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Arte

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Il teatro Andromeda dove ogni pietra è viva e in divenire. Intervista a Lorenzo Reina: “Il mio teatro è femmina, un viaggio dall’utero all’eterno ritorno”

7/2/2020

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foto copertina di Aldo Mineo di Biacco Trekking
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​Che cos’è il teatro Andromeda?

Un’opera d’arte? Una scultura? Un teatro? Un’opera architettonica?
E’ sicuramente tutto questo ma è qualcosa di più, che va oltre la durezza delle pietre con cui è stato costruito. E’ un cuore, un’anima, una creatura in divenire e cambiamento che ha preso vita dalla mente, corpo e spirito creativo e poetico del suo ideatore Lorenzo Reina.
 
(Santo Stefano Quisquina (AG) - Monti Sicani
Quello di Andromeda è un teatro all’aperto con 108 posti a sedere, costruito su una collina a 1000mt di altezza, sospeso tra cielo e terra, un luogo che lascerà chiunque a bocca aperta. L’opera sorge dove un tempo Lorenzo Reina portava a pascolare il suo gregge e luogo in cui probabilmente nacque l’idea di coniugare la magnificenza della natura con la grandezza dell’arte. Il nome Andromeda deriva dalla costellazione che ritroviamo riprodotta dai sedili in pietra ubicati secondo la posizione delle stelle. La realizzazione del teatro è iniziata intorno agli anni’80 ed ancora oggi è un’opera in evoluzione. Il tramonto, rilassati in queste pietre magiche, rende il tutto un’esperienza unica ed indimenticabile. Il percorso dentro la fattoria è immerso nell’arte, nella natura, nella Sicilia del passato, nelle attività agricole e pastorizia. Lorenzo Reina è riuscito a mettere insieme la sua tradizione e attività legata al mondo agricolo con quello che è stato sempre il suo sogno: la scultura, l’arte e la cultura. (
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Tanta simbologia, cuore, anima e trascendenza si può respirare rimanendo per alcuni minuti seduti in platea. L’ingresso è una piccolo varco,  stretto che rappresenta l’arrivo in un luogo di rinascita, l’inoltrarsi in una nuova dimensione spazio-temporale. Sullo sfondo del palco circolare due colonne con un gong centrale realizzato per creare un gioco di luce durante il solstizio. Quello costruito da Reina è un teatro in movimento, sempre in divenire ed in crescita. Un luogo mistico, di meditazione in cui nessuno può non provare un senso di pace e di distaccamento dalla realtà. Ci si sentirà avvolti da un senso di mistero, di bellezza e di unione con l’universo.
Andando contro quella che era la sua vita secondo tradizione familiare ha saputo mantenere l’amore per la campagna e la natura mescolandovi e inserendovi le sue opere d’arte, tra cui il Teatro Andromeda. Lungo la fattoria didattica, ricca di orti, piantagioni ed una zona dedicata ai muli ed asini, potrete ammirare altre opere dell’artista: l’enorme ed enigmatico mascherone tragico (Maschera della Parola) la cui bocca, ogni 21 giugno  fa da foro al sole del Solstizio d’estate, o l’altrettanto ciclopica testa che gli giace accanto (Genius loci), e numerosi altri lavori raccolti nel Museo ottagonale. Molto interessante è lo splendido Icaro morente di Giuseppe Agnello, scultore di Racalmuto amico di Reina


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foto Maschera della parola e Genius loci di Francesca Miceli di Biacco Trekking
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​ Ad accoglierci al Teatro Libero Reina, uno dei 2 figli di Lorenzo, anche lui un artista e musicista dall’animo profondo e poetico. Dal palco del Teatro ci ha raccontato la storia di questa esperienza unica e visionaria del padre, nata per emozionare e dar voce al suo amore per la natura e l’arte, di cui nessuno di loro immaginava tanto successo e ammirazione da parte del pubblico.
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con Libero Reina

​Ma chi è Lorenzo Reina il cuore e ideatore di questo luogo dell’anima? In una piacevole intervista si racconta e ci racconta...
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in foto Lorenzo Reina

​“Lorenzo Reina, contadino-artista, colui che ha saputo mettere insieme natura e arte, paesaggi di una Sicilia antica e  cultura, tradizione famigliare e la propria passione per la scultura,
Qual è stato il percorso  che ti  ha portato a dare voce alla tua arte, c’è stato un  imput, un momento decisivo in questo salto verso il tuo sogno artistico?”
“Decisivo e propedeutico all’edificazione del teatro Andromeda è stato l’amore e la frequentazione  adolescenziale della poesia.  Quando hai una visione poetica della vita puoi trasformare  e lavorare  la materia e fare mondi nuovi.   Importante si è rivelata la mescolanza  di spiritualità e concretezza, binomio imprescindibile  alla realizzazione artistica universale. (pittura ,scultura, architettura, scrittura, fotografia, cinema …) ".

“I rapporti con  tuo padre, con la tradizione agricole e pastorizia, hanno sicuramente inciso sul cammino che hai fatto e non sarà stato semplice, sei andato oltre certi schemi e perseguito i tuoi sogni. Quanto complicato, se lo è stato, e come è stato questo cambiamento o conciliazione con la tradizione classica di famiglia?"
“Sì, mio padre mi voleva pastore, sono stati lunghi anni di scontro frontale e di attesa,  di notte scolpivo  e tessevo,  scultura dopo scultura, il  mio riscatto sociale dando parte della mia anima alla pietra. La conciliazione è arrivata troppo tardi, quando  promettevo a mio padre – il giorno prima che morisse -  che  nulla  di quanto aveva fatto e amato andasse perduto. Così è stato, tutto è stato costruito attorno e alle cose che ha lasciato.”

“Che viaggio emozionale hai fatto dall’inizio della tua arte ad oggi?”
“E’ un viaggio dall’oscurità alla luce, sempre alla ricerca del sovrasensibile  nascosto  nella materia . Tutto il mio lavoro consiste nel credere che la pietra è una condensazione della luce.”

“La Biennale di Venezia  cosa ha voluto dire per te? Da quel momento sicuramente sei stato riconosciuto e consacrato come artista dell’anima ed il Teatro Andromeda è venuto alla luce. Cosa è cambiato da quel momento?"
“La Biennale è stato il riconoscimento più importante e inaspettato. Il direttore artistico, Giovanni Taglialavoro, quando gli telefonai per dargliene notizia esclamò “ Ecco, è arrivato il bollo che ci mancava” .  Certo con questo bollo molti architetti han dovuto rivedere il loro giudizio superficiale, mentre ben  altri architetti si sono  avvicinati e stanno preparando un libro divulgativo  per spiegare  compiutamente  la genesi del teatro Andromeda.”

“Il teatro Andromeda cosa rappresenta per te? Dalla prima pietra ad oggi che cosa è cambiato? Con tre parole la magia di questo posto che cos’è ?"
“Il mio teatro è femmina.  In Andromeda compii il mio viaggio, dall’utero all’eterno ritorno.”  Questo rappresenta per me e   l’ho anche scritto nella guida cartacea che diamo ai visitatori... Il teatro è architettura organica vivente, è quindi in continua mutazione. La prima pietra era il frattale  di un paesaggio dell’anima, quindi infinito  e mutevole.   Tre parole  per spiegarlo ?    Origine, Unità, Dualità.”

“Hai altri progetti per la tua fattoria didattica? In cantiere nuove opere e sorprese per il teatro Andromeda ?"
“Sì, tanti lavori in cantiere, qualcuno in dirittura d’arrivo come il “Teatro di Terra”  un nuovo spazio chiuso che apriremo entro il 2021.”
“Nonostante il covid 19 ci sarà una programmazione di spettacoli?
“No, tutto è rimandato alla prossima stagione teatrale, quest’anno solo visite contingentate  per piccoli gruppi.”

“ Un messaggio che vuoi mandare ai giovani di oggi che vogliono realizzare il sogno di dare cuore e animo alla propria arte. Hai un figlio giovane, artista, cosa ti senti di dirgli e dire alle nuove generazioni?"
“Ai giovani dico che i sogni sono fatti  di briciole d’ispirazione e da fiumi di traspirazioni  (sudore) . Iniziare subito, anche con un piccolo gesto e non fermarsi più, neanche di fronte  all’incomprensione ( io sono stato tacciato di follia fino a cinquanta anni) .  La sincerità, la necessità con cui vivranno il loro sogno  è già una vittoria.”

Che queste parole sagge, profonde e di incoraggiamento a lottare  e credere in ciò che amiamo siano da esempio e stimolo per tutti gli amanti della vita con le sue tante salite, discese, bivi, imprevisti e sorprese.
 
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​La visita è stata organizzata dal gruppo Biacco Trekking di Peppe Biazzo, guida GAE, grazie a lui l’avventura al Teatro Andromeda è stata arricchita da un momento di meditazione guidata, che si è svolta sullo scenario del teatro. Grazie inoltre a Carmelo Cancelliere, guida locale che ci ha accompagnati nell’esperienza.

Grazie speciale a Libero Reina
Ed un Grazie che va oltre il tempo  e lo spazio a Lorenzo Reina
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foto di Alessandra Dagnino, momento di meditazione di gruppo organizzato da Biacco Trekking di Peppe Biazzo, guida Gae.
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Giovanna Reina
7/13/2020 07:39:48 pm

Sono orgigliosa di tutti voi

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