 5, show me, fa parte di un progetto a cui Massimiliano lavora da anni, infatti, Frumenti, ha già “creato” altre stanze in Sicilia. Questa è la prima stanza pensata a Catania; una bella occasione per i cittadini che avranno l’opportunità di “fare parte” del progetto artistico di questo poliedrico "autore d'arte".
Massimiliano Frumenti, uomo d'arte, dall'animo sensibile, toccante e profondo, eclettico, originale, mai scontato, capace di pizzicare la curiosità degli spettatori ed entrare in empatia con chi lo ascolta tramite le sue opere e parole, si racconta in una breve intervista: Qual è per te il senso di fare arte oggi? Cosa rappresenta la Stanza che con Spazio Urbano arte contemporanea giunge alla 5 rappresentazione in Sicilia? "Un luogo non luogo,un punto di arrivo per ripartire insieme ai visitatori che diventano parte attiva di un atto poetico, di un richiamo al nostro bambino interiore......." Come arrivi alla Stanza n°5, quando hai iniziato il tuo progetto in Sicilia? "Inizio la mia attività pubblica nella metà degli anni 80 a Roma, dove sono nato. Approdo in Sicilia nel 2016 con la mia Stanza1, installazione ambientale per Fabbrica Arte Contemporanea a Canicattini Bagni in provincia di Siracusa, a cura di Giuseppe Bombaci. Seguono la Stanza2 G.A.M. dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Noto, la Stanza3 Fototeca Siracusana a cura di Salvatore Zito e la Stanza4 per Kairo's Androne in Arte, a cura di Salvatore Raudino . Fino ad arrivare alla Stanza 5 a Catania dove vivo e opero attualmente". Massimiliano di recente ha pubblicato "Eros Etneo" un video realizzato in occasione del Maggio dei libri per Catania Città Metropolitana . La "STANZA 5, show me" si sarebbe dovuta inaugurare venerdì 29 ottobre alle 18.30 con ingresso libero, nel rispetto delle normative anti-covid e muniti di green pass; purtroppo a causa delle difficili condizioni meteorologiche che stanno investendo la Sicilia orientale è stata rinviata a data da destinarsi. Per info e prenotazioni inviare un messaggio whatsapp al 347302134 foto copertina di Aldo Mineo di Biacco Trekking Che cos’è il teatro Andromeda? Un’opera d’arte? Una scultura? Un teatro? Un’opera architettonica? E’ sicuramente tutto questo ma è qualcosa di più, che va oltre la durezza delle pietre con cui è stato costruito. E’ un cuore, un’anima, una creatura in divenire e cambiamento che ha preso vita dalla mente, corpo e spirito creativo e poetico del suo ideatore Lorenzo Reina. (Santo Stefano Quisquina (AG) - Monti Sicani Quello di Andromeda è un teatro all’aperto con 108 posti a sedere, costruito su una collina a 1000mt di altezza, sospeso tra cielo e terra, un luogo che lascerà chiunque a bocca aperta. L’opera sorge dove un tempo Lorenzo Reina portava a pascolare il suo gregge e luogo in cui probabilmente nacque l’idea di coniugare la magnificenza della natura con la grandezza dell’arte. Il nome Andromeda deriva dalla costellazione che ritroviamo riprodotta dai sedili in pietra ubicati secondo la posizione delle stelle. La realizzazione del teatro è iniziata intorno agli anni’80 ed ancora oggi è un’opera in evoluzione. Il tramonto, rilassati in queste pietre magiche, rende il tutto un’esperienza unica ed indimenticabile. Il percorso dentro la fattoria è immerso nell’arte, nella natura, nella Sicilia del passato, nelle attività agricole e pastorizia. Lorenzo Reina è riuscito a mettere insieme la sua tradizione e attività legata al mondo agricolo con quello che è stato sempre il suo sogno: la scultura, l’arte e la cultura. ( Tanta simbologia, cuore, anima e trascendenza si può respirare rimanendo per alcuni minuti seduti in platea. L’ingresso è una piccolo varco, stretto che rappresenta l’arrivo in un luogo di rinascita, l’inoltrarsi in una nuova dimensione spazio-temporale. Sullo sfondo del palco circolare due colonne con un gong centrale realizzato per creare un gioco di luce durante il solstizio. Quello costruito da Reina è un teatro in movimento, sempre in divenire ed in crescita. Un luogo mistico, di meditazione in cui nessuno può non provare un senso di pace e di distaccamento dalla realtà. Ci si sentirà avvolti da un senso di mistero, di bellezza e di unione con l’universo. Andando contro quella che era la sua vita secondo tradizione familiare ha saputo mantenere l’amore per la campagna e la natura mescolandovi e inserendovi le sue opere d’arte, tra cui il Teatro Andromeda. Lungo la fattoria didattica, ricca di orti, piantagioni ed una zona dedicata ai muli ed asini, potrete ammirare altre opere dell’artista: l’enorme ed enigmatico mascherone tragico (Maschera della Parola) la cui bocca, ogni 21 giugno fa da foro al sole del Solstizio d’estate, o l’altrettanto ciclopica testa che gli giace accanto (Genius loci), e numerosi altri lavori raccolti nel Museo ottagonale. Molto interessante è lo splendido Icaro morente di Giuseppe Agnello, scultore di Racalmuto amico di Reina foto Maschera della parola e Genius loci di Francesca Miceli di Biacco Trekking Ad accoglierci al Teatro Libero Reina, uno dei 2 figli di Lorenzo, anche lui un artista e musicista dall’animo profondo e poetico. Dal palco del Teatro ci ha raccontato la storia di questa esperienza unica e visionaria del padre, nata per emozionare e dar voce al suo amore per la natura e l’arte, di cui nessuno di loro immaginava tanto successo e ammirazione da parte del pubblico. con Libero ReinaMa chi è Lorenzo Reina il cuore e ideatore di questo luogo dell’anima? In una piacevole intervista si racconta e ci racconta... in foto Lorenzo Reina“Lorenzo Reina, contadino-artista, colui che ha saputo mettere insieme natura e arte, paesaggi di una Sicilia antica e cultura, tradizione famigliare e la propria passione per la scultura, Qual è stato il percorso che ti ha portato a dare voce alla tua arte, c’è stato un imput, un momento decisivo in questo salto verso il tuo sogno artistico?” “Decisivo e propedeutico all’edificazione del teatro Andromeda è stato l’amore e la frequentazione adolescenziale della poesia. Quando hai una visione poetica della vita puoi trasformare e lavorare la materia e fare mondi nuovi. Importante si è rivelata la mescolanza di spiritualità e concretezza, binomio imprescindibile alla realizzazione artistica universale. (pittura ,scultura, architettura, scrittura, fotografia, cinema …) ". “I rapporti con tuo padre, con la tradizione agricole e pastorizia, hanno sicuramente inciso sul cammino che hai fatto e non sarà stato semplice, sei andato oltre certi schemi e perseguito i tuoi sogni. Quanto complicato, se lo è stato, e come è stato questo cambiamento o conciliazione con la tradizione classica di famiglia?" “Sì, mio padre mi voleva pastore, sono stati lunghi anni di scontro frontale e di attesa, di notte scolpivo e tessevo, scultura dopo scultura, il mio riscatto sociale dando parte della mia anima alla pietra. La conciliazione è arrivata troppo tardi, quando promettevo a mio padre – il giorno prima che morisse - che nulla di quanto aveva fatto e amato andasse perduto. Così è stato, tutto è stato costruito attorno e alle cose che ha lasciato.” “Che viaggio emozionale hai fatto dall’inizio della tua arte ad oggi?” “E’ un viaggio dall’oscurità alla luce, sempre alla ricerca del sovrasensibile nascosto nella materia . Tutto il mio lavoro consiste nel credere che la pietra è una condensazione della luce.” “La Biennale di Venezia cosa ha voluto dire per te? Da quel momento sicuramente sei stato riconosciuto e consacrato come artista dell’anima ed il Teatro Andromeda è venuto alla luce. Cosa è cambiato da quel momento?" “La Biennale è stato il riconoscimento più importante e inaspettato. Il direttore artistico, Giovanni Taglialavoro, quando gli telefonai per dargliene notizia esclamò “ Ecco, è arrivato il bollo che ci mancava” . Certo con questo bollo molti architetti han dovuto rivedere il loro giudizio superficiale, mentre ben altri architetti si sono avvicinati e stanno preparando un libro divulgativo per spiegare compiutamente la genesi del teatro Andromeda.” “Il teatro Andromeda cosa rappresenta per te? Dalla prima pietra ad oggi che cosa è cambiato? Con tre parole la magia di questo posto che cos’è ?" “Il mio teatro è femmina. In Andromeda compii il mio viaggio, dall’utero all’eterno ritorno.” Questo rappresenta per me e l’ho anche scritto nella guida cartacea che diamo ai visitatori... Il teatro è architettura organica vivente, è quindi in continua mutazione. La prima pietra era il frattale di un paesaggio dell’anima, quindi infinito e mutevole. Tre parole per spiegarlo ? Origine, Unità, Dualità.” “Hai altri progetti per la tua fattoria didattica? In cantiere nuove opere e sorprese per il teatro Andromeda ?" “Sì, tanti lavori in cantiere, qualcuno in dirittura d’arrivo come il “Teatro di Terra” un nuovo spazio chiuso che apriremo entro il 2021.” “Nonostante il covid 19 ci sarà una programmazione di spettacoli? “No, tutto è rimandato alla prossima stagione teatrale, quest’anno solo visite contingentate per piccoli gruppi.” “ Un messaggio che vuoi mandare ai giovani di oggi che vogliono realizzare il sogno di dare cuore e animo alla propria arte. Hai un figlio giovane, artista, cosa ti senti di dirgli e dire alle nuove generazioni?" “Ai giovani dico che i sogni sono fatti di briciole d’ispirazione e da fiumi di traspirazioni (sudore) . Iniziare subito, anche con un piccolo gesto e non fermarsi più, neanche di fronte all’incomprensione ( io sono stato tacciato di follia fino a cinquanta anni) . La sincerità, la necessità con cui vivranno il loro sogno è già una vittoria.” Che queste parole sagge, profonde e di incoraggiamento a lottare e credere in ciò che amiamo siano da esempio e stimolo per tutti gli amanti della vita con le sue tante salite, discese, bivi, imprevisti e sorprese. La visita è stata organizzata dal gruppo Biacco Trekking di Peppe Biazzo, guida GAE, grazie a lui l’avventura al Teatro Andromeda è stata arricchita da un momento di meditazione guidata, che si è svolta sullo scenario del teatro. Grazie inoltre a Carmelo Cancelliere, guida locale che ci ha accompagnati nell’esperienza. Grazie speciale a Libero Reina Ed un Grazie che va oltre il tempo e lo spazio a Lorenzo Reina foto di Alessandra Dagnino, momento di meditazione di gruppo organizzato da Biacco Trekking di Peppe Biazzo, guida Gae.
Un' inaugurazione riuscitissima quella della mostra fotografica “Boiling Projects” allestita nella ex chiesa del Carmine e nel Palazzo dei Duchi di Santo Stefano di Taormina. Un'atmosfera da "vera città darte", si è respirata tra le locations scelte per l'evento. Tantissimi giovani presenti provenienti da varie accademie e scuole d'arte hanno fatto da pubblico ad una collettiva di 25 fotografi giunti da diverse parti d'Italia: Bologna, Trento, Catania e molte altre.
Parlando con alcuni di loro è venuto fuori un forte entusiasmo nell'aver partecipato a questa mostra, ho scoperto che i vari artisti selezionati sono stati chiamati in base ai loro lavori direttamente dai curatori e dai responsabili dell'associazione e fondazione che si sono occupati della mostra, la tematica che lega le stampe è il paesaggio sviscerato da diverse angolazioni e interpretazioni. Con questa iniziativa si è consolidata la proposta culturale della Amministrazione di Taormina. “L’impegno dell’assessore alla Cultura, Francesca Gullotta – dice il sindaco, Mario Bolognari – in diciotto mesi ha fatto centro. Soprattutto lo spazio espositivo di piazza Carmine, destinato principalmente alla fotografia, sta diventando un punto di riferimento per l’arte contemporanea". Il progetto ha sancito così una stretta sinergia tra Taormina e due realtà artistiche molto importanti a livello internazionale: la prestigiosa Fondazione torinese Sandretto Re Rebaudemgo, presieduta dall'esperta d'arte Patrizia Sandretto Re Rebaudemgo, che ha più volte ribadito l'onore e la soddisfazione nell' aver realizzato questo connubio con la Sicilia, e la Fondazione Oelle – Mediterraneo Antico di Ornella Laneri, che si è avvalsa della consulenza del prof. Carmelo Nicosia dell’Accademia di Belle Arti di Catania. Entrambi presenti all'inaugurazione hanno fatto onore agli artisti in sala, presentandoli e ringraziandoli per il lavoro svolto. Le foto in mostra le potrete ammirare tra le pareti del ex chiesa del Carmine per l'occasione circondata da pannelli lilla e le sale del Palasso dei Duchi di Santo Stefano. Buon viaggio tra gli sguardi della realtà. Il 4 febbraio è stata inaugurata la mostra "Novecento - Artisti di Sicilia. Da Pirandello a Guccione", a cura di Vittorio Sgarbi. L'esposizione è un omaggio alla Sicilia ed ai suoi artisti siciliani. Tra le opere esposte anche la "Vucciria" di Renato Guttuso che da Montecitorio arriva a Noto. "Un secolo di arte siciliana vuol dire, in larga misura, un secolo di arte italiana" - dice Vittorio Sgarbi. La Sicilia del novecento, grazie a nomi noti e personalità geniali, dalla letteratura alla pittura ha contribuito a delineare in maniera significativa l'identità e la forza della cultura italiana. Noto per tutto il 2020 sarà la casa degli artisti siciliani. Pittori, fotografi, poeti, musicisti e scrittori troveranno spazi ed opportunità per esprimere un secolo di arte siciliana. La città ha già nelle sue sinuose architetture e nella sua storia quei requisiti che possono deputarla al ruolo di città d'arte diventando in qualche modo la casa naturale degli artisti e meta preferita per dare impulso al turismo culturale. I capolavori del novecento siciliano saranno esposti a Noto fino al 30 ottobre 2020, al Convitto delle Arti Noto Museum. Gli artisti racconteranno con le loro opere l'importante ricerca artistica siciliana che ha influenzato la cultura dell'intero novecento fino ad oggi. 120 dipinti, 40 sculture e 20 fotografie. Ogni artista che partecipa a "Novecento-Artisti di Sicilia" ha manifestato il suo sentimento nei confronti del progetto con un breve video girato nei propri luoghi. Centoottanta artisti insieme diventeranno, in rete, una voce sublime uniti in un coro d'amore per l'arte a sostegno di una mostra imponente e museale. Tra le personalità più di spicco della sicilianità di oggi non poteva mancare l'artista pastore Lorenzo Reina, creatore del famoso Teatro Andromeda, diventato popolare a livello internazionale. Tra i video più belli, emozionanti e carichi di suggestione. https://www.facebook.com/MUSEISICILIA/videos/2441068662663911/ L'evento è patrocinato del Ministero dei Beni Culturali, dalla Regione Siciliana e dal Comune di Noto. La mostra è prodotta da Mediatica ed organizzata da Sicilia Musei. Noto, capitale del barocco e patrimonio mondiale dell'Unesco. "Vucciria" Di Renato GuttusoLorenzo ReinaGaspard-Félix Tournachon in arte Nadar, diceva che nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare.
Quest'ultima è un'emblematica e significativa frase che ben sottolinea uno degli aspetti più importanti dell'arte del fotografare: saper cogliere ciò che un occhio normale non vede, acchiappare quella luce che rende un' immagine arte. La donna di per se è risaputo, ha un intuito e una sensibilità che spesso la porta a percepire dettagli nascosti e impercettibili; quando la donna è anche fotografa la capacità di sondare la realtà si amplifica e uno scatto fotografico diventa un mezzo per scavare nell'intimo degli oggetti, persone e paesaggi. Questa attitudine se facciamo un passo indietro ha reso famose diverse donne fotografe e appare averla capita bene Roberto Mendolia, fotografo taorminese che da alcuni anni organizza una serie di eventi dedicati a questa arte e alle donne che se ne occupano. Per l’anno accademico 2018/2019 della UNITRE di Taormina, gli incontri- seminari di fotografia di Roberto Mendolia “Immagini & Parole”, in collaborazione con Taoclick avranno come protagoniste le donne fotografe. A tal proposito Roberto afferma: "L’idea di questi incontri al femminile mi è nata da una bella frase di Giuliana Traverso: “La grande differenza della donna fotografa è che sa guardarsi dentro prima di iniziare a guardarsi fuori”. Per chi non la conoscesse, Giuliana Traverso è una delle figure più rappresentative della fotografia contemporanea. Nel 1968, con il corso "Donna Fotografa" da lei creato, ha dato un sostanziale impulso alla creatività femminile, formando negli anni centinaia di professioniste e di fotografe amatoriali. La storia della fotografia, già sin dai suoi esordi, annovera tante e bravissime fotografe, protagoniste delle più rilucenti sfaccettature di un diamante purissimo che regala emozionanti avventure nell’universo dell’immagine. Nei miei “vagabondaggi” nella storia della fotografia ho incontrato, studiato, curiosato e amato le fotografie di Julia Margaret Cameron, Berenice Abbott, Margaret Bourke-White, Dorothea Lange, Diane Arbus, Vivian Maier e poi quelle delle nostre grandi Lisetta Carmi, Letizia Battaglia, Carla Cerati, Paola Agosti e tante altre". Con questa premessa Mendolia vuole replicare il successo di edizioni passate e dopo Irene Caltabiano e Annalea Steccanella, ospiti nei precedenti incontri, quest'anno le protagoniste saranno: Vera Terranova, Giacoma Chiella e Ursula Costa. Il calendario prevede: il 10 gennaio alle ore 17.30 Vera Terranova in "Il viaggio e la fotografia", il 17 gennaio alle ore 17.30 Giacoma Chiella in "Mistretta, fotografie oltre la memoria" e il 31 gennaio sempre allo stesso orario Ursula Costa in "Caltanissetta che passione". Gli incontri si svolgeranno presso la saletta conferenze dell'Archivio storico di Taormina. Roberto ha voluto iniziare con loro questo nuovo ciclo di incontri, che hanno come sottotitolo "Sguardididonna", non solo per il legame di amicizia con le donne, ma soprattutto per la sensibilità con cui le fotografe propongono immagini ricche di fascino, determinazione, forza, anima, cuore ed energia. Hanno partecipato alla realizzazione dell'evento i componenti dell'Associazione Taoclick e la scrittrice Lisa Bachis che sarà il "collante" tra scrittura e fotografia, il dialogo tra immagini e testo, tra "Immagini & Parole". Arte, fotografia, poesia, parole, donne e uomini al servizio del bello e della sensibilità. Che la fotografia possa davvero essere specchio dell'anima e "luogo" eterno di immagini e momenti irripetibili! |
AutoreNata libera Archivi
Giugno 2024
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