Nelle sale è uscito il 19 ottobre PAOLO VIVE, il docufilm scritto e diretto dalla regista siciliana Debora Scalzo, con protagonista l'attore Bruno Torrisi nelle vesti del giudice Paolo Borsellino. A trent'anni dalla strage di via D'Amelio, l'originale omaggio d'autore al magistrato e all'uomo “Paolo”, realizzato tra Palermo e Catania, con un primo ciak girato già lo scorso fine gennaio, e' uno dei progetti piu' coraggiosi dell'autrice. Scrittrice e sceneggiatrice cinematografica siciliana, Debora Scalzo ha al suo attivo diversi libri dedicati alle forze dell’ordine e importanti premi per la letteratura poliziesca e sociale.
La distribuzione internazionale partirà da dicembre per un tour internazionale che toccherà l'Europa, il Regno Unito, la Nuova Zelanda, l'Australia, il Brasile e il Nord America, con proiezioni speciali a Los Angeles, New York, Toronto e Vancouver. Un vero viaggio attraverso i continenti. Con Paolo Vive la Scalzo debutta alla regia, l'autrice ha voluto raccontare la storia di un grande magistrato e di un uomo dagli alti valori, che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia, un esempio per le nuove generazioni”. Il docufilm è prodotto dalla stessa regista, con Underground Studio Production, Dip Studio Production, Mat&Teo Production, Pierangela Giuffrida e Andrea Festa. Il cast tecnico e' tutto siciliano, come dice la Scalzo "Sono il valore aggiunto al progetto, dal filmmaker dronista Antonio Licciardello, il doppiatore Mario Giarola, l'hair stylist Toni Pellegrino e la makeup artist Costanza Dicorrado". La colonna sonora è prodotta dal cantautore barese Gianni Pollex (autore di artisti quali Ermal Meta, Emma Marrone, Chiara Galiazzo, Elodie), e firmata da Roberto Williams Gugliemi e Debora Scalzo. L'audiovisivo è suddiviso in due parti, da un lato interviste e testimonianze esclusive, dall'altro l'interpretazione di Torrisi, attore "eccellenza siciliana". Vediamo nel dettaglio cosa ci racconta Debora Scalzo È un progetto importante che nasce da un desiderio di quando eri piccola, come sei arrivata alla realizzazione attuale? Un onore immenso poter raccontare la storia del grande e insostituibile uomo e magistrato, quale era il giudice Paolo Borsellino. Un uomo da sempre stimato, ma soprattutto, un progetto custodito nel mio cassetto sin da giovanissima, ricordo ancora la mia tesina alle superiori dedicata proprio a lui e a ciò che ha fatto per noi giovani, il ricordare non solo lui, ma anche i suoi angeli della scorta e lo stesso Antonio Vullo (agente di scorta del giudice e unico sopravvissuto alla Strage di Via D'Amelio). Antonio l'ho voluto fortemente all'interno del progetto per un'intervista esclusiva, Antonio è un uomo a cui voglio un mondo di bene e che merita tanto, ma che purtroppo questo Stato ha dimenticato. Paolo Vive nasce per i giovani, per donare a tutti loro un docufilm dedicato alla legalità, e poter permettere loro di portare avanti ideali di uomini eroi, di poter rispettare le regole di una vita sociale pulita corretta e meritocratica, i valori della democrazia e della libertà e diffondere tra gli studenti la cultura dei valori civili. Sarà distribuito in Italia e all'estero alla fine del 2023, con presentazioni in festival di cinema internazionali. Per la realizzazione del progetto devo dire grazie a tutte le maestranze con il quale collaboro, che ci hanno creduto sin da subito, alla Dottoressa Murabito e Catania Film Commission, Palermo Film Commission, Sicilia Film Commission e un grazie enorme alla famiglia Borsellino, per sostenerci e supportarci sempre. Qual è stato il cammino, difficoltà? o criticità? Se ci sono state. "Realizzare questo progetto è stato un lungo cammino, dalla parte film con la mia stesura della sceneggiatura, alla parte docu con tutte le personalità da intervistare che ho scelto personalmente accuratamente. Ho voluto solo persone che hanno amato, stimato e vissuto realmente il giudice. Non ho voluto intervistare magistrati antimafia che sono entrati in politica, perchè penso che chi combatte la mafia tutti i giorni non possa entrare in politica e soprattutto perchè il giudice Borsellino aspetta ancora giustizia da uno Stato che lo ha tradito, da uno Stato che sa ma che non parla. Difficoltà e criticità si ci sono state, ci sono state quando mi sono sentita dire "Perchè devi girare un docufilm che racconta la storia di un uomo morto trent'anni fa, ormai è morto". Ecco questa più che difficoltà e criticità è stata la delusione, la delusione di sapere che ancora alcuni siciliani la pensano così. Ma allo stesso tempo è stata la mia forza per andare avanti e realizzare un qualcosa di unico per omaggiare un uomo che è stato e sarà per sempre un vero siciliano, un uomo che rende noi siciliani onesti orgogliosi di esserlo". E' il tuo debutto alla regia, come ti sei preparata? "Non potevo immaginare migliore debutto alla regia, ovviamente rafforzato da una lunga esperienza nell'ambito delle sceneggiature e delle produzioni audiovisive. Mi sono preparata leggendo moltissimo, studiando e documentandomi su tutta la vita del giudice Borsellino e devo dire grazie infinitamente anche a Manfredi (Manfredi Borsellino, figlio del giudice Borsellino), abbiamo fatto delle lunghe chiacchierate sul suo favoloso papà. E soprattutto, devo dire grazie a lui per avermi fatto conoscere una donna eccezionale, quale Roberta Gatani (sua cugina, nipote del giudice), una donna straordinaria che insieme a Salvatore Borsellino (fratello del giudice Borsellino) hanno inaugurato nel 2015 la "Casa di Paolo". La "Casa di Paolo" non è una casa memoria, ma qualcosa di vivo, dove i ragazzi del quartiere trovano un'alternativa a quella perversa spirale che potrebbe inghiottire tanti di loro come i compagni di gioco di un tempo di Paolo e Salvatore Borsellino". Chi sono i tuoi maestri? "Devo dirti la verità, ma nel mio lavoro non m'ispiro a nessuno, sono completamente me stessa. Posso avere stima per grandi registi, ma mai in assoluto imitare nessuno, ognuno è unico nella sua unicità". Com'è stato lavorare sul set? "Profondamente emozionante. Ho lavorato con la mia squadra, che definisco "una squadra fortissima". Maestranze tutte Made in Sicily, tranne il nostro super Mario (Mario Giarola) veronese doc, tutti grandi professionisti. Ho avuto addirittura dei miei momenti di crollo, crollo in pianti molto riflessivi, dove la storia mi è entrata dentro in modo viscerale. Penso che una siciliana che racconta la propria terra, sia qualcosa di forte. E ci tengo molto a ringraziare tutti i ragazzi che mi sono stati da grande supporto emotivo, in particolar modo ad Antonio Licciardello (mia spalla destra) e mia sorella che era con me sul set. Ma ognuno di loro è stato prezioso. D'altronde sono una regista donna, e noi donne siamo molto empatiche. Permettimi di dire, che il cinema ha bisogno di più donne registe, anche per questo". Com'è stato dirigere Torrisi? "Un sogno che si è avverato. Bruno è tra i miei attori preferiti da sempre, nonchè un caro amico. Un grande umile, ecco lo definisco così, un grande professionista che arriva, arriva al suo pubblico proprio per la sua personalità genuina, spontanea e allo stesso tempo malinconica, nostalgica, saggia e profonda". Sei una scrittrice, sceneggiatrice, imprenditrice e ora anche regista. In quale di questi ruoli ti riconosci di più. "In ogni lavoro sono me stessa, in ogni lavoro che svolgo creo, e creare è la mia vita. Nella scrittura racconto storie, nelle sceneggiature do vita ai miei personaggi, nella regia li dono al mondo, nel mondo della moda invece è un mix di ognuno, creo nella mia testa, disegno e poi dono la mia arte al mondo. Senza l'uno e l'altro non sarei me stessa. Tra le altre cose, riflettevo poco tempo fa sul fatto che creo di notte, al buio, con in sottofondo musica nostalgica, ma sopratutto, che creo nei miei momenti più malinconici, quindi mi sono ritrovata nel mio ufficio e guardandomi attorno e vedendo tutte le mie creazioni mi sono detta "Caspita quanto sono sofferente" e poi ci ho riso sù. Tutto questo per dire semplicemente che nei momenti più bui a volte si creano cose bellissime, che ti fanno rinascere più forte di prima. Poi il mio valore aggiunto e il saper ridere sempre, soprattutto sono autoironica sulla mia persona, e questo mi aiuta in tutto ciò che faccio e realizzo". Cosa ha voluto dire per te Paolo vive tra tutti i tuoi lavori? "Paolo Vive, credo sia un grande traguardo professionale. Ogni lavoro per me è importante, ma questo credimi, ha un valore che va oltre. Un qualcosa che rimarrà per sempre per i giovani, una mia testimonianza, dono prezioso per tutti i ragazzi del mondo. Paolo Vive è un messaggio universale". Progetti futuri? "Per quanto riguarda il cinema sono focalizzata su Paolo Vive, dopo l'uscita italiana partirà la distribuzione internazionale che mi vedrà sbarcare in tanti paesi, tra cui oltreoceano in America e in Canada. E proprio in America ho progetti importanti che sto valutando. Ma non solo, proseguirò il mio lavoro di distribuzione cinematografica di nuovi film Underground Distribution, in arrivo in Italia. E poi nel 2025 sarò sul set alla regia di due progetti cinematografici che toccano la tematica della prostituzione e criminalità organizzata, un cortometraggio e un nuovo docufilm. Ti posso aggiungere che ho tante cose belle in arrivo, alcune arriveranno a sorpresa e sarà bellissimo. Il docufilm sembra già avere ricevuto consensi all'estero. Un primo riconoscimento è arrivato infatti dalla British Columbia University. Paolo Vive diventerà ufficialmente materiale opera di studio per l'educazione alla legalità, presso la prestigiosa università di Vancouver (tra le università più importanti del mondo), che ospiteranno la regista il prossimo 20 marzo, per un incontro emozionante con gli studenti. Dopo il tour in Sicilia che si sta tenendo in questi giorni, il film sarà presentato in altre città italiane. |
AutoreCarlotta Bonadonna Archivi
Febbraio 2025
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