L'artista romano Massimiliano Frumenti trasferitosi da anni a Catania è il protagonista di ben 2 esposizioni che si terranno nella città siciliana. Un doppio appuntamento con l'arte moderna, astratta e trascendentale di un autore elegante e sensibile, capace di suscitare interesse ed emozioni negli occhi di chi guarda le sue opere. Frumenti infatti è un artista dall'anima eclettica e poliedrica, in cui la fragilità e la sensibilità si intrecciano con la forza e il tocco deciso delle sue linee e figure geometriche. Colori, dalle varie sfumature più o meno forti si mescolano con ombre e chiaroscuri, gli spettatori avranno l'impressione di vivere in una dimensione in cui curve, cerchi e linee si rincorrono creando uno spazio astratto e metafisico. Un vero e proprio viaggio, un percorso che dal concreto, dal più materiale, dall'opera più "terrena" e fisica giunge al frammento, all'astratto, a qualcosa di più spirituale e trascendentale. Un cammino a ritroso verso l'essenza delle cose e dell'anima.
La prima esposizione di Open Up dell'artista è stata inaugurata ieri 6 settembre alla GAM- Galleria d'Arte Moderna di Catania. La mostra con le sue opere inedite sarà aperta al pubblico fino al 6 ottobre. Oggi 7 settembre altra data importante per Massimiliano che ha dato il via alla seconda sezione dell'Open Up presso la Catania Art Gallery, le opere resteranno in galleria fino al 22 settembre. Un momento sicuramente stimolante e gratificante per Frumenti soprattutto dopo la stasi dovuta alla pandemia. Ed è stata proprio questa chiusura forzata, che noi tutti abbiamo vissuto, a plasmare "Open up"; ce la spiega così il suo autore: "Open Up è un progetto dedicato a Catania, realizzato nella città siciliana dove vivo da 4 anni. Ho scelto questo nome che vuol dire "aprire", in contrapposizione alla chiusura- al lockdown, in opposizione alla situazione in cui ci siamo trovati a vivere durante la pandemia e al conseguente inasprimento di tutta una serie di dinamiche relazionali che questo ha comportato. E' un progetto grande di ben 40 opere inedite, diviso in 2 sezioni. Cosa molto interessante e una sfida stimolante per Catania: riuscire a mettere insieme il pubblico e il privato senza creare conflitti. La prima sezione è un'installazione alla Gam di Catania. Una parte di questi lavori li ho infatti creati e ideati pensando solo agli spazi della Gam; il concetto infatti è stato quello di realizzare un'installazione ambientale; le opere sono state pensate per creare un percorso e una leggibilità in questo luogo. Per questo motivo le creazioni sono di diversa misura fino a diventare piccoli frammenti. L'idea nasce in coproduzione con l'assessorato della cultura di Catania. La seconda parte del progetto è invece ospitata dalla Catania Art Gallery che ha anche prodotto il catalogo. In galleria sono visibili 19 opere inedite, montate su telai di diversa misura, esposte in maniera tradizionale. Tutti i lavori in entrambi gli spazi sono realizzati con tecnica mista su tela".
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Le riproduzioni in miniatura di città e monumenti hanno rivestito nei secoli una grandissima importanza. Gino Castorina, artista ecclettico, suona il pianoforte da piccolo, dipinge, compone, ottenendo molti apprezzamenti in Italia e all’estero, negli ultimi dieci anni ha inseguito un sogno che realizzerà il 22 luglio all’ex Chiesa del Carmine di Taormina. Mostrare al pubblico Piazza IX Aprile, cuore pulsante della Perla dello Ionio, in tutta la sua bellezza, in miniatura. La complessa realizzazione dell'opera è stata preceduta da una gran mole di misurazioni sul campo, nonché progetti, calcoli e studio dei materiali da utilizzare per riprodurre financo il più infinitesimale dettaglio, alla costante ricerca delle migliori soluzioni per non discostarsi minimamente dal modello originale. Per rendere l'opera più veritiera e dunque “viva”, Gino Castorina ha anche realizzato oltre 200 figure ispirate in gran parte a personaggi del luogo, che contribuiscono a ricreare un'atmosfera simile a quella che si respira nella quotidianità. Sebbene oggi la tecnologia non ponga limiti alla realizzazione in copia di qualsiasi oggetto, magari utilizzando la stampa 3D, Gino ha ritenuto prezioso sostenere e promuovere ciò che viene creato con le proprie mani. Un grande amore per la sua città natale, una passione tramandatagli dal padre Nino, noto fotografo taorminese anche lui miniaturista, un briciolo di pazzia e tanta determinazione hanno fatto sì che quest’opera unica nel suo genere venga montata e mostrata ai tanti turisti ospiti a Taormina. L’intento è proprio questo dichiara Castorina: “Mettiamoci nei panni del turista: siamo appena giunti in un posto bellissimo ma ancora non ne conosciamo a fondo tutte le peculiarità, vederne il centro storico riprodotto in tutti i suoi dettagli può trattarsi di un’accattivante anteprima. Potrebbe trattarsi anche d’una sorta di “ripasso” di tutto quanto già visto ed apprezzato, magari da concedersi appena prima di lasciare la nostra Città”. Gino Castorina prima di giungere a questa “colossale” miniatura, unica in Europa per dettagli e misure aveva già incuriosito e tanto con una miniatura incastonata dentro uno scrigno di legno che raffigura la Natività ambientata nel Teatro Greco-Romano di Taormina, con l’Etna in eruzione e la baia di Giardini-Naxos sullo sfondo e una seconda miniatura che riproduce un caratteristico vicolo del centro storico di Taormina racchiusa in una teca di vetro. L’interesse suscitato da questi primi lavori gli ha consentito di partecipare ad una puntata della trasmissione "Buona Domenica”. In quella circostanza, Gino Castorina aveva anche auspicato l'avvio di un progetto riguardante la realizzazione di un museo delle miniature, visto che Taormina abbonda di scorci mozzafiato, piazze panoramiche ed angoli incantevoli da cui prendere spunto per realizzare un’infinita serie di opere a tema.
Foto esposta al Branciforte di Palermo: "Dentro una supplica"Dopo il successo della mostra di Ferrara "Oltre lo sguardo", la talentuosa fotografa Arianna Di Romano continua a raccogliere consensi e critiche positive con la nuova esposizione "Universi Silenziosi" inaugurata da pochi giorni a Palermo a Palazzo Branciforte. Arianna è sarda ma di origini siciliane e con quest'ultimo lavoro ha voluto omaggiare il silenzio delle sue due isole, capace di narrare e raccontare storie. L'evento è stato curato da Gabriele Accornero, è un percorso di sguardi che travalicano i confini insulari. Momenti catturati, inaspettati o ricambiati. foto scattata a Palermo a Palazzo Comitini. "Ama, conforta, lavora, salva"- omaggio alle crocerossine. Opera esposta al Branciforte.![]() "Ho rubato centinaia di sguardi per renderli eterni negli spazi vuoti della memoria". Con questo pensiero dell’artista Arianna De Romano inizia il viaggio all’interno di: “Oltre lo sguardo”, mostra inaugurata da alcune settimane a Ferrara. L'evento è stato organizzato dalla Fondazione Ferrara Arte ed è stato presentato da Vittorio Sgarbi, Presidente di quest'ultima. Arianna è una bravissima fotografa contemporanea. Ma prima di tutto una donna, dotata di un’anima particolare, profonda, in cui una rara e spiccata sensibilità innate nutrono la sua capacità di cogliere attimi e raccontare in immagini storie di vario genere e appartenenti a mondi diversi. Chi ha avuto il piacere di incontrarla e di guardare i suoi occhi o meglio di entrare in contatto con il suo sguardo avrà sicuramente percepito quasi un senso di imbarazzo misto a emozione, perchè Arianna ha il dono di saper entrare nei cuori di chi osserva e percepirne l’anima. Una donna minuta e dolce ma dalla grande forza e coraggio. Uno sguardo sognatore e nello stesso tempo impattante e determinato. Queste due componenti sono alla base della bravura artistica che la identificano e conraddistinguono. Ringrazioe Arianna per avermi donato nella intervista che segue alcuni sui cari e intimi pensieri legati al suo percorso di artista professionale e umano. “OLtre lo sguardo, una mostra di ampia visibilità e di prestigio, che cosa ha significato per te? Qual è l’idea di fondo e concetto che vuole esprimere questa esposizione?” “Oltre lo sguardo è il titolo che spinge il visitatore ad andare oltre l'apparenza per spingersi ad una bellezza "altra", quella dell'anima e non legata ai modelli di riferimento che la nostra società ci impone. Racconto viaggi come scoperta di un'umanità dimenticata, dei più fragili, degli ultimi, di coloro che vivono ai margini. Una ricerca costante nell'intimo, nell'essenza più pura e incontaminata dello sguardo.” Ho chiesto ad Arianna di parlarmi della sua vita e di scelte importanti fatte nel suo lavoro. Non è facile indagare e raccontare certe intimità e a volte le nascondiamo perchè sono nostre “private”, Arianna però con delicatezza e determinazione mi ha donato momenti della sua vita, pensieri forti ed emozioni a volte contrastanti, delusioni e soddisfazioni. “Arianna qual è stato il suo percorso professionale che ti ha portato fino ad oggi, ci sono stati dei momenti spartiacque che hanno influenzato le tue scelte e cammino?” “Ho iniziato a raccontare la quotidianità quando ero poco più che una bambina, usavo l'analogica di mio padre, il quale mi incoraggiava a fermare il tempo su ciò che colpiva maggiormente la mia curiosità. Ho continuato per anni a raccontare senza mai mostrare il mio punto di vista. Temevo che questo non interessasse a nessuno e forse ero spaventata all'idea di far scorgere la mia più autentica essenza. Intanto mi sono formata come Tecnico dei Servizi Sociali e Animatore di Comunità (terapeutiche) dedicarmi alle persone con difficoltà. In questa fase ho avvertito spesso il desiderio di documentare fotograficamente le persone con le quali trascorrevo le mie giornate lavorative. Ma non l'ho mai fatto. Col passare del tempo però ho deciso di mostrare a qualcuno alcuni miei scatti. Queste immagini sono piaciute, sono stata spronata a renderle pubbliche. Ma non avevo il coraggio di farlo così ho chiesto ad alcune persone di farlo per me, per sondare un po' il giudizio della gente relativamente ai miei lavori. Desideravo rimanere nell'ombra e ho spinto alcuni a fingersi autori dei miei scatti per fare un esperimento sul livello di gradimento. Solo che qualcuno, tra queste persone, ha deciso di sfruttare le mie immagini e non ha voluto restituirmi la maternità/paternità dei lavori. Questo dolore, questa profonda delusione nei confronti della fiducia tradita, mi ha spinto ad affermare il mio punto di vista e a riconoscere sempre il mio lavoro come personale e privato, capace di descrivere il mio sguardo sul mondo. Da condividere senza chiedere aiuto o pareri esterni. Una lezione che ho imparato molto bene a mie spese.” Arianna si è mostrata molto emozionata e felice di raccontare la sua storia. Una donna che ha imparato a essere sè stessa e a credere nelle sue grandi capacità. Andando oltre le proprie paure e limiti ha costruito la storia della sua fotografia: quello di una donna e di un’arte LIBERA. "Stanza 5" di Massimiliano Frumenti a "Spazio Urbano arte contemporanea". L'artista si racconta...10/28/2021 L'arte contemporanea arriva a Catania, grazie ad un progetto artistico impegnato a promuovere e dare voce e immagine ad artisti che vogliono manifestare senza filtri le proprie idee e mondi. L'iniziativa è stata chiamata: "Spazio Urbano Arte Contemporanea", si tratta infatti di un vero proprio "luogo" indipendente realizzato a San Giovanni la punta, inaugurato nel 2020. Il progetto verte a creare uno spazio di ricerca artistica e culturale dove gli artisti possono sentirsi liberi di “manifestarsi”. Tanti gli appuntamenti durante l'anno, il mese di ottobre ha come protagonista Massimiliano Frumenti con la sua istallazione sitespecific dal titolo "STANZA 5, show me". L'artistia, uomo con tanta voglia di raccontarsi e di condividere le proprie emozioni, creerà un suggestivo happening dove non sarà solo lui a mostrare qualcosa, ma lo farà anche il visitatore che non sarà un fruitore passivo ma un elemento attivo dell’evento. STANZA 5, show me, fa parte di un progetto a cui Massimiliano lavora da anni, infatti, Frumenti, ha già “creato” altre stanze in Sicilia. Questa è la prima stanza pensata a Catania; una bella occasione per i cittadini che avranno l’opportunità di “fare parte” del progetto artistico di questo poliedrico "autore d'arte".
Massimiliano Frumenti, uomo d'arte, dall'animo sensibile, toccante e profondo, eclettico, originale, mai scontato, capace di pizzicare la curiosità degli spettatori ed entrare in empatia con chi lo ascolta tramite le sue opere e parole, si racconta in una breve intervista: Qual è per te il senso di fare arte oggi? Cosa rappresenta la Stanza che con Spazio Urbano arte contemporanea giunge alla 5 rappresentazione in Sicilia? "Un luogo non luogo,un punto di arrivo per ripartire insieme ai visitatori che diventano parte attiva di un atto poetico, di un richiamo al nostro bambino interiore......." Come arrivi alla Stanza n°5, quando hai iniziato il tuo progetto in Sicilia? "Inizio la mia attività pubblica nella metà degli anni 80 a Roma, dove sono nato. Approdo in Sicilia nel 2016 con la mia Stanza1, installazione ambientale per Fabbrica Arte Contemporanea a Canicattini Bagni in provincia di Siracusa, a cura di Giuseppe Bombaci. Seguono la Stanza2 G.A.M. dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Noto, la Stanza3 Fototeca Siracusana a cura di Salvatore Zito e la Stanza4 per Kairo's Androne in Arte, a cura di Salvatore Raudino . Fino ad arrivare alla Stanza 5 a Catania dove vivo e opero attualmente". Massimiliano di recente ha pubblicato "Eros Etneo" un video realizzato in occasione del Maggio dei libri per Catania Città Metropolitana . La "STANZA 5, show me" si sarebbe dovuta inaugurare venerdì 29 ottobre alle 18.30 con ingresso libero, nel rispetto delle normative anti-covid e muniti di green pass; purtroppo a causa delle difficili condizioni meteorologiche che stanno investendo la Sicilia orientale è stata rinviata a data da destinarsi. Per info e prenotazioni inviare un messaggio whatsapp al 347302134 foto copertina di Aldo Mineo di Biacco Trekking Che cos’è il teatro Andromeda? Un’opera d’arte? Una scultura? Un teatro? Un’opera architettonica? E’ sicuramente tutto questo ma è qualcosa di più, che va oltre la durezza delle pietre con cui è stato costruito. E’ un cuore, un’anima, una creatura in divenire e cambiamento che ha preso vita dalla mente, corpo e spirito creativo e poetico del suo ideatore Lorenzo Reina. (Santo Stefano Quisquina (AG) - Monti Sicani Quello di Andromeda è un teatro all’aperto con 108 posti a sedere, costruito su una collina a 1000mt di altezza, sospeso tra cielo e terra, un luogo che lascerà chiunque a bocca aperta. L’opera sorge dove un tempo Lorenzo Reina portava a pascolare il suo gregge e luogo in cui probabilmente nacque l’idea di coniugare la magnificenza della natura con la grandezza dell’arte. Il nome Andromeda deriva dalla costellazione che ritroviamo riprodotta dai sedili in pietra ubicati secondo la posizione delle stelle. La realizzazione del teatro è iniziata intorno agli anni’80 ed ancora oggi è un’opera in evoluzione. Il tramonto, rilassati in queste pietre magiche, rende il tutto un’esperienza unica ed indimenticabile. Il percorso dentro la fattoria è immerso nell’arte, nella natura, nella Sicilia del passato, nelle attività agricole e pastorizia. Lorenzo Reina è riuscito a mettere insieme la sua tradizione e attività legata al mondo agricolo con quello che è stato sempre il suo sogno: la scultura, l’arte e la cultura. ( Tanta simbologia, cuore, anima e trascendenza si può respirare rimanendo per alcuni minuti seduti in platea. L’ingresso è una piccolo varco, stretto che rappresenta l’arrivo in un luogo di rinascita, l’inoltrarsi in una nuova dimensione spazio-temporale. Sullo sfondo del palco circolare due colonne con un gong centrale realizzato per creare un gioco di luce durante il solstizio. Quello costruito da Reina è un teatro in movimento, sempre in divenire ed in crescita. Un luogo mistico, di meditazione in cui nessuno può non provare un senso di pace e di distaccamento dalla realtà. Ci si sentirà avvolti da un senso di mistero, di bellezza e di unione con l’universo. Andando contro quella che era la sua vita secondo tradizione familiare ha saputo mantenere l’amore per la campagna e la natura mescolandovi e inserendovi le sue opere d’arte, tra cui il Teatro Andromeda. Lungo la fattoria didattica, ricca di orti, piantagioni ed una zona dedicata ai muli ed asini, potrete ammirare altre opere dell’artista: l’enorme ed enigmatico mascherone tragico (Maschera della Parola) la cui bocca, ogni 21 giugno fa da foro al sole del Solstizio d’estate, o l’altrettanto ciclopica testa che gli giace accanto (Genius loci), e numerosi altri lavori raccolti nel Museo ottagonale. Molto interessante è lo splendido Icaro morente di Giuseppe Agnello, scultore di Racalmuto amico di Reina foto Maschera della parola e Genius loci di Francesca Miceli di Biacco Trekking ![]() Ad accoglierci al Teatro Libero Reina, uno dei 2 figli di Lorenzo, anche lui un artista e musicista dall’animo profondo e poetico. Dal palco del Teatro ci ha raccontato la storia di questa esperienza unica e visionaria del padre, nata per emozionare e dar voce al suo amore per la natura e l’arte, di cui nessuno di loro immaginava tanto successo e ammirazione da parte del pubblico. con Libero ReinaMa chi è Lorenzo Reina il cuore e ideatore di questo luogo dell’anima? In una piacevole intervista si racconta e ci racconta... in foto Lorenzo Reina“Lorenzo Reina, contadino-artista, colui che ha saputo mettere insieme natura e arte, paesaggi di una Sicilia antica e cultura, tradizione famigliare e la propria passione per la scultura, Qual è stato il percorso che ti ha portato a dare voce alla tua arte, c’è stato un imput, un momento decisivo in questo salto verso il tuo sogno artistico?” “Decisivo e propedeutico all’edificazione del teatro Andromeda è stato l’amore e la frequentazione adolescenziale della poesia. Quando hai una visione poetica della vita puoi trasformare e lavorare la materia e fare mondi nuovi. Importante si è rivelata la mescolanza di spiritualità e concretezza, binomio imprescindibile alla realizzazione artistica universale. (pittura ,scultura, architettura, scrittura, fotografia, cinema …) ". “I rapporti con tuo padre, con la tradizione agricole e pastorizia, hanno sicuramente inciso sul cammino che hai fatto e non sarà stato semplice, sei andato oltre certi schemi e perseguito i tuoi sogni. Quanto complicato, se lo è stato, e come è stato questo cambiamento o conciliazione con la tradizione classica di famiglia?" “Sì, mio padre mi voleva pastore, sono stati lunghi anni di scontro frontale e di attesa, di notte scolpivo e tessevo, scultura dopo scultura, il mio riscatto sociale dando parte della mia anima alla pietra. La conciliazione è arrivata troppo tardi, quando promettevo a mio padre – il giorno prima che morisse - che nulla di quanto aveva fatto e amato andasse perduto. Così è stato, tutto è stato costruito attorno e alle cose che ha lasciato.” “Che viaggio emozionale hai fatto dall’inizio della tua arte ad oggi?” “E’ un viaggio dall’oscurità alla luce, sempre alla ricerca del sovrasensibile nascosto nella materia . Tutto il mio lavoro consiste nel credere che la pietra è una condensazione della luce.” “La Biennale di Venezia cosa ha voluto dire per te? Da quel momento sicuramente sei stato riconosciuto e consacrato come artista dell’anima ed il Teatro Andromeda è venuto alla luce. Cosa è cambiato da quel momento?" “La Biennale è stato il riconoscimento più importante e inaspettato. Il direttore artistico, Giovanni Taglialavoro, quando gli telefonai per dargliene notizia esclamò “ Ecco, è arrivato il bollo che ci mancava” . Certo con questo bollo molti architetti han dovuto rivedere il loro giudizio superficiale, mentre ben altri architetti si sono avvicinati e stanno preparando un libro divulgativo per spiegare compiutamente la genesi del teatro Andromeda.” “Il teatro Andromeda cosa rappresenta per te? Dalla prima pietra ad oggi che cosa è cambiato? Con tre parole la magia di questo posto che cos’è ?" “Il mio teatro è femmina. In Andromeda compii il mio viaggio, dall’utero all’eterno ritorno.” Questo rappresenta per me e l’ho anche scritto nella guida cartacea che diamo ai visitatori... Il teatro è architettura organica vivente, è quindi in continua mutazione. La prima pietra era il frattale di un paesaggio dell’anima, quindi infinito e mutevole. Tre parole per spiegarlo ? Origine, Unità, Dualità.” “Hai altri progetti per la tua fattoria didattica? In cantiere nuove opere e sorprese per il teatro Andromeda ?" “Sì, tanti lavori in cantiere, qualcuno in dirittura d’arrivo come il “Teatro di Terra” un nuovo spazio chiuso che apriremo entro il 2021.” “Nonostante il covid 19 ci sarà una programmazione di spettacoli? “No, tutto è rimandato alla prossima stagione teatrale, quest’anno solo visite contingentate per piccoli gruppi.” “ Un messaggio che vuoi mandare ai giovani di oggi che vogliono realizzare il sogno di dare cuore e animo alla propria arte. Hai un figlio giovane, artista, cosa ti senti di dirgli e dire alle nuove generazioni?" “Ai giovani dico che i sogni sono fatti di briciole d’ispirazione e da fiumi di traspirazioni (sudore) . Iniziare subito, anche con un piccolo gesto e non fermarsi più, neanche di fronte all’incomprensione ( io sono stato tacciato di follia fino a cinquanta anni) . La sincerità, la necessità con cui vivranno il loro sogno è già una vittoria.” Che queste parole sagge, profonde e di incoraggiamento a lottare e credere in ciò che amiamo siano da esempio e stimolo per tutti gli amanti della vita con le sue tante salite, discese, bivi, imprevisti e sorprese. La visita è stata organizzata dal gruppo Biacco Trekking di Peppe Biazzo, guida GAE, grazie a lui l’avventura al Teatro Andromeda è stata arricchita da un momento di meditazione guidata, che si è svolta sullo scenario del teatro. Grazie inoltre a Carmelo Cancelliere, guida locale che ci ha accompagnati nell’esperienza. Grazie speciale a Libero Reina Ed un Grazie che va oltre il tempo e lo spazio a Lorenzo Reina foto di Alessandra Dagnino, momento di meditazione di gruppo organizzato da Biacco Trekking di Peppe Biazzo, guida Gae.
Un' inaugurazione riuscitissima quella della mostra fotografica “Boiling Projects” allestita nella ex chiesa del Carmine e nel Palazzo dei Duchi di Santo Stefano di Taormina. Un'atmosfera da "vera città darte", si è respirata tra le locations scelte per l'evento. Tantissimi giovani presenti provenienti da varie accademie e scuole d'arte hanno fatto da pubblico ad una collettiva di 25 fotografi giunti da diverse parti d'Italia: Bologna, Trento, Catania e molte altre.
Parlando con alcuni di loro è venuto fuori un forte entusiasmo nell'aver partecipato a questa mostra, ho scoperto che i vari artisti selezionati sono stati chiamati in base ai loro lavori direttamente dai curatori e dai responsabili dell'associazione e fondazione che si sono occupati della mostra, la tematica che lega le stampe è il paesaggio sviscerato da diverse angolazioni e interpretazioni. Con questa iniziativa si è consolidata la proposta culturale della Amministrazione di Taormina. “L’impegno dell’assessore alla Cultura, Francesca Gullotta – dice il sindaco, Mario Bolognari – in diciotto mesi ha fatto centro. Soprattutto lo spazio espositivo di piazza Carmine, destinato principalmente alla fotografia, sta diventando un punto di riferimento per l’arte contemporanea". Il progetto ha sancito così una stretta sinergia tra Taormina e due realtà artistiche molto importanti a livello internazionale: la prestigiosa Fondazione torinese Sandretto Re Rebaudemgo, presieduta dall'esperta d'arte Patrizia Sandretto Re Rebaudemgo, che ha più volte ribadito l'onore e la soddisfazione nell' aver realizzato questo connubio con la Sicilia, e la Fondazione Oelle – Mediterraneo Antico di Ornella Laneri, che si è avvalsa della consulenza del prof. Carmelo Nicosia dell’Accademia di Belle Arti di Catania. Entrambi presenti all'inaugurazione hanno fatto onore agli artisti in sala, presentandoli e ringraziandoli per il lavoro svolto. Le foto in mostra le potrete ammirare tra le pareti del ex chiesa del Carmine per l'occasione circondata da pannelli lilla e le sale del Palasso dei Duchi di Santo Stefano. Buon viaggio tra gli sguardi della realtà. Il 4 febbraio è stata inaugurata la mostra "Novecento - Artisti di Sicilia. Da Pirandello a Guccione", a cura di Vittorio Sgarbi. L'esposizione è un omaggio alla Sicilia ed ai suoi artisti siciliani. Tra le opere esposte anche la "Vucciria" di Renato Guttuso che da Montecitorio arriva a Noto. "Un secolo di arte siciliana vuol dire, in larga misura, un secolo di arte italiana" - dice Vittorio Sgarbi. La Sicilia del novecento, grazie a nomi noti e personalità geniali, dalla letteratura alla pittura ha contribuito a delineare in maniera significativa l'identità e la forza della cultura italiana. Noto per tutto il 2020 sarà la casa degli artisti siciliani. Pittori, fotografi, poeti, musicisti e scrittori troveranno spazi ed opportunità per esprimere un secolo di arte siciliana. La città ha già nelle sue sinuose architetture e nella sua storia quei requisiti che possono deputarla al ruolo di città d'arte diventando in qualche modo la casa naturale degli artisti e meta preferita per dare impulso al turismo culturale. I capolavori del novecento siciliano saranno esposti a Noto fino al 30 ottobre 2020, al Convitto delle Arti Noto Museum. Gli artisti racconteranno con le loro opere l'importante ricerca artistica siciliana che ha influenzato la cultura dell'intero novecento fino ad oggi. 120 dipinti, 40 sculture e 20 fotografie. Ogni artista che partecipa a "Novecento-Artisti di Sicilia" ha manifestato il suo sentimento nei confronti del progetto con un breve video girato nei propri luoghi. Centoottanta artisti insieme diventeranno, in rete, una voce sublime uniti in un coro d'amore per l'arte a sostegno di una mostra imponente e museale. Tra le personalità più di spicco della sicilianità di oggi non poteva mancare l'artista pastore Lorenzo Reina, creatore del famoso Teatro Andromeda, diventato popolare a livello internazionale. Tra i video più belli, emozionanti e carichi di suggestione. https://www.facebook.com/MUSEISICILIA/videos/2441068662663911/ L'evento è patrocinato del Ministero dei Beni Culturali, dalla Regione Siciliana e dal Comune di Noto. La mostra è prodotta da Mediatica ed organizzata da Sicilia Musei. Noto, capitale del barocco e patrimonio mondiale dell'Unesco. "Vucciria" Di Renato GuttusoLorenzo ReinaGaspard-Félix Tournachon in arte Nadar, diceva che nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare.
Quest'ultima è un'emblematica e significativa frase che ben sottolinea uno degli aspetti più importanti dell'arte del fotografare: saper cogliere ciò che un occhio normale non vede, acchiappare quella luce che rende un' immagine arte. La donna di per se è risaputo, ha un intuito e una sensibilità che spesso la porta a percepire dettagli nascosti e impercettibili; quando la donna è anche fotografa la capacità di sondare la realtà si amplifica e uno scatto fotografico diventa un mezzo per scavare nell'intimo degli oggetti, persone e paesaggi. Questa attitudine se facciamo un passo indietro ha reso famose diverse donne fotografe e appare averla capita bene Roberto Mendolia, fotografo taorminese che da alcuni anni organizza una serie di eventi dedicati a questa arte e alle donne che se ne occupano. Per l’anno accademico 2018/2019 della UNITRE di Taormina, gli incontri- seminari di fotografia di Roberto Mendolia “Immagini & Parole”, in collaborazione con Taoclick avranno come protagoniste le donne fotografe. A tal proposito Roberto afferma: "L’idea di questi incontri al femminile mi è nata da una bella frase di Giuliana Traverso: “La grande differenza della donna fotografa è che sa guardarsi dentro prima di iniziare a guardarsi fuori”. Per chi non la conoscesse, Giuliana Traverso è una delle figure più rappresentative della fotografia contemporanea. Nel 1968, con il corso "Donna Fotografa" da lei creato, ha dato un sostanziale impulso alla creatività femminile, formando negli anni centinaia di professioniste e di fotografe amatoriali. La storia della fotografia, già sin dai suoi esordi, annovera tante e bravissime fotografe, protagoniste delle più rilucenti sfaccettature di un diamante purissimo che regala emozionanti avventure nell’universo dell’immagine. Nei miei “vagabondaggi” nella storia della fotografia ho incontrato, studiato, curiosato e amato le fotografie di Julia Margaret Cameron, Berenice Abbott, Margaret Bourke-White, Dorothea Lange, Diane Arbus, Vivian Maier e poi quelle delle nostre grandi Lisetta Carmi, Letizia Battaglia, Carla Cerati, Paola Agosti e tante altre". Con questa premessa Mendolia vuole replicare il successo di edizioni passate e dopo Irene Caltabiano e Annalea Steccanella, ospiti nei precedenti incontri, quest'anno le protagoniste saranno: Vera Terranova, Giacoma Chiella e Ursula Costa. Il calendario prevede: il 10 gennaio alle ore 17.30 Vera Terranova in "Il viaggio e la fotografia", il 17 gennaio alle ore 17.30 Giacoma Chiella in "Mistretta, fotografie oltre la memoria" e il 31 gennaio sempre allo stesso orario Ursula Costa in "Caltanissetta che passione". Gli incontri si svolgeranno presso la saletta conferenze dell'Archivio storico di Taormina. Roberto ha voluto iniziare con loro questo nuovo ciclo di incontri, che hanno come sottotitolo "Sguardididonna", non solo per il legame di amicizia con le donne, ma soprattutto per la sensibilità con cui le fotografe propongono immagini ricche di fascino, determinazione, forza, anima, cuore ed energia. Hanno partecipato alla realizzazione dell'evento i componenti dell'Associazione Taoclick e la scrittrice Lisa Bachis che sarà il "collante" tra scrittura e fotografia, il dialogo tra immagini e testo, tra "Immagini & Parole". Arte, fotografia, poesia, parole, donne e uomini al servizio del bello e della sensibilità. Che la fotografia possa davvero essere specchio dell'anima e "luogo" eterno di immagini e momenti irripetibili! A Palermo nella bellissima location di Santa Maria dello Spasimo il 20 e 21 settembre si è tenuta l’installazione per archi e vento del musicista Alessandro Librio a cura di Giusi Diana dal titolo “BirdsQuartet”. Si tratta di un’opera video-sonora, in cui è possibile vedere i 4 voli dell’artista e ascoltare questo brano suonato con gli strumenti in volo grazie alla pressione e velocità del vento.
Il luogo scelto per l’evento non è stato casuale, cosa che l’artista ha voluto precisare durante l’intervista che gentilmente ci ha concesso. Molti già conosceranno la bravura e la storia di un ragazzo amante della musica e professionista del settore che ha voluto mettersi in gioco in una sperimentazione che nessuno fino ad ora aveva tentato. La sua passione per gli strumenti ad arco lo ha portato alla creazione di una melodia suonata lanciandosi con un parapendio, un esperimento che potrebbe apparire azzardato ma che ha portato ottimi risultati nella resa finale. Questa una delle tante performance che Librio annovera nella sua carriera da artista e musicista. Ma cerchiamo di conoscere meglio una personalità che incuriosisce proprio per l’originalità e la difficoltà dell’opera. Perché si tratta proprio di un’opera in volo, dove il vento ha avuto un ruolo fondamentale e da protagonista. Alessandro Librio, puoi raccontarci le tue origini e la tua formazione? Sono nato ad Erice e vivo a Palermo da 7 anni, dopo un periodo trascorso a Londra sono tornato nel capoluogo siciliano perché nel 2011 alla Biennale di Venezia ho presentato un progetto realizzato a Palermo. Nel padiglione Italia ho fatto un’installazione che parlava di questa città. Ho portato nel centro di Venezia i rumori e il traffico di Palermo per 24 ore. Il lavoro mi ha quindi riportato nella mia isola. Provengo da studi musicali, ho fatto il conservatorio, mi sono laureato in violino, inseguito ho studiato musica elettronica e composizione. Crescendo professionalmente ho iniziato con la regia teatrale, per un anno mi sono dedicato al teatro. All’interno di spettacoli utilizzavo performance di installazioni di vario tipo, video e foto; è stato quindi un percorso naturale arrivare al mondo delle arti visive. Nel mio iter è stata soprattutto Londra la città che mi ha aperto molte opportunità, ho avuto la fortuna di essere preso come artista in una famosa galleria. Quando hai iniziato la sperimentazione del vento che ti ha aiutato a produrre questo suono diverso nel violino? Ho iniziato nel 2012 il primo esperimento l’ho fatto lanciandomi con il parapendio da monte Grifone a Palermo. Da dove ti è venuta l’idea di un simile esperimento? L’idea mi è venuta perché volevo creare un dispositivo che venisse attivato da un elemento naturale e incontrollabile, il vento è cosi, si può dialogare con lui ma sicuramente non si può controllare. Quindi ho iniziato a studiare il violino, cercando di trovare un ‘accordatura che funzionasse con il vento, mi sono preparato con i ventilatori e facendo prove con varie corde e diverse accordature, fino a quando ho trovato quella perfetta per il vento e quindi ho deciso di lanciarmi con il parapendio. Sei sempre stato un amante del parapendio? lo fai come hobby? è uno sport che poi hai unito alla musica, e a questo esperimento? No, assolutamente no. L’ho fatto solo per questo progetto, l’ho realizzato in collaborazione con Andrea Castellana, uno specialista di parapendio e con lui ci siamo lanciati ed abbiamo fatto questo video nel 2012. l video dell’esposizione a Santa Maria dello Spasimo sono fatti in diversi momenti e poi montati in maniera tale che si crei un suono unico? sono diversi voli? Si, sono 4 voli avvenuti nella stessa giornata, uno dietro l’altro, ho eseguito una partitura che ho scritto in grafica, non con il sistema temperato, tradizionale musicale. Ho utilizzato dei segni grafici e poi ho eseguito queste 4 parti, una per volta, ascoltando in cuffia il risultato. Prima il violino, seconda volta ascoltavo il violoncello e suonavo la viola, la terza ascoltavo il violoncello e la viola e suonavo il violino e così via. Sono quindi 4 video pensati per essere un unico lavoro, sono 4 parti, non potendo chiedere a nessun altro musicista di fare questa operazione, perché nessuno si azzardava, ho deciso di farlo da solo. E ho fatto 4 voli. Dove ti sei lanciato? A Palermo dal Museo del mare, dal fiume Oreto, lanciato e atterrato in questa zona, sorvolando il bellissimo mare palermitano. Lanciato dopo essere stato trainato da una barca che aveva un cavo molto lungo, quest’ultimo è stato rilasciato piano piano fino al raggiungimento di 1000 metri di altezza. Da questa quota ci siamo staccati ed è iniziata la nostra discesa. Hai provato diverse volte prima di arrivare al risultato finale, alla registrazione definitiva? No, una volta sola, come si dice “buona la prima” !... Sei soddisfatto del tuo risultato? Si, molto. Sono molto contento. Questa mostra che hai fatto a Palermo, pensi di proporla in altre città? La mostra l’ho realizzata pensando allo Spasimo e quindi adattabile a spazi simili, con le stesse tipologie, spazio aperto, senza tetto, perchè ad un certo punto il ciclo video finisce ed ho lasciato il buio, questa oscurità mi interessava per permettere una connessione con il cielo. Progetti per il futuro? Si, diversi. Sto pensando in particolare ad un progetto per Marsiglia. Diverso da questo o legato ancora agli strumenti e alla musica? No, con gli strumenti no. Non voglio però anticipare nulla. Inoltre ho in programma un’installazione a New York tra qualche anno. Ti muovi quindi molto a livello internazionale? Si, sono appena tornato da Tokio, sono stato in residenza in Giappone per alcuni mesi. Aspettando altre opere originali e particolari di Alessandro Librio non possiamo che non apprezzare la bravura, il coraggio e la professionalità di questo giovane artista siciliano di cui sicuramente sentiremo parlare in molti altri Paesi del mondo. Ieri si è conclusa la maratona artistica HERE 2018 che dal 18 al 27 maggio ha accolto più di 400 artisti tra le stanze e le sale abbandonate della Cavallerizza di Torino. Questo concetto artistico ha trasformato le stanze abbandonate e fatiscenti dello stabile in scenari immaginari e nuovi e spazi surreali di interesse e sperimentazione artistica.
Dopo il successo della prima edizione del 2006, in cui 200 artisti hanno esposto in più di 100 sale, la Cavallerizza è stata inserita nella mappa internazionale di luoghi d’arte indipendenti a cura del MAXXI (Museo d’arte contemporanea di Roma), catturando l’attenzione di critici e media. Here 2018 è stato un altro successo, riconfermandosi una delle tra le più grandi manifestazioni auto-organizzate-indipendenti in Europa. Le sale della Cavallerizza sono state un grande museo sperimentale, dove tra il fatiscente e la ricostruzione sono nate piccole oasi di arte contemporanea e innovativa. Spazi rivestiti di sperimentazioni, dal poco probabile, assurdo, spettacolare, curioso, nuovo, sbalorditivo, strano, incomprensibile, brutto, insignificativo ed emozionante al bello, originale e interessante, tutto in un unico concetto d’indipendenza. L’aria che si è respirata è quella di grande voglia di esprimersi e dare voce alla propria originalità e anima. In un’atmosfera di festa dell’arte in tutte le sue forme: danza, teatro, musica, concerti, dj set, pittura, scultura, installazioni, la Cavallerizza si è trasformata in un grande laboratorio artistico. Il sodalizio e l’amicizia tra i partecipanti è un altro elemento che ha contraddistinto il mood del festival. Credo che spazi indipendenti di questo tipo non dovrebbero, come spesso succede, considerati ricettacoli di improbabili e ultime realtà artistiche e umane; al contrario la sperimentazione e la bravura di artisti provenienti dai circuiti indipendenti spesso supera e dà voce a personalità importanti, che senza questi spazi non avrebbero potuto esprimersi. A volte da questi mondi sono nati artisti diventati inseguito famosi a tutti i livelli. Proprio in questi giorni a Cannes ha vinto come miglior attore protagonista: Marcello Fonte con il film Dogman di Matteo Garrone. Era un uomo umile, uno degli ultimi, appartenente ad una famiglia semplice che impara recitazione quasi per caso, facendo il guardiano al Teatro Valli indipendente di Roma. E’ da uno spazio autogestito- alternativo che nasce Marcello Fonte. Esempio di come i circuiti indipendenti possano essere laboratori da dove attingere artisti di valore e bravura rara e nuova. |
AutoreNata libera Archivi
Settembre 2022
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