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Teatro

Gabriele Lavia colpisce il pubblico con una Medea circondata dal rosso porpora.

8/10/2020

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Simone Tosi, Gabriele Lavia , Federica Di Martino 

Un fine settimana dedicato al teatro di Gabriele Lavia, il Teatro antico di Taormina ha ospitato l’8 e il 9 agosto Medea e Il sogno di un uomo ridicolo.  L’artista in doppia veste di regista ed attore ha regalato al pubblico presente due spettacoli che hanno riscosso notevole successo e applausi.
Il teatro di qualità e di spessore è tornato a Taormina, Lavia con la rappresentazione di Medea ha riempito la cavea, nonostante restrizioni Covid-19 e la pioggia che fino alla fine ha fatto temere l’annullamento dell’evento. I presenti non si sono fatti intimorire così come Medea, per 1 ora e 20 di spettacolo, la bravura dei due interpreti: Simone Toni e  Federica Di Martino e la costruzione registica di Lavia hanno raccontato una Medea attualizzata nei costumi, scenografia e drammaturgia. Una scelta stilistica minimalista e diretta. Un linguaggio “moderno” fedele al dramma nel suo messaggio e contenuto ma infedele nella forma. La solennità classica viene tradotta da Lavia in un dialogo tra un marito ed una moglie “moderni”. La fluidità del suo adattamento rende lo spettacolo di semplice  e concisa fruizione, giungendo a colpire tutti. E ’il colore rosso il protagonista e complice nei dialoghi e movimenti scenici di Medea. Simbolo della passione ardente della donna, dell’amore per i suoi figli, del sangue generato dalla morte, dell’impeto e forza di una “guerriera”  in cui l’amore e l’odio lottano in nome della sua famiglia e dignità di moglie e madre. Gli attori recitano in uno spazio in cui le luci, l’arredamento di una stanza da letto ed un grande mantello, che loro stessi muovono sulla scena facendoli diventare protagonisti, sono rossi. Un colpo d’occhio semplice ma d’impatto. Lavia riduce la sua Medea in un unico ambiente, con due soli interpreti. Così Lavia ha definito la sua tragedia:  “Medea è lo spettacolo più importante della mia vita, sembra che non ci sia neppure il regista. Col mio adattamento ho portato la tragedia di Euripide in una stanza, dove si scontrano marito e moglie: Giasone e Medea. E’ un Euripide da camera”. Una storia che di per se è sempre attuale, che ci fa riflettere, soprattutto oggi, sui tanti figlicidi a cui assistiamo. Indagare le motivazioni che portano una madre ad uccidere è un campo fatto di sottili e fragili equilibri. Medea rappresenta da sempre quella follia femminile del mondo classico e grande espressività. Una donna forte padrona della sua vita, tanto da distruggere tutto il suo passato, figli e marito. E’ una barbara, una donna diversa, tradita dal compagno che condannerà alla sofferenza eterna, uccidendo i figli generati dalla loro unione.
Con questa Medea Gabriele Lavia è riuscito ad abbracciare tutto il suo pubblico dimostrando ancora una volta la sua grande professionalità ed amore per il teatro.
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