Diva G, Avner Eisenberg, Dandy DannoSi è conclusa con grande successo la prima edizione del Finc Comedy Festival che si è svolta dal 5 all'11 dicembre a Taormina. Per una settimana la città è stata teatro e palcoscenico della comicità internazionale. Tra i tanti artisti che si sono esibiti riempendo le sale e ricevendo tantissimi applausi e consensi da parte del pubblico: Avner Eisenberg, Barto, Nicola Virdis, Monsieur David. Gerardo Mele e Mr Zed. L'evento ha celebrato la leggerezza e l'importanza del far ridere creando una manifestazione unica del sud Italia. L'iniziativa del Theatre DeGart presieduto da Daniele Segalin, Direttore artistico dell'evento, e da Graziana Parisi, Direttore organizzativo, sembra aver fatto centro e colpito l'interesse e la sensibilità dei suoi spettatori. Un pubblico variegato: adulti, bambini, professionisti del settore e semplici curiosi hanno mostrato interesse non solo nel campo artistico ma anche in quello sociale, partendo dalla visione di vita del clown che può influenzare i comportamenti e cambiare perfino gli atteggiamenti negativi invertendo la tendenza, purtroppo sempre più accentuata, al cattivo gusto. Il festival è voluto essere una grande lente d' ingrandimento sul mondo della risata, della comicità ma anche dell'autoderisione, del bullismo e dell'inclusione, presentando la "Filosofia dell'arte del fallimento" come uno dei fattori identificativi di questo genere comico. Tante scuole hanno preso parte all'evento credendo fortemente nel progetto. Gli artisti che hanno partecipato al Festival oltre ad un importante curriculum artistico avevano una fondamentale caratteristica: lo spessore umano, qualità necessaria per potere traghettare gli spettatori, con un viaggio onirico, in un mondo di immaginazione senza tempo. Oltre allo spettacolo "The Eccentric Gala", andato in scena giorno 9, con Avner the Eccentric, al secolo Avner Eisenberg, uno dei più grandi clown del mondo che non si esibiva da diversi anni, le ultime due serate, il 10 e l’11, sono probabilmente stati i momenti clou del Festival. Sanding ovation per i direttori artistici del Finc. Durante il loro spettacolo: “Un’improbabile storia d’amore”, Dandy Danno, il dannifico, e Diva G., la star, hanno registrato il sold out. Dandy, magnifico nelle sue catastrofi su palco ma dolcissimo nel ruolo da imbranato e Diva, la prima donna, danno vita ad un divertente, timido e insolito corteggiamento. Un grandissimo successo quindi per Daniele Segalin e Graziana Parisi che hanno travolto il pubblico rendendolo parte attiva del loro spettacolo. La serata finale ha visto la partecipazione da remoto di Slava Polunin, altro grande clown di fama internazionale, che ha presentato in anteprima mondiale il suo nuovo docu-film: “Slava's Journey: Secrets of Snow” il lungo viaggio in treno che intraprende insieme alla sua dispettosa compagnia di clown e che ha ispirato la sua creatività e la sua arte della stranezza e della meraviglia. Un documentario di 65 minuti che fonde il mondo onirico dello spettacolo con la vita reale creando uno speciale sul palco in tournée "nell'inverno più freddo degli ultimi 1000 anni". Il Finc è stato sicuramente una ventata di allegria e benessere per tutti coloro che hanno partecipato. E' riuscito a mettere in risalto l' importanza del far ridere e il talento e le capacità necessarie per essere dei bravi comici. Molto più difficile strappare quattro risate dal chi osserva che far piangere. Il Festival, che ha riscontrato un grande successo di pubblico, ha voluto proporre il modello dell’antieroe sempre positivo. Un vero e proprio ribaltamento dei valori, spesso negativi, dell'attuale cultura dominante che deve avvenire nella vita quotidiana anche grazie all'esempio e al messaggio del clown: la ricerca dell'ingenuità, dell'autoironia, accettando di essere deriso o perdente, ma felice. Un concetto assolutamente rivoluzionario ma che può essere la chiave per un futuro migliore. Slava Polunin
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Manca poco al tanto atteso FINC Comedy Festival, il primo Festival internazionale Nouveau Clown, organizzato dal Theatre DeGart, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Taormina. Quest’ultima diventera' per ben una settimana la capitale mondiale dell’arte del far ridere e della comicita’. L'evento si svolgera' dal 5 all'11 dicembre. Un progetto unico e nuovo per il sud d’Italia, riconosciuto dal Ministero della cultura per il triennio 2022/24. Una vera e propria ventata di novita’ anche all’interno del programma di eventi taorminesi per la stagione invernale. Il Festival rappresenta infatti un appuntamento che potrebbe favorire la destagionalizzazione dell’offerta turistica, una questione a cui l’amministrazione lavora da anni. Gli ideatori del Finc che sembrano aver messo d’accordo stampa, pubblico e amministrazione hanno puntato ad un progetto che vedesse coinvolta tutta la citta' in una “sana follia”. Perche’ si sa ridere fa bene ed e’ terapeutico; in un periodo difficile e di ripresa come questo, la leggerezza, il brio e la gioia di questo evento sono forse quello che mancava. Ma chi sono i creatori di questa ondata di divertimento? Chi sono Daniele Segalin il direttore artistico, in arte Dandy Danno e Graziana Parisi, conosciuta come Diva G direttrice organizzativa del Finc? Quattro chiacchiere con i due artisti: “Siamo due “folli” di professione, abbiamo in comune la nostra follia. Nel 2015 siamo stati inseriti tra i 100 comici più divertenti del mondo. Viviamo di visioni e di speranze per un mondo nuovo, leggero e differente. Abbiamo lavorato in Teatro in 48 paesi del mondo. Abbiamo preso parte anche al mitico Circo Florilegio e di Lidia Togni. Felicissimi inoltre di aver partecipato al nuovo film di Nanni Moretti in uscita nel 2023. Il progetto a cui teniamo di piu’e che ha vinto ben 30 premi e’ “Un’improbabile storia d’amore” un meta spettacolo in cui a modo nostro raccontiamo la nostra storia d’amore, coppia non solo d’arte ma anche nella vita”. Cos’e’ per voi il teatro? Il vostro Teatro? “Il nostro teatro è azione, corpo ,emozioni e movimento con poche parole. È sperimentazione e libertà di espressione, cerchiamo di creare curiosità e interesse tra le giovani generazioni verso il teatro usando un linguaggio universale. È un teatro inclusivo, diretto anche ai più giovani. Crediamo che i ragazzi per apprezzarne davvero il fascino dovrebbero farlo, sperimentarsi in questa arte, provare in prima persona”. L' importanza del far ridere. Il teatro come terapia per stare meglio. “Mai come in questo momento abbiamo bisogno di leggerezza. Il potere della risata è liberatorio, ne beneficia sia la mente che il corpo. Noi ne abbiamo fatto una missione, cerchiamo di portare ovunque il nostro messaggio carico di buon umore, che di fronte al cattivo gusto dilagante è in controcorrente”. I bambini e i vostri progetti. Quanto sono importanti i giovani nelle vostre iniziative. “I bambini per noi rappresentano una speranza, abbiamo deciso di lavorare con loro e concentrarci con tutte le nostre forze per offrirgli il massimo. La loro libertà di espressione e di confronto va curata e coltivata con metodi efficaci come solo il teatro sa fare. Abbiamo deciso di portare nuovi stimoli sul nostro territorio e porteremo avanti i nostri progetti con tutta l'energia che abbiamo. Un anno esatto fa è nata la nostra scuola di teatro dove approcciamo i giovani al teatro, dove possono sperimentare ad essere chi desiderano, dove si possono confrontare con gli altri: Il Theatre Degart la nostra base operativa, che produce oltre il Festival anche tutti i nostri spettacoli…. e tra non molto realizzeremo il 1°Festival Internazionale Nouveau Clown…” Una grande novita’ il Finc, dove nasce l’idea? Che dobbiamo aspettarci? Alcuni ospiti internazionali? “La prima edizione del FINC festival nasce da una reale esigenza del territorio in cui viviamo e da uno sguardo attento al momento storico che stiamo attraversando. L’ideazione è frutto dei nostri anni di lavoro nel mondo dell’arte comica. Con il FINC vogliono dare vita e regalare al pubblico un’esperienza immersiva nella bellezza della risata senza barriere, muta e internazionale. All’inizio era solo un’idea, solo un sogno, poi il sogno è diventato un progetto e il progetto è diventato realizzabile da quando ha ottenuto il riconoscimento dal Ministero della Cultura e il Partenariato con il Comune di Taormina. Abbiamo cercato di creare interesse e curiosità allo scopo di riportare il giovane pubblico a godere della gioia di andare a vedere uno spettacolo dal vivo. A Dicembre di quest’anno e per i prossimi 2 anni, il FINC Festival animerà il territorio con spettacoli, laboratori e attività di circo contemporaneo e di teatro comico, invitando tutti a prendere parte ad una grande festa. Quest’anno il tema portante del festival è l’auto-ironia che è alla base della tecnica comica che più si avvicina a quella del Clown. Da qui il suo nome “Festival Internazionale Nouveau Clown”. Nuoveau perché il Nuovo Clown è sensibile, non si cela dietro un trucco, non usa necessariamente il naso rosso o una parrucca, fa rivivere il suo clown con consapevolezza. Trasmette un messaggio importante: vivere la vita con leggerezza. Tutti gli ospiti del FINC Festival sono scelti tra il meglio del meglio che il panorama internazionale della comicità può offrirci. Alcuni nomi sono: Slava Polunin, il piu’ grande clown del mondo, Avner Eisenberg gioiello del Nilo e il robot Mr Zed padrino della manifestazione, Nicola Virdis e tante nuove proposte under 35. Ci saranno inoltre una serie di spettacoli anche gratuiti, laboratori, workshop, corsi, incontri con gli artisti. Saranno toccati temi importanti sociali come l’autoderisione, il bullismo e l’inclusione. Uno degli obiettivi e’ il coinvolgimento delle scuole del territorio con le quali saranno affrontati questi argomenti”. Gli ideatori, Daniele e Graziana si augurano che questa sia la prima di una serie di edizioni, che quest’idea continui a scatenare intorno al FINC energie nuove, che diventi un appuntamento che il territorio attende con grande entusiasmo, che il FINC possa esprime e dare spazio a tante altra forme di creatività. Un pò di sane risate ce le meritiamo tutti! “LA LIBERTÀ COMINCIA DALL’IRONIA” cit.(Victor Hugo) Conferenza stampa a Taormina: Graziana Parisi, Daniel Segalin, il sindaco Mario Bolognari, il Presidente del consiglio comunale Lucia Gaberscek e l'assessore Andrea Carpita Il teatro si sdoppia con la doppia interpretazione di Alice Sgroi e Francesco Bernava, nello spettacolo “Decadenze” adattamento dal testo originale di Berkoff curato dal regista Giovanni Arezzo.
Quattro ruoli: una coppia e i loro amanti resi in maniera chiara, distinta, cinica e quasi spietata dai 2 attori. Una realtà resa ormai decadente da una società subdola, da coppie di persone in cui lo svuotamento di valori e un accanimento verso una vita eccessiva influiscono su tutta la loro esistenza. Vittime e carnefici di una routine meccanica e fredda, in cui ogni gesto e parola sono portati all’estremo creando una messa in scena serrata, ridondante, provocatoria e irriverente. Una scenografia semplice fatta di pochi oggetti in scena, una scelta di luci forti e colorate, abiti dalle tinte forti, il tutto accompagnato da una serie di musiche di sottofondo capaci di evocare un’atmosfera esagerata, grottesca e per alcuni versi claustrofobica. Sembra infatti che i personaggi siano quasi incapaci di uscire da una vita decadente, pesante fatta di alcol, droghe e sesso. Il ritmo della recitazione è serrato e veloce, ogni gesto anticipatore di un altro ancora più incisivo. Tutto gira in maniera spasmodica intorno ai 4 ruoli Un’ottima regia fatta di originali pose e quadri scenici in cui è emersa ancor di più la bravura dei due interpreti. Entrambi hanno dimostrato grandi capacità recitative sia nell’uso della voce che nella gestualità. In scena senza sosta per tutta la durata del dramma, alternandosi tra i 4 personaggi. Un unico atto (pochi cambi d’abito in scena, quasi una corsa verso la fine) sorretto da una sceneggiatura fatta di parole a volte troppo eccessive, spinte, in cui il sesso è stato spesso il protagonista del testo. Una scrittura che ha spaccato sicuramente il pubblico in due punti di vista ben distinti. Per qualcuno troppo crudo e spietato per altri in perfetta sintonia con il mondo di Berkoff. Quello di Arezzo è un lavoro minuzioso, coraggioso e d’impatto. Una lettura che porta alla riflessione, al complimento o alla disapprovazione. Così il regista parla del suo “Decadenze”: "I versi, perché “Decadenze” è scritto in versi separati l’uno dall’altro dallo slash, con la loro identità linguistica, ricercata e mai banale, fine anche nelle volgarità e nelle bassezze, la complessità sintattica, la scansione metrica, riempiono ogni tipo di spazio, in maniera tale che ho voluto che fossero l ‘unico elemento su cui costruire questa storia.Versi così necessari, così incisivi che, se pensati, se vissuti, se scanditi in azioni e reazioni dagli attori, diventano l’unica “scenografia” possibile.Il nostro lavoro, dopo uno studio profondo del testo di Berkoff, è stato quello di creare un immaginario comune a noi tutti, che andasse dal luogo dove si svolge l’azione a tutto ciò che riguarda la biografia dei personaggi, andando a zoommare sulle relazioni che intercorrono tra loro, sulle aspettative, sulle volontà, sulle (non) prospettive, sugli incidenti. A questo abbiamo affiancato uno studio minuzioso sul suono del verso, sulle rime, sulle assonanze, sulle pause, cercando di restituire la musicalità che senz’altro ha il testo in lingua originale, e che può avere anche in italiano grazie alla splendida traduzione di Giuseppe Manfridi e Carlotta Clerici”. Lo spettacolo è stato il vincitore del Premio “CATANIA PREMIA CATANIA promosso dal Taetro Stabile di Catania. Le cattive condizioni climatiche che la settimana scorsa hanno investito Catania e provincia hanno costretto diverse produzioni artistiche a rinviare le date dei loro eventi.
Per la città, dopo le varie chiusure dovute alla pandemia, questo nuova e inaspettata pausa è stata una difficile battuta d'arresto che per fortuna sembra essersi già sbloccata. Il debutto nazionale di “Decadenze” di Steven Berkoff diretto da Giovanni Arezzo e prodotto da MezzARIA Teatro, che si sarebbe dovuto tenere domenica 31 ottobre alle ore 21.00 nella Sala Futura del Teatro Stabile, è stata infatti rimandata al 20 novembre. Lo spettacolo, che vedrà protagonisti gli attori Francesco Bernava e Alice Sgroi, è stato premiato nell’ambito del premio Catania Premia Catania assegnato dallo Stabile, la cui giuria era composta da Laura Sicignano, Raffaele Marcoccio, Filippa Ilardo, Simona Scattina e Stefania Rimini. Questa la motivazione del premio: “Merito del progetto di Giovanni Arezzo è quello di allargare lo sguardo alla drammaturgia contemporanea europea. La particolare qualità drammaturgica - scrive la giuria - allo stesso tempo, violenta ed evocativa, fanno di questo testo un perfetto banco di prova sia per le capacità attoriali che registiche, fornendo tutti i registri, dall’invettiva, ai giochi di parole, al linguaggio denso e ricco, a quello scabro e violento”. “Decadenze parla della direzione che stiamo prendendo, tutti, a velocità folle e senza rendercene conto sfrenata. Parla inoltre, indirettamente, del valore del Teatro, come unico Luogo all’interno del quale possiamo riuscire a guardarci allo specchio”, spiega il regista Giovanni Arezzo. Secondo Arezzo:"I personaggi di “Decadenze” sono personaggi pieni, parossistici, eccessivi, in tutto: amano ln modo eccessivo, odiano in modo eccessivo, e così parlano, mangiano, scopano, fumano, bevono, soffrono, si vestono, si mentono, urlano, ridono, rischiano, dimenticano, rivendicano. Eccessivi nel desiderio, eccessivi nelle azioni, eccessivi nelle conseguenze', eppure, così piccoli e così simili a noi, nostro malgrado". L'autore inoltre intorno alla scelta degli attori e del testo ha voluto precisare:"A interpretare i quattro personaggi di "Decadenze" saranno soltanto due attori. Nel mio caso, sono con me in questo viaggio Francesco Bernava e Alice Sgroi, che in un gioco di deliri visivi e acustici di frenesia e silenzi, spostano gli occhi dello spettatore a spiare ora Steve ed Helen e ora Les e Sybil: i personaggi dell'opera. I versi, perché "Decadenze" è scritto in versi separati l'uno dall'altro dallo slash, con la loro identità linguistica, ricercata e mai banale, fine anche nelle volgarità e nelle bassezze, la complessità sintattica, la scansione metrica, riempiono ogni tipo di spazio, in maniera tale che ho voluto che fossero l ‘unico elemento su cui costruire questa storia. Versi così necessari, così incisivi che, se pensati, se vissuti, se scanditi in azioni e reazioni dagli attori, diventano l'unica "scenografia" possibile. Il nostro lavoro, dopo uno studio profondo del testo di Berkoff, è stato quello di creare un immaginario comune a noi tutti, che andasse dal luogo dove si svolge l'azione a tutto ciò che riguarda la biografia dei personaggi, andando a zoommare sulle relazioni che intercorrono tra loro, sulle aspettative, sulle volontà, sulle (non) prospettive, sugli incidenti. A questo abbiamo affiancato uno studio minuzioso sul suono del verso, sulle rime, sulle assonanze, sulle pause, cercando di restituire la musicalità che senz'altro ha il testo in lingua originale, e che può avere anche in italiano grazie alla splendida traduzione di Giuseppe Manfridi e Carlotta Clerici". Alcuni giorni fa, Gabriele Lavia è tornato in Sicilia con il discusso, affascinante e tormentato Oscar Wilde. Il noto attore e regista di origini siciliane, amatissimo e ormai di casa a Taormina, ha scelto la Sicilia e il magnifico palcoscenico del Teatro Antico di Taormina per raccontare alcune favole dello scrittore irlandese. L’isola è stata l’ultima terra che Wilde ha visitato prima di morire e dove per un lungo periodo ha soggiornato, fortemente attratto dal clima arcadico e dalle suggestioni mitologiche che la stesa Taormina gli suggerì.
Gabriele Lavia ha interpretato e dato voce per la prima volta a due favole di Oscar Wilde. E’ stata una lettura basata sulla spontaneità, toccando in alcuni punti le corde di un’improvvisazione forse “teatrale” ma pur sempre autentica, capace di coinvolgere, in alcuni passaggi, lo stesso pubblico. Gli spettatori più di una volta sono stati protagonisti di riflessioni e chiamati a rispondere ad alcune provocazioni dell’attore. Dopo un excursus di aneddoti, in cui Lavia ha raccontato le proprie esperienze sul palco di Taormina, facendo appello alla memoria degli spettatori, l’attore ha introdotto la vita “dannata” e letteraria del grande Wilde. Un uomo amato, accolto e corteggiato dai più importanti salotti letterari del tempo. Cercato e conteso dalle più famose donne e uomini illustri degli ambienti culturali, ha dovuto fare i conti con i pregiudizi e l’inammisibile omosessualità, scelta che lo portò al carcere e a vivere una vita di isolamento e solitudine. Lavia attraverso “un librone” per bambini contenente le favole dell’autore inglese, da racconti passati è giunto alla morale del presente riportando l’attenzione ai giorni nostri. Elemento essenziale è stata la genialità di Wilde. Lavia ha sapientemente ricercato in questi testi il pretesto per abbandonarci all’ascolto di storie fantastiche, che alludono alle contraddizioni di una moralità che condiziona spesso la nostra vita. Lo scrittore inglese si dedica alla scrittura delle fiabe alcune delle quali sono state create per i figli Cyril e Vyvyan. Sono storie malinconiche, popolate da personaggi memorabili. Principi ingenui, regine in incognito, giganti insicuri, usignoli generosi, fattucchiere piacenti, razzi vanitosi e nani da circo: l’intento era quello di divertire e, soprattutto, educare i figli a una vita giusta e felice. Tra le righe delle fiabe, la difficoltà di mantenere una doppia vita, tra un matrimonio di facciata e l’omosessualità difficilmente occultabile. Lavia ha scelto per questa lettura: Il Principe Felice e Un ragguardevole razzo. Entrambe hanno catapultato il pubblico nel mondo fiabesco e giocoso di Wilde, attraverso la mimica, i toni e gli sguardi di un attore attento a non cadere nel grottesco, sempre misurato e in sintonia con le atmosfere narrate. La statua del Principe Felice e la piccola rondine protagonisti del racconto, non sono che due varianti del carattere di Wilde: mondano e godereccio l’una, malinconica e compassionevole l’altra. Attraverso una critica alla società vittoriana inglese lo scrittore mette alla gogna politici, intellettuali cattedratici, una famiglia borghese. Wilde esalta i bambini che nella loro ingenuità vivono di sogni e se la prende con chi, da intellettuale scettico e razionalista, ridimensiona le loro fantasie. Il razzo eccezionale invece è una novella sarcastica, una divertente satira dell’ipocrisia borghese: protagonista del racconto, infatti, è un razzo egocentrico ed arrogante. Autoproclamatosi protagonista di uno spettacolo pirotecnico organizzato dal re, constaterà a proprie spese quanto sia poco saggio trattare gli altri in maniera irrispettosa e come l’arroganza, alla fine, non paghi. Uno spettacolo elegante e sobrio, in cui ahimè, il poco pubblico presente ha applaudito e apprezzato la raffinatezza indiscussa di Lavia, perchè purtroppo di questi tempi troppo spesso la sobrietà e l’eleganza della cultura, sembrano sopraffatte da un inutile e malsano rumore vuoto di significato e morale. La Fondazione Taormina Arte Sicilia il 2 settembre riporta la danza internazionale nello scenario meraviglioso del Teatro Antico. Sul palco Eleonora Abbagnato l’étoile dell’Opéra de Paris nonché direttrice del Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, apprezzata per la sua vigorosa tecnica e forza interpretativa, incanterà il pubblico in un lavoro che il regista/coreografo Giuliano Peparini non esita a definire “una celebrazione dell’amore in tutte le sue varianti e sfaccettature”.
LOVE si sviluppa in assoli, passi a due o a tre, danze di gruppo con un corpo di ballo che Peparini, forte dell’esperienza in tal senso nella trasmissione televisiva Amici, riuscirà a far danzare ottemperando al distanziamento sociale attualmente richiesto. Danzeranno in palcoscenico anche tutti insieme, quindi, ognuno a un metro e mezzo di distanza dall’altro, come a significare che dobbiamo amare anche a distanza. LOVE è un lavoro in un unico tempo, della durata di un’ora circa. La colonna sonora sarà un collage di vari brani – poiché anche l’amore è vario – e il coreografo non ha timore di mischiare musiche barocche e canzoni di Frank Sinatra. All’interno della colonna sonora ci sarà anche una mini suite delle Quattro Stagioni di Vivaldi rielaborate dalla compositrice francese Catherine Lara per Bô (a firma di Peparini), premiato nel 2018 come miglior spettacolo francese dell’anno. LOVE è un lavoro che racconta i nostri tempi dove un nuovo stile di vita si deve armonizzare con il desiderio di ritrovare appieno le emozioni e con una scoppiettante voglia di vivere. Insieme all’étoile siciliana più famosa al mondo danzeranno Giacomo Castellana, Solista del Teatro dell’Opera di Roma Virna Toppi, prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano e Simone Miriam Agrò, Gabriele Beddoni, Gianlorenzo De Donno, Alessio Gaudino, Javier Rojas Hernandez, Andreas Antonio Müller, Virginia Tomarchio. I costumi di Eleonora Abbagnato portano la firma di DIOR. I costumi dei danzatori sono di Ezio Cristo. Le luci sono dello stesso Giuliano Peparini con la collaborazione di Alessandro Caso. Gli Assistenti alla coreografia sono Germana Bonaparte e Francesco Saracino. La Supervisione artistica è curata da Veronica Peparini. L’Assistente alla regia è Bruno Centola. Biglietti già in pre-vendita sul Circuito Boxoffice e Boxol. La grande danza è tornata al Teatro Antico di Taormina con Les Italiens de l’Opéra de Paris sabato 22 agosto. Uno spettacolo di altissimo livello con eccellenze italiane della grande Opèra de Paris: 11 ballerini italiani che sono riusciti ad emergere in una delle compagnie più prestigiose e competitive al mondo, custode della tradizione classica e laboratorio aperto alla modernità. L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Taormina Arte e dal primo ballerino Alessio Carbone, originario di Venezia, che dirige e porta sui palcoscenici dei più importanti Teatri del mondo i talenti italiani del balletto di Parigi. Il programma, realizzato su misura, ha messo in risalto la bravura di ognuno dei ballerini, alternando il repertorio classico a quello contemporaneo. Sono Valentine Colasante, Letizia Galloni, Sofia Rosolini, Ambre Chiarcosso, Simone Velastro, Antonio Conforti, Francesco Vantaggio, Francesco Mura, Andrea Sarri e Giorgio Fourès, i danzatori che hanno incantato il pubblico in coreografie sublimi, tecnicamente perfette, in cui la grande professionalità e livello si sono amalgamate alla loro capacità di emozionare e ipnotizzare anche i meno appassionati di danza. Les Italiens de l’Opéra de Paris hanno offerto un’antologia di assoli e passi a due estratti dal grande repertorio classico assieme a brani di danza contemporanea. Una serata di Gala che ha offerto l’occasione preziosa di vedere confermata la rilevante cifra artistica dei danzatori italiani attivi all’estero. La serata è stata ulteriormente impreziosita dalla straordinaria presenza dell’étoile argentina Marianela Nuñez, principal dancer del Royal Ballet dove ha interpretato tutti i principali ruoli femminili nel repertorio classico, drammatico e contemporaneo della compagnia. Nel corso della sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti come il Lawrence Olivier Award per l’eccellenza nella danza e candidata al Premio Benois de la Danse. Vanta svariate collaborazioni con i più prestigiosi teatri al mondo, accanto ai più famosi interpreti maschili della danza, come Carlos Acosta e Roberto Bolle. Tutte le performance sono state applaudite, lasciando a bocca aperta il pubblico. Dopo Gabriele Lavia e Al passo coi Tempi, Les Italiens de l’OPéra è un altro grande successo e spettacolo di livello che ha riportato nei margini dell’emergenza Covid tanto pubblico di qualità ed eventi degni ed eleganti per uno scenario come il Teatro Antico di Taormina. Il primo atto è stato aperto da un duetto classico con Andrea Sarri, in cui ha immediatamente dimostrato la sua eccellenza. Il secondo tempo è stato inaugurato dalla straordinarietà della Nunez, seguita da una serie di pezzi ancora più coinvolgenti della prima parte. La chiusura è stata una delle parti più belle e dinamiche dello spettacolo, tutti i ballerini si sono esibiti insieme in una serie di saluti finali, facendo emergere ancora più forte l’energia vitale della danza e la sinergia di un gruppo di danzatori eccezionali. Il programma del gruppo, ha rispecchiato il vasto repertorio della grande compagnia francese, variando dal classico, neo-classico e contemporaneo. I passi a due, assoli e passi a tre presentati, hanno dimostrato tutta la modernità di questa storica scuola parigina che ha festeggiato di recente i suoi 300 anni di tradizione. Durante la serata è stato premiato Andrea Sarri, siciliano, uno dei ballerini del gruppo, per rappresentare e celebrare un’eccellenza siciliana scelta in un grande corpo di ballo come questo. Presenti sul palco per consegnare il premio Bernardo Campo, commissario straordinario di Taormina Arte, ha presentato l’evento Daniela Di Leo. La presenza sulla scena di Marianela Nunēz insieme ai giovani talenti italiani e il riconoscimento ad Andrea Serra testimoniano il valore artistico di questo gruppo scelto da Taormina Arte per fare ripartire dalla Sicilia la danza internazionale. Simone Tosi, Gabriele Lavia , Federica Di MartinoUn fine settimana dedicato al teatro di Gabriele Lavia, il Teatro antico di Taormina ha ospitato l’8 e il 9 agosto Medea e Il sogno di un uomo ridicolo. L’artista in doppia veste di regista ed attore ha regalato al pubblico presente due spettacoli che hanno riscosso notevole successo e applausi.
Il teatro di qualità e di spessore è tornato a Taormina, Lavia con la rappresentazione di Medea ha riempito la cavea, nonostante restrizioni Covid-19 e la pioggia che fino alla fine ha fatto temere l’annullamento dell’evento. I presenti non si sono fatti intimorire così come Medea, per 1 ora e 20 di spettacolo, la bravura dei due interpreti: Simone Toni e Federica Di Martino e la costruzione registica di Lavia hanno raccontato una Medea attualizzata nei costumi, scenografia e drammaturgia. Una scelta stilistica minimalista e diretta. Un linguaggio “moderno” fedele al dramma nel suo messaggio e contenuto ma infedele nella forma. La solennità classica viene tradotta da Lavia in un dialogo tra un marito ed una moglie “moderni”. La fluidità del suo adattamento rende lo spettacolo di semplice e concisa fruizione, giungendo a colpire tutti. E ’il colore rosso il protagonista e complice nei dialoghi e movimenti scenici di Medea. Simbolo della passione ardente della donna, dell’amore per i suoi figli, del sangue generato dalla morte, dell’impeto e forza di una “guerriera” in cui l’amore e l’odio lottano in nome della sua famiglia e dignità di moglie e madre. Gli attori recitano in uno spazio in cui le luci, l’arredamento di una stanza da letto ed un grande mantello, che loro stessi muovono sulla scena facendoli diventare protagonisti, sono rossi. Un colpo d’occhio semplice ma d’impatto. Lavia riduce la sua Medea in un unico ambiente, con due soli interpreti. Così Lavia ha definito la sua tragedia: “Medea è lo spettacolo più importante della mia vita, sembra che non ci sia neppure il regista. Col mio adattamento ho portato la tragedia di Euripide in una stanza, dove si scontrano marito e moglie: Giasone e Medea. E’ un Euripide da camera”. Una storia che di per se è sempre attuale, che ci fa riflettere, soprattutto oggi, sui tanti figlicidi a cui assistiamo. Indagare le motivazioni che portano una madre ad uccidere è un campo fatto di sottili e fragili equilibri. Medea rappresenta da sempre quella follia femminile del mondo classico e grande espressività. Una donna forte padrona della sua vita, tanto da distruggere tutto il suo passato, figli e marito. E’ una barbara, una donna diversa, tradita dal compagno che condannerà alla sofferenza eterna, uccidendo i figli generati dalla loro unione. Con questa Medea Gabriele Lavia è riuscito ad abbracciare tutto il suo pubblico dimostrando ancora una volta la sua grande professionalità ed amore per il teatro. Gabriele LaviaL’8 agosto al Teatro Antico di Taormina in prima nazionale Medea di Euripide con Federica Di Martino e Simone Toni per la regia di Gabriele Lavia produzione Fondazione Taormina Arte Sicilia.
Gabriele Lavia l’8 agosto al Teatro Antico in prima nazionale legge in Medea, capolavoro euripideo, il viaggio verso un personaggio sradicato in un paese straniero. “La tragedia della madre impazzita d’amore e di dolore, si svuota quindi e si fa povera di ogni “memoria classica” per riempirsi tutta e arricchirsi essenzialmente soltanto d’incomprensione, dolore, gelosia, infelicità, pazzia, vendetta…Questi i sentimenti che travolgono moglie e marito, in una lunga, terribile, dolorosa “Scena da un matrimonio”. Il sentimento di perdita, di svuotamento, di spiazzamento da un “ambito-antico” a una condizione “nostra”, nel rigoroso rispetto del “testo” poetico, toglie allo spettatore ogni pre-concetto estetico intorno ad un certo “spettacolo moderno” di un testo antico. Immaginiamo una sinfonia che venga suonata a Jazz soltanto da due strumenti “amorosi e virtuosi” che tenendo ferma nel cuore la “tragedia” di Euripide “per due voci sole” in uno spietato duetto che lasci lo spettatore letteralmente senza fiato”. Medea è uno dei personaggi più celebri del mondo classico, per forza drammatica, complessità ed espressività. Euripide la mette in scena nel 431 a.C. e per la prima volta nel teatro greco protagonista di una tragedia è la passione, violenta e feroce, di una donna. Forte, perché padrona della sua vita, tanto da distruggere tutto quello che la lega al suo passato. Una donna diversa, una barbara in una città che la respinge. Malgrado la disperazione, vista l’indifferenza del marito dopo averla sedotta e abbandonata, Medea medita una tremenda vendetta. Fingendosi rassegnata, manda in dono un mantello alla giovane Glauce, la quale, non sapendo che in realtà è pieno di veleno, lo indossa per poi morirne fra dolori strazianti. Il padre Creonte, corso in aiuto, tocca anch’egli il mantello, e muore. Ma la vendetta di Medea non finisce qui: per assicurarsi che Giasone non abbia discendenza, uccide i figli avuti con lui, condannandolo all’infelicità perpetua. La Medea di Lavia è una Medea borghese, una donna abbandonata dal marito che si trasforma in un’assassina calcolatrice, una figura che è parte della realtà evocata dalle cronache quotidiane; e una Medea fedelissima al testo, alla “parola” di Euripide e, nello stesso tempo, “infedelissima” alla sua drammaturgia. In altri termini, la struttura della tragedia greca: il coro, il messaggio, tutti i personaggi, vengono come “ingoiati” da una nuova struttura contemporanea, in un dialogo serrato, aspro, tra il marito infedele e la moglie tradita. Così il paradigma di un “certo” dramma moderno e spudorato destruttura completamente la drammaturgia della Grecità della stupenda tragedia di Euripide per restituirla “spogliata”. In un dialogo serrato, concitato, crudele e amaro. Un “ora” e “qui” riconoscibili nel nostro “oggi”. Due grandi interpreti per questo adattamento unico e irripetibile nello scenario magico del Teatro Antico: Federica Di Martino e Simone Toni per un atteso e gradito ritorno alla regia quello di Gabriele Lavia, direttore artistico della sezione teatro di Taormina Arte al 1984 al 1994. “Testimonial” di Taormina Arte 2020, presente sul manifesto ufficiale della manifestazione, La Sacerdotessa di Iside, importante reperto archeologico ritrovato a Taormina e testimonianza raffinatissima e particolarmente rara del culto romano (di origine egiziana) di Iside e Giove Serapide in Sicilia e in particolare a Taormina, per una stagione culturale fortemente voluta, simbolo di rinascita, di desiderata armonia, simbolo di vita nova. La programmazione 2020 al Teatro Antico è organizzata dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia, con l’Assessorato Regionale Turismo, Sport e Spettacolo, l’Assessorato Regionale Beni Culturali e Identità Siciliana, il Comune di Taormina e il Parco Archeologico Naxos-Taormina. Info: www.taoarte.it info@taormina-arte.com tel. 391. 746. 2146 Biglietti in prevendita su http://www.ctbox.it/C24/3751/Content.aspx/Eventi/Teatro/Medea-08_Agosto_2020- Teatro_Antico_-_Taormina_08_08_2020#.XyJ4RCgzbIU Un’unica data per la Fondazione Taormina Arte Sicilia e il cartellone "Taormina Arte" con gli artisti della Casa del Musical e la partecipazione straordinaria dell’illusionista Alexis Arts e del soprano lirico Rossana Potenza
Il Teatro Antico di Taormina come non l’avete mai visto, popolato da divinità ed eroi della mitologia classica. Torna, in un adattamento inedito per la Fondazione Taormina Arte Sicilia all’interno del cartellone Taormina Arte, “Al Passo coi Templi”, lo spettacolo scritto e diretto da Marco Savatteri e prodotto da “Casa del Musical”, che ha già incantato migliaia di spettatori alla Valle dei Templi di Agrigento. Nel nuovo adattamento il testo diventa “Al Passo coi Templi – Il Risveglio degli Dei”. Un’unica rappresentazione in programma il 19 agosto alle 5 del mattino con un cast di 50 interpreti tra cantanti, attori, ballerini e la partecipazione straordinaria di due artisti internazionali: l’illusionista e ballerino Alexis Arts, nei panni di Hermes, e il soprano lirico Rossana Potenza in quelli di Hera, la regina degli Dei. “Un riadattamento studiato appositamente per il Teatro Antico di Taormina che vuole essere anche l’auspicio per tutti di un risveglio dopo il lockdown imposto dalla pandemia”, dice l’autore e regista Savatteri. La performance intreccia insieme le diverse arti dello spettacolo con momenti di danza rituale e divinatoria, musiche originali ispirate alle sonorità del tempo, canti a cappella e momenti lirici, azioni sceniche, duelli epici come quello tra Ettore ed Achille ed effetti speciali come il fuoco rubato da Prometeo, centrale in questa nuova versione scenica. Gli spettatori potranno seguire i giochi di Fauno, Satiri e Ninfe, contemplare gli dei e gli eroi del Mito, scoprire insieme ai protagonisti della scena, l’incanto del panorama che si svela al sorgere del sole. Solo mille i posti disponibili per garantire il distanziamento fisico richiesto dalle disposizioni anti-Covid. Info punti vendita e acquisto online dei biglietti, su Circuito Box Office Sicilia www.ctbox.it/. Drammaturgia, musiche originali e regia: Marco Savatteri Costumi e accessori: Valentina Pollicino Coreografie: Gabriel Glorioso Direzione Corale: Ernesto Marciante Arrangiamenti: Enrico Fallea Scenografia: Barbara Spallitta Effetti speciali: Alexis Arts Combattimento scenico e fuoco: Turi Scandura Aiuto Regia: Dino Mallia, Gabriel Glorioso Assistente costumi e trucco: Sofia Cacciatore Trucco: Maria Castagna, Annarita Maretta, Eliana Mirotta Service audio luci: Prostudios Vassallo Produzione esecutiva: Dino Mallia, Sabrina Spampinato Project manager: Margherita Orlando Ufficio stampa: Gioia Sgarlata Biglietti in gradinata numerata: 15 euro Punti vendita e acquisto online su www.ctbox.it/ |
AutoreNata Libera Archivi
Dicembre 2022
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