I Queen una band amata e conosciuta in tutto il mondo. Un gruppo che ha fatto la storia della musica rock, ritenuto tra i più importanti fenomeni musicali a livello internazionale. Nata negli anni ’70 a Londra dall’incontro tra Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Richard Deacon. Ma non voglio dilungarmi a raccontare la loro nascita, il loro percorso e le loro evoluzioni perché in maniera eccezionale ed emozionante lo ha fatto il regista Bryan Singer con un film, un biopic sulla sulla loro carriera: “Bohemian Rhapsody”. Molto si è discusso sulla fedeltà del prodotto cinematografico rispetto ai veri fatti storici. Alcuni lo hanno criticato per aver fatto emergere un Freddie Mercury quasi “santino”, un’icona da beatificare, non credo che questo sia stato l’intento né la volontà degli sceneggiatori. Il Leader della Band non è stato né un Santo né un esempio di vita casta e pura; ma chi conosce la storia di Mercury e chi è riuscito ad andare oltre la mera esattezza filologica delle vicende e percepire invece la grande forza emotiva del film, ha potuto apprezzare la bellezza del racconto e il suo intento. Sintetizzare in 2 ore di film una carriera così complessa e ampia è un’impresa difficile e impossibile, soprattutto quando si ha a che fare con una band come i Queen. Il regista ha voluto focalizzare l’attenzione su alcuni brani storici del gruppo, ha voluto far rivivere in immagini le emozioni e le storie di alcune canzoni. Il racconto non poteva non essere ritoccato da alcuni espedienti narrativi che non rispecchiano l’autenticità della realtà. Questo ai fini di creare una storia dalla forte carica emotiva, instaurare un legame con gli spettatori e per tempistiche. Non sto qui ad elencare i fatti “falsificati” perché già si è letto molto. Il film è stato campione d’incassi e il più visto in Italia per la stagione 2018. In tutto il mondo ha riscosso un enorme successo e per molte settimane è rimasto in sala. Qualche giorno fa per i Golden Globe Bohemian Rapsody è stato premiato come migliore opera drammatica e il protagonista Rami Malek come migliore attore. Ciò che emerge ed è indiscutibile dal biopic è la bravura degli interpreti. Rami Malek ha reso alla perfezione la bravura e il carisma del grande Freddy Marcury. Le interpretazioni dei pezzi, le movenze, lo stile, tutto reso senza una sbavatura. Come lui l’intero cast ha saputo far rivivere le emozioni del gruppo. Un plauso anche ai costumi, trucco e parrucco. Una ricerca dettagliata nel riproporre alcune performance con i costumi adoperati all’epoca. Montaggio e ritmo narrativo che non annoia e che tiene alta l’attenzione. Una nota negativa, mia personalissima opinione, è stata la scelta fotografica dei colori e delle luci. Forse troppo accesi e che in alcuni frame mi hanno ricordato il mondo dei fumetti e dei supereroi. Il grande amore tra Freddie Mercury e Mary Austin Ma c’è un elemento che più di ogni altro emoziona e fa da filo conduttore nell’intera storia narrata: il grande amore di Mercury per Mary Austin. Un rapporto unico e speciale, che il regista ha voluto rivelare al pubblico. Molti forse non conoscevano questa forte presenza nella vita del frontman ma questa donna è stata il grande amore del cantante, alla quale dedicò “Love of my live”. La Austin è stata una compagna eccezionale, una presenza sempre vicina, colei che si è presa cura di lui fino alla sua morte, accompagnandolo nel duro calvario dell’HIV. Nonostante l’omosessualità che il cantante ha svelato alla donna, rimarranno in qualche modo innamorati per sempre. Più volte Freddie l’ha definita l’unico amore della sua vita. A lei ha lasciato in eredità la magnifica villa di Kensington. La Austin ha ereditato il 50% di tutti gli averi di Freddie, all'epoca stimati in 10 milioni di sterline, più il 50% delle entrate future. E’ questo amore sviscerale, che va oltre il sesso, che sa di rispetto, ammirazione e stima, si respira per tutta la durata del film. Difficile non emozionarsi e commuoversi. I dialoghi tra i due, i dubbi, le riflessioni di Freddie rendono perfettamente un legame importante, un amore vero e sincero. Un rapporto importante La Austin è una figura che rimane impressa, in cui magari molte donne durante lo scorrere del film si sono potute immedesimare. Perché quante di noi non hanno desiderato un amore sincero, unico e speciale, fatto di stima, ammirazione e fiducia? In cui accompagniamo il nostro uomo nei suoi successi, nella sua carriera e decisioni? In cui ci sentiamo partecipi di un progetto comune? Credo almeno una volta nella vita sia capitato a tutte. Amori impossibili a volte che finiscono o che non possono realizzarsi, in cui però permane quel legame e quell’esserci sempre anche da lontano , anche con un’altra vita. Mary Austin una donna in gamba che nel film per alcuni dettagli non rispecchia autenticamente ciò che avvenne prima di iniziare il fidanzamento con Freddie Mercury. Ramy Malek e Lucy Boynton realmente fidanzati Forse questo amore recitato è stato talmente vero da trasformarsi in verità; da poco è uscita infatti la notizia che tra Ramy Malek e Lucy Boynton, l’attrice che ha interpretato Mary Austin, esista davvero una relazione d’amore. Dopo l’uscita del film Ramy Malek e la compagna hanno rivelato al pubblico la loro relazione. Ramy Malek e Lucy Boynton nel film e innamorati nella vita realeCoincidenza strana, destino, fatalità? Non importa, ciò che è vero che Bohemian Rhapsody è stato davvero un film, criticabile o meno, piaciuto o meno, che ha emozionato, commosso e fatto rivivere la tormentata, torbida, strana e affascinante vita dei Queen e del grande e indimenticabile Freddie Mercury. scena del film Bohemian Rhapsody
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AutoreNata Libera Archivi
Gennaio 2023
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